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 2015  marzo 08 Domenica calendario

La polizia americana uccide un nero disarmato • I beni dei politici italiani: dalle jeep agli ulivi • I bulldozer dell’Isis abbattono l’antica città di Hatra • A Manhattan una scuola elementare abolisce i compiti a casa • All’asta le foto di Marilyn Monroe America Barack Obama nell’anniversario del Bloody Sunday parla all’America di una ferita che è tuttora aperta: la questione razziale

La polizia americana uccide un nero disarmato • I beni dei politici italiani: dalle jeep agli ulivi • I bulldozer dell’Isis abbattono l’antica città di Hatra • A Manhattan una scuola elementare abolisce i compiti a casa • All’asta le foto di Marilyn Monroe America Barack Obama nell’anniversario del Bloody Sunday parla all’America di una ferita che è tuttora aperta: la questione razziale. Via via che si avvicina la fine del suo mandato, il primo presidente afroamericano affronta con più coraggio la condizione dei neri. Lo fa in un momento critico, dove la comunità afroamericana è in agitazione. Mentre il presidente parla in Alabama, un altro ragazzo nero è stato ucciso dalla polizia a Madison nel Wisconsin. Si chiamava Tony Robinson, 19 anni, neolaureato. Le prime ricostruzioni ufficiali fornite dalla stessa polizia del Wisconsin alimentano nuove controversie: il ragazzo era disarmato, è stato ucciso durante un controllo di polizia dentro casa sua, gli agenti hanno sparato più colpi. Ancora una volta la sproporzione nell’uso della forza sembra evidente: come nei casi di Michael Brown a Ferguson (Missouri), di Eric Garner a Staten Island (New York), più di recente del senzatetto chiamato “Africa” a Los Angeles. Quando è un nero a essere fermato, la polizia sembra non avere ritegno nell’aprire il fuoco. Sicura dell’impunità: nessuna incriminazione dopo i casi ricordati qui sopra. Lo stesso Obama a Selma cita la polizia di Ferguson, condannata da una recente indagine del suo Dipartimento di Giustizia. Il rapporto ufficiale degli inquirenti federali descrive Ferguson come una cittadina dove vige un clima da apartheid. Dove la polizia (95% bianchi per una popolazione al 65% nera) ammanetta gli afroamericani senza una ragione, gli urla insulti razzisti, li stordisce con le pistole elettriche senza essere stata provocata, minaccia e intimidisce chiunque osi criticare questi metodi. Una cittadina dove per riempire le casse municipali si infliggono multe a raffica, fermando i neri anche solo per avere attraversato fuori dalle strisce pedonali. E tuttavia il poliziotto che lì a Ferguson l’anno scorso uccise Michael Brown, non potrà essere trascinato in tribunale, l’indagine del Dipartimento di Giustizia non può revocare la decisione del Gran Giurì locale che escluse qualsiasi processo. «Quello che è accaduto a Ferguson — dice Obama — non è un’aberrazione isolata, non è un caso limite. Sono cose che continuano a succedere nel nostro paese». Politici A spulciare nelle dichiarazioni dei parlamentari del 2014 si trovano case, negozi, terreni, azioni, e poi tante auto d’epoca. Niccolò Ghedini è proprietario di cinque villini, quattro appartamenti (uno al 50%), quattro negozi, cinque terreni. E ancora: quattro box, due magazzini, un ufficio e altri due uffici posseduti per il 25%. Matteo Renzi, invece, dichiara due villini (uno a Pontassieve e l’altro a Rignano, a Firenze, in comproprietà con la moglie Agnese) e un uliveto. Il senatore del Pd Andrea Marcucci ha tre case di proprietà, quattro terreni, due box e anche un negozio, tutti nella sua Toscana. Laura Ravetto di FI, annota nella sua dichiarazione tre fabbricati, tutti nella Milano dove è andata a vivere dopo aver lasciato la sua città natale, Cuneo. Il senatore azzurro Sandro Bondi ha una casa ad Arcore (più un box per l’automobile), una casa in comproprietà (25%) a Fivizzano, in Lunigiana, e un ufficio a Novi Ligure a metà con la sua compagna, la senatrice Manuela Repetti, che proprio a Novi Ligure dichiara di possedere una casa, un negozio, tre box. Fabrizio Cicchitto non dichiara quasi nulla, se non un usufrutto di fabbricato a Roma e una Nissan Note del 2006. La ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, con l’imponibile più basso di tutto il governo, dichiara una Mercedes classe B 180 del 2011 e quote per poco più di mille euro di Banca Etruria. Il collega degli Esteri Paolo Gentiloni, invece, dichiara azioni per 195 mila euro circa e nel 2014 ne ha acquisite di Generali, Intesa, Unicredit. Tra i parlamentari di Forza Italia sembra esserci una passione per le auto d’epoca. Il premier del governo «ombra» Gianfranco Rotondi dichiara di possedere un’autobianchi A112 del 1978, mentre il capogruppo alla Camera Renato Brunetta vanta nel suo garage una Fiat 110 berlina 500 risalente al 1968, accanto a una Lada Vaz 2121 Niva dell’89 e una Jeep Wrangler del 1996. Di proprietà di Brunetta anche una Bmw-z3 usata, del 1999. Nel garage del ministro Giuliano Poletti, oltre alla Peugeot 207, ci sono un camper e una roulotte. Anche Beppe Grillo ha due automobili: la prima è una Mercedes classe A del 2002, la seconda una Suzuki Burgman del 2001. Può poi vantare una villa a Marina di Bibbona e appartamenti a Rimini, Megeve (Francia) e Lugano. Il leader M5S ha il 98% di Bellavista e il 99% di Gestimar srl, con sede a Genova, e 10 azioni della Banca Popolare Etica. (Arachi, Cds). Isis Continua la campagna dello Stato Islamico (Isis) contro quelle che i suoi attivisti, in nome di una distorta lettura del Corano, considerano le culture «idolatre» del passato, nelle regioni ancora sotto il loro controllo. Le ultime cronache raccontano di nuovi vandalismi sistematici sul sito dell’antica città di Hatra, posta nel cuore del deserto sassoso, circa 110 chilometri a sud di Mosul e una settantina dalla superstrada per Bagdad, dichiarata dall’Unesco «patrimonio dell’Umanità». Ieri mattina gli abitanti nelle vicinanze hanno testimoniato di aver udito almeno «due forti esplosioni» giungere dalla zona dei resti archeologici. Funzionari del ministero del Turismo e delle Antichità iracheno sostengono di avere informazioni circa la presenza di bulldozer e altri veicoli condotti da Isis sul sito con il fine preciso di abbattere le mura massicce, i grandi templi, le statue, le vestigia antiche oltre due millenni. Compiti A Manhattan la scuola P.S. 116 e sta facendo discutere l’intera America, perché la preside Jane Hsu ha deciso di cancellare i compiti a casa fino alla quinta elementare. Al loro posto, i bambini saranno incoraggiati a giocare, passare più tempo con i genitori e magari leggere, però solo a piacere. La preside: «Molti studi sono stati condotti sull’effetto degli homework alle elementari, e nemmeno uno ha offerto alcuna prova che li colleghi direttamente ai risultati accademici presenti o futuri. Quindi stiamo creando opportunità per gli studenti e le loro famiglie di impegnarsi in attività che la ricerca ha dimostrato essere utili per beneficiare il successo accademico, sociale ed emotivo». Il dibattito su questo tema è antico. Quasi dieci anni fa Alfie Kohn aveva pubblicato un libro che aveva fatto scalpore, intitolato «The Homework Mith», secondo cui far passare ai bambini altro tempo sui libri, dopo una giornata in aula, è dannoso. Kohn la pensa ancora così: «Non c’è alcuna prova che al livello delle elementari servano. I genitori che li pretendono sono malati di competitività tossica. Ma se diamo valore al bambino nel suo insieme, che include lo sviluppo sociale, emotivo, morale, artistico, fisico e intellettuale, è difficile credere che altro lavoro accademico serva». I suoi critici rispondono che i compiti rafforzano le informazioni ricevute, e soprattutto creano la disciplina essenziale per poi riuscire nel futuro scolastico. Diversi genitori della P.S. 116 si sono ribellati, e stanno meditando di trasferire i figli in un’altra scuola (Mastrolilli, Sta). Marilyn Comincia dopodomani, online, sul sito della Heritage Auctions di Dallas, la più grande vendita di foto di Marilyn Monroe. Fra il 10 e il 15 marzo vanno all’asta otto stampe del fotografo Bert Stern, il famoso «Last Sitting» realizzato per Vogue nel giugno 1962 quando all’attrice restavano meno di due mesi di vita. Base d’asta per Stern — le sue sono le ultime pubblicate quando Marilyn era ancora in vita — è 1.250 dollari a foto. Probabilmente si arriverà a 5 mila. Negli stessi giorni si vende il servizio di George Barris che ritrae l’attrice su una spiaggia della California. Le foto, scattate nel luglio 1962, non sono mai state pubblicate. Infine ci sono più di trenta lotti, sempre Marilyn, dal 1945 al 1962 (Polese, Cds).