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 2015  marzo 10 Martedì calendario

IL CANE NON HA STUDIATO? KAPUTT!

Berlino
Gli amanti degli animali non hanno comprensione per gli umani. Con dei limiti in Germania. Se un cane morde un passante, il proprietario è obbligato a seguire un corso insieme con il suo bulldog o alano. Viene rieducato l’animale, e anche il padrone. Al termine c’è un esame decisivo: l’uomo o la donna e il loro beniamino devono percorrere un percorso obbligato, e il cane deve obbedire agli ordini, senza alcuna esitazione.
Se la prova fallisce, l’animale viene eliminato. Una condanna a morte senza processo, e senza appello.
Ho seguito la scena in un programma specializzato sull’educazione di quel che dovrebbe essere il miglior amico dell’uomo. Certamente, il destino di quel cane lupo che non capiva di starsi giocando la vita mi ha rattristato. Gli animalisti si sono scatenati. Alcuni protestavano perché l’ «imputato» è stato condannato a morte senza un avvocato difensore. La protesta è storicamente meno singolare di quanto si potrebbe credere.
Nei secoli scorsi, in Europa, i processi agli animali erano abbastanza comuni, e venivano difesi non dal loro padrone, ma da un’autorità al di sopra delle parti. Non sempre il presunto colpevole finiva sul patibolo, informa Der Spiegel. Una tradizione che va collegata alla disputa se gli animali avessero un’anima oppure no? Dubbio non tanto strambo, se si ricorda che Casanova, personaggio ben diverso dalla macchietta cui lo ridusse Fellini, nelle sue memorie ricorda di essersi battuto per sostenere che anche le donne avevano un’anima. Non tutti alla vigilia della Rivoluzione francese ne erano convinti.
Il 14 giugno del 1494, un maiale entrò nella casa di un contadino a Clermont, nel nord della Francia, e morse in faccia un bimbo nella culla. Il suino fu catturato, portato in un vicino convento, e gli venne fatto il processo. Sentiti diversi testimoni, il colpevole fu condannato a morte «per impiccagione».
Il professore Justin Smith dell’Università di Paris Diderot è un esperto: i casi simili documentati sono diverse centinaia, assicura, i processi alle bestie sono avvenuti fino al 17simo secolo, non solo in Francia, ma anche in Germania, e in Italia.
In tribunale finivano oltre ai suini, i cani, i vitelli e le mucche, topi e talpe, accusati non solo di danni e di delitti contro le persone, ma anche di blasfemia, reato dunque che presuppone intelligenza e conoscenza di Dio.
Gli imputati, sia pure formalmente, erano sottoposti a interrogatorio per dar loro modo di difendersi. I condannati venivano impiccati, decapitati, bruciati sul rogo come Giordano Bruno, e sepolti vivi.
A Basilea nel 1474, finì decapitato per aver violato le leggi della natura un gallo che aveva deposto un uovo.
Nel 1750, un’asina fu imputata di atti sessuali contro natura con un uomo. Questi venne condannato a morte, l’asina si salvò, difesa da un prete che sostenne di «conoscerla bene da quattro anni, e che era una bestia dal comportamento probo».
Era stata vittima dell’abuso umano, e quindi fu assolta. Finì sul rogo invece un maiale che compì sacrilegio mangiando un’ostia consacrata. Una talpa che aveva rovinato il raccolto in un campo di grano fu condannata a morte, e dato che era un animale che viveva sotto terra, fu sepolta viva. Nel 1597, un granchio di cui non viene specificata la colpa, fu annegato.
Gli animalisti tedeschi vorrebbero ripristinare il processo per le bestie che non si comportano bene.
E qualcuno chiede un procedimento legale anche prima di abbattere un albero. Un olmo centenario è stato appena segato perché faceva ombra al proprietario di una villa. Si abbattono alberi perché in autunno fanno cadere troppe foglie, e altre piante per questioni di traffico. Nel Brandeburgo volevano abbattere i filari che fiancheggiano le strade provinciali perché pericolose per gli automobilisti che sbandano. Sono state salvate le piante, preferendo che rischiassero la vita quanti corrono troppo. Oggi basta rivolgersi alle autorità competenti e la condanna viene eseguita senza un difensore d’ufficio per abeti, querce e pioppi. Per la cronaca, il cane lupo che ho visto in tv è stato eliminato.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 10/3/2015