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 2015  marzo 10 Martedì calendario

Suggerisco a Matteo Renzi di prendersi una giornata di vacanza, di tornare (in auto) alla sua casa di Pontassieve, farsi un bagno caldo (in vasca), imporsi di non twittare per 24 ore, spegnere le batterie dei suoi infiniti smartphone, le TV, stare con sua moglie, giocare con i suoi figli

Suggerisco a Matteo Renzi di prendersi una giornata di vacanza, di tornare (in auto) alla sua casa di Pontassieve, farsi un bagno caldo (in vasca), imporsi di non twittare per 24 ore, spegnere le batterie dei suoi infiniti smartphone, le TV, stare con sua moglie, giocare con i suoi figli. E riflettere, serenamente, sull’anno passato e sugli anni futuri. Osservandolo da lontano, si capisce che ha un disperato bisogno di “staccare”. La nomina di Mattarella lo ha come disidratato e, al contempo, imbolsito. Si sarà accorto che i due Palazzi sul Colle, adiacenti ma finora rigorosamente separati, ora sono fusi? Per lui e per i futuri Premier, bonapartisti della mutua, un imbarazzo politico, per noi cittadini una notizia molto positiva. Un anno fa, silurò Letta, gli sottrasse con destrezza la campanella, e si insediò a Palazzo Chigi. Gli esperti di politica, compiaciuti, chiamarono questo atto “uccidere il padre”, in questo caso si trattava del “fratello”, ma è la stessa cosa. Appena ascoltai il suo cronoprogramma mensile, pensai che neppure Dio si sarebbe dato obiettivi così ridicoli, capii subito (i miei camei di allora sono lì a testimoniarlo) che, o non sapeva ciò che diceva, o era un birbante matricolato. Fu subito chiaro, non era un birbante, era solo un simpatico “furb da pais che giocava a fare lo statista, senza esserlo, semplicemente non aveva capito nulla di come funziona l’Occidente 2.0. E ciò malgrado si vantasse di aver frequentato, e simpatizzato, con i Clinton (è sufficiente guardarli, non dico annusarli, per capire che sono due furfanti, politicamente parlando of course). Andò baldanzoso a Berlino, poi a Bruxelles (come stanno facendo il bulletto Tsipras e il bullone Varoufakis), qualche mese dopo nel casale umbro di Draghi, finalmente capì qual era il suo ruolo, e i paletti che non poteva superare. Si adeguò. Gli avevano spiegato come funzionava il giochino: il Paese era guidato da un software (programmato da Germania-Commissione-BCE) che alimentava un pilota automatico, lui era, come dicevamo un tempo noi in Fiat, un “addetto macchina”, a cui toccava la gestione della macchina utensile affidatagli. Il suo compito? Alimentarla di semilavorati e allocare i pezzi finiti in fila per tre, nelle cassette destinate alla distribuzione. Non poteva intervenire sui vincoli del processo produttivo, se del caso solo chiamare il manutentore (a Bruxelles). Certo, informando il capo squadra, poteva privilegiare certi clienti, per esempio dare 80 € a qualcuno, sottraendo però un pari valore ad altri, in modo che l’operazione fosse a somma zero. Nello stesso tempo doveva “anestetizzare” la classe povera” e “preparare” la classe media a diventare progressivamente “povera”, il tutto senza creare problemi alla Classe Dominante. Dobbiamo riconoscerlo: è giovane, ma ci sta riuscendo benissimo. In fondo, sul concetto di povertà ha scelto, senza dichiararla, la considerazione consolatoria di un amico (eccellente storico) “…la povertà alla quale oggi alcuni si vedono condannati, avrebbe rappresentato una ricchezza sfrenata per qualsiasi uomo del ‘700, fosse anche il Re”. Se segue questa filosofia, la coscienza gli sarà sempre lieve. Trovo inutile, peggio una perdita di tempo, opporsi al Renzi Premier, sconsiglio ai due leader di opposizione (Berlusconi si è evirato, Grillo ci sta pensando) Salvini e Passera dal farlo. Che piaccia o meno, per ora, gli italiani credono, o vogliono credere, alla colossale bugia messa in giro dai suoi adepti: lui è l’ultima chance (“ultimo” non esiste in natura, la vita continua comunque). Dell’anno trascorso, il miglior evento che ci potesse capitare è stata la nomina di Mattarella. Finalmente uno che conosce la Costituzione, che bloccherà questa sua fregola di decretare sul nulla e, mi auguro di cuore, che blocchi queste ridicole riforme del Senatum e dell’Italicum. L’ultima idiozia è fare il referendum su leggi pasticciate dando un ruolo improprio al popolo, non previsto in quell’ottica proprio dalla Costituzione. Meglio che intervenga prima la Consulta. A proposito di Mattarella, ho grande stima del suo sarto, il grande Pippo Ferina: “è tutto torto, come quelli che stanno troppo ripiegati sui libri” e ancora “non portò mai nulla di concreto a Palermo….qua manco lo votavano perché non faceva favori…”. Questo era l’uomo di cui avevamo bisogno, in un mondo di ignoranti, di maneggioni, di inetti, finalmente uno che conosce bene il suo mestiere: fare da cane da guardia alla Costituzione che suoi colleghi politici, cani sciolti (alimentati solo a croccantini), cercano di dilaniare, riducendola a maglia bernarda, in nome della fretta. Che individuo curioso questo Premier, ha sempre fretta, e poi perchè? Noi cittadini comuni non abbiamo fretta, solo un idiota può aver fretta di impoverirsi o di essere più sedato.