Fabrizio d’Esposito, il Fatto Quotidiano 10/3/2015, 10 marzo 2015
LA QUARESIMA DEL SILVIO TRADITO
Arrivati ormai alla terza domenica di Quaresima, Silvio Berlusconi potrebbe vivere oggi una delle giornate più penose e tremende del suo crepuscolo da Condannato. Un destino micidiale combina insieme il voto sulle riforme alla Camera e la sentenza della Cassazione sull’assoluzione di B. per Ruby. Nel primo caso, ancora una volta, l’ex Cavaliere assisterà all’implosione dei resti di Forza Italia. Nel secondo, l’incubo berlusconiano è quello di un rinvio in Appello del processo o di una delle sue parti (la concussione per la telefonata alla Questura di Milano e la prostituzione minorile). Non è lo stato d’animo di “un uomo libero pronto alla riscossa”, come si ostina a declamare con empito nordcoreano il Mattinale di Renato Brunetta. Anzi.
La Quaresima dell’anno del Signore 2015 presenta, per il quasi settantanovenne Berlusconi, innanzitutto una sorta di inedito referendum sulla sua persona. Quando Daniela Santanché, la Pitonessa filonazarena, annuncia al fattoquotidiano.it che potrebbe votare sì alle riforme “per il bene di Berlusconi” dà l’idea di un ex Cavaliere rinchiuso ad Arcore, e prigioniero del cerchio magico di Dudù e Toti, che sarebbe politicamente incapace di intendere e di volere. Allo stesso tempo, il già citato Brunetta, con i sondaggi che danno Forza Italia a poco più del dieci per cento, scrive: “Silvio Berlusconi, il leader più amato e votato nella storia della Repubblica italiana, è tornato in campo con il vigore e la motivazione di sempre”.
Sono due immagini opposte. Da un lato, i verdiniani e non solo loro, che credevano e tuttora credono nel Partito renzusconiano della nazione. Dall’altro, i cortigiani che invece fanno credere a “Silvio” di essere ancora il più bello e il più forte alla faccia della crudele realtà. È questo il filo conduttore di questo martedì 10 marzo. Nella tarda di mattinata, il Condannato potrebbe assistere allo spettacolo di Forza Italia spaccata a metà sul voto finale a Montecitorio alle riforme istituzionali del patto del Nazareno. Dopo il no pubblico dell’ex Cavaliere, domenica scorsa, la risposta di Denis Verdini, lo sherpa azzurro del patto, è stata quella di far disertare in massa l’assemblea del gruppo forzista alla Camera, ieri pomeriggio. Appena 25 deputati presenti su 70. Significa che oggi, in un modo o nell’altro, si consumerà uno strappo violento, tra astensioni dichiarate (a partire, forse, dalla Santanché) e assenze strategiche. Quanti saranno, insomma, i voti contrari dei berlusconiani rimasti fedeli a B.?
Nel pomeriggio, poi, ci sarà il pronunciamento dei giudici della Cassazione. Ieri ad Arcore, l’ex Cavaliere si è fatto spiegare per la centesima volta da Niccolò Ghedini, l’avvocato-parlamentare, i tre possibili esiti sul processo Ruby: conferma dell’assoluzione, annullamento con rinvio, metà conferma dell’assoluzione e metà annullamento con rinvio. Ed è quest’ultima l’ipotesi più gettonata e temuta ad Arcore. Un rinvio per la prostituzione minorile, incrociato con i clamorosi sviluppi del Ruby ter (corruzione dei testi), in cui alcune olgettine hanno deciso di pentirsi e parlare, potrebbe aprire nuovi scenari da incubo per l’ex premier. Ed è per questo che lo stesso B. ha cercato di stemperare tensione e pessimismo rassicurando i figli ieri a pranzo: “Io sono sereno perché sono convinto della mia innocenza”.
Stavolta l’ennesimo giorno del giudizio per Berlusconi potrebbe essere qualcosa di diverso dal passato. La conferma della sua parabola discendente in senso politico. I voti contrari di Forza Italia alle riforme daranno la dimensione e la consistenza degli azzurri rimasti fedeli. Ma fino a un certo punto. Perché dal numero bisognerà scorporare il dato dei ribelli di Raffaele Fitto, l’ex governatore pugliese da sempre contrario al patto del Nazareno. Fittiani e verdiniani, pur muovendosi in due direzioni opposte, sono consapevoli della fine della fase carismatica del loro ex capo. Sanno che ogni riorganizzazione del centrodestra passa per un B. non più leader ma al massimo padre nobile. Ad Arcore, con il sostegno del cerchio magico, l’ex Cavaliere pensa invece di giocare ancora un ruolo centrale. La partita di oggi è questa, politicamente. Il resto lo farà la Cassazione. Anche qui in un verso o nell’altro. Perché la conferma di un’assoluzione piena, potrebbe persino galvanizzare il Condannato.
Fabrizio d’Esposito, il Fatto Quotidiano 10/3/2015