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 2015  marzo 08 Domenica calendario

TUTTA COLPA DEGLI ZINGARI

Essere definito ”feccia” da Padellaro è sgradevole, ma me ne farò una ragione. Sogno un’Italia in cui gli zingari siano costretti a rispettare le regole della convivenza civile, cosa che gli antirazzisti allo champagne come Padellaro, dai loro ghetti dorati, non si sognano di fare perché per loro il popolino è tutto egualmente distante e indifferente. Credo che il parallelo tra gli zingari oggi ed gli ebrei negli anni Trenta è sballato in partenza e offende la memoria di mio nonno, Piero Tagliacozzo, cittadino ebreo integerrimo, che non meriterebbe di essere paragonato a chi oggi borseggia nella metropolitana o intossica le periferie bruciando copertoni.
Lorenzo Gozzi Gallo

La feccia “cattivista” è evocata dalla controparte “buonista” che, solitamente, fa due cose. L’una o l’altra. Da un lato chiude gli occhi quando i rom combinano le loro malefatte, e non sottolineano mai, né si azzardano a dire che, sì, il comportamento deviante di larga parte di quella popolazione che è dedita alla delinquenza è davvero un problema sociale. Dall’altro si limita a denunciare la scorrettezza del “cattivista” che, sicuramente sbagliando, fa venire alla luce i peggiori sentimenti dei cittadini qualunque nei confronti dei rom. Ma si tratta di sentimenti che non ci sarebbero se i “buonisti” politically correct al governo facessero qualcosa per circoscrivere il problema.
Gondran

Nella sua totale malafede, la campagna di Matteo Salvini contro gli “zingari” è mediaticamente geniale. Si prende una comunità numericamente trascurabile (sono circa 170 mila tra rom e sinti) e dispersa nella penisola e da un giorno all’altro la si trasforma in un’emergenza nazionale. Sulle comunità nomadi il giudizio collettivo è spesso senza appello, vero o falso che sia. Vivono nella sporcizia. Piuttosto che lavorare preferiscono rubare o praticare l’accattonaggio. Sono la feccia della società. Impossibile recuperarli a una dimensione civile. Rapiscono i bambini. Ma per il furbo leghista questo fenomeno tutto sommato marginale diventa il paradigma di una società minacciata dalla peggiore delinquenza e che uno Stato debole non difende. Per i talk show condannati a un inevitabile declino è manna dal cielo. Applausi a scena aperta quando Salvini e i suoi epigoni evocano il “mostro”. Mentre chi ascolta da casa è portato a pensare: finalmente qualcuno che ci difende. Come in tutti i pogrom sul “mostro” si scaricano aggressività di ogni genere anche se degli zingari si ignora quasi tutto. Secondo i dati di “Lettera 43” oltre la metà ha la cittadinanza italiana. Un quarto vive nei campi nomadi. Non rapiscono i bambini: in trent’anni solo un caso. Soltanto uno su tre lavora e uno su cinque si diploma. Questo è il problema: l’assenza di una vera politica d’integrazione che in altri paesi d’Europa è stata applicata con successo. Senza dannosi buonismi e assurde persecuzioni.
Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano
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Antonio Padellaro, il Fatto Quotidiano 8/3/2015