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 2015  marzo 07 Sabato calendario

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marzo 2015
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L’EDITORIA
Rcs, sui libri esclusiva a Mondadori
Il Consiglio: per la cessione trattativa unica con la società del gruppo Fininvest fino al 29 maggio. No di Marchetti e Guarneri Ultima parola al prossimo Cda. Il ministro Franceschini preoccupato: “Settore sensibile”. Negoziato con Clessidra per le radio
MILANO .
Due mesi e mezzo per chiudere l’affare Mondadori-Rcs Libri. Il cda della casa editrice di via Rizzoli presieduto da Angelo Provasoli ha deciso ieri a maggioranza di concedere un’esclusiva al gruppo Mondadori fino al 29 maggio, per cercare di trovare un accordo definitivo tra le due case editrici. La notizia è stata salutata con entusiasmo in Borsa dove il titolo Mondadori ha strappato del 7,38% a 1,04 euro mentre per Rcs il rialzo è stato più contenuto, più 2,71% a 1,21 euro.
La manifestazione di interesse da Segrate era arrivata qualche settimana fa e prevedeva l’acquisto del 100% di Rcs Libri a un prezzo compreso tra 120 e 150 milioni. Unendo le forze Mondadori e Rizzoli diventerebbero una potenza nel segmento del “trade”, che nel 2013 valeva 1.258 milioni, con una quota del 38%, che chiaramente diminuisce se si considera il valore complessivo del mercato pari a 2.972 milioni. Per questo motivo l’operazione dovrà anche avere il via libera dell’Autorità Antitrust, per evitare che un singolo operatore venga a determinare una posizione dominante a danno degli editori più piccoli. «Ho letto quello che ha detto il presidente del Consiglio, capisco Matteo, ma io sono preoccupato in particolare per il settore del libro scolastico e del libro», ha osservato il ministro della Cultura Dario Franceschini «É un settore molto sensibile. Del resto non sarà il governo, né il premier né io a decidere. Quando le procedure saranno avviate, a decidere sarà l’Antitrust, un’autorità indipendente che valuterà, secondo le regole del nostro ordinamento, se c’è un rischio di trust o meno».
La decisione di avviare una trattativa in esclusiva, però, non è stata unanime ma presa a maggioranza dei presenti. Due consiglieri, l’ex presidente e giurista Piergaetano Marchetti e Attilio Guarneri, quest’ultimo indicato dalla famiglia Rotelli, hanno votato contro. E hanno battagliato fino all’ultimo affinché Rcs non prosegua nelle trattative dal momento che la decisione di vendere i Libri non era contenuta nel piano industriale triennale presentato a suo tempo dall’ad Pietro Scott Jovane, ed è motivata esclusivamente dall’esigenza di liquidità dell’azienda. Vi è infatti una forte necessità di abbattere l’indebitamento, che a fine 2014 era ancora intorno ai 480 milioni, e di aumentare il margine operativo lordo, per cercare di rientrare nel parametro di 4,5 (debiti su Ebitda) fissato con le banche per settembre 2015.
Il risultato è che si procede con «approfondimenti su termini e condizioni dell’eventuale operazione, riservandosi ogni conseguente valutazione nel merito». Il cda di Rcs si tiene dunque le mani libere e non prende alcun impegno formale per la formalizzazione dell’accordo. Anche perché, e questo è un fatto pubblico, l’assemblea del 23 aprile di Rcs dovrà provvedere a rinnovare l’intero Consiglio di amministrazione in scadenza. E dunque l’organo di governo che verrà eletto avrà mano libera nel continuare la trattativa con Mondadori o nell’interromperla a suo piacimento se il nuovo amministratore delegato elaborerà un progetto diverso per abbattere i debiti della casa editrice. Certo le opzioni sul tavolo non sono moltissime. Nella stessa riunione di ieri è stata avviata anche la negoziazione esclusiva con il fondo Clessidra fondato da Claudio Sposito per la possibile cessione del 44,45% nel gruppo Finelco, quello delle radio (Radio 105, Virgin Radio e Radio Montecarlo). Le valutazioni che gli analisti assegnano a questa quota si aggirano intorno ai 30 milioni, dunque in sé non determinante per risolvere la situazione, ma certo un’altra boccata d’ossigeno per l’azienda. ( g. po.)
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