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 2015  febbraio 28 Sabato calendario

Chiamiamoli «Zombie bond». Trattasi di emissioni obbligazionarie di società fallite, decotte, seppellite sotto varie procedure concorsuali

Chiamiamoli «Zombie bond». Trattasi di emissioni obbligazionarie di società fallite, decotte, seppellite sotto varie procedure concorsuali. Sovente con ex amministratori indagati, inseguiti da ordini di custodia cautelare o, comunque, finiti sotto inchiesta per bancarotta, quasi sempre fraudolenta. Gli anni successivi al crack delle emissioni Argentina sono stati caratterizzati da una pletora di emissioni obbligazionarie di questo tipo. Ci sono però alcune società specializzate nell’intermediare questi titoli che, anche dopo il decesso delle società che li hanno diffusi sul mercati, continuano a emanare tracce e segnali di vita sia pure impercettibili. Una di queste è la Advicorp, società londinese, fondata da Marco Elser, cittadino americano, laureato ad Harvard, venti collaboratori. Il loro lavoro è simile a quello di chi acquista crediti cattivi, i Npl, non performing loans. La differenza è che non vengono costruiti ulteriori castelli di carte come le cartolarizzazioni. La prima domanda, quella che viene spontanea è ma che cosa ci guadagnate? (Ride, ndr) Da sempre ho avuto il pallino di comprare cose scontate, si trattasse di abiti o di azioni. Mi ricordo che nel 2003 acquistai titoli della Apple a dieci dollari. Rivendendole dopo meno di due anni (per sfortuna). Ma titoli come le obbligazioni Giacomelli che tipo di utile possono dare? Mi sta citando proprio uno dei bond che a nostro giudizio ha cessato di dare ogni segnale di vita. Le rispondo, invece, citando Finmatica. La società fondata da Pierluigi Crudele, l’ex regina del Nuovo Mercato italiano, ma anche altre tuttora presenti sul mercato, sono nella stragrande maggioranza dei casi sottoposte a procedure concorsuali che di solito hanno una scansione lenta e delle improvvise accelerazioni nei riparti. Il nostro guadagno è strettamente connesso alla capacità di essere informati su quanto accade nell’ambito delle procedure. Sono queste le condizioni che ci consentono di incamerare anche margini significativi. Per un obbligazionista “normale” restare aggiornati sullo stato delle procedure può essere un problema. Certo che lo è. Occorre investire tempo e denaro e non sempre gli investitori privati ne dispongono a sufficienza. Oltre a questo non va sottovalutato l’elemento psicologico della questione. Seguire le procedure, per i risparmiatori che sono rimasti scottati da queste esperienze è pur sempre tornare sul luogo in cui si è commesso un errore di valutazione. È doloroso. Alcuni preferiscono rimuovere lo sbaglio commesso e non saprei dar loro torto. Meglio disfarsi dei titoli. Certo, ma come? Secondo la nostra esperienza la principale modalità è quella legale. Se un investitore ha fatto causa alla propria banca per le modalità con cui quei titoli sono stati venduti spesso ha visto riconosciute le proprie ragioni. Il risultato è la nullità del contratto. L’effetto è la restituzione alla banca dei titoli: quindi è la banca a rivolgersi a noi per disfarsi dei titoli. Posto che un cliente abbia fatto causa. E se non è accaduto o se la causa l’ha persa? Può trovare un accordo con la propria banca e la banca può raccogliere un certo numero di bond e cederli a noi. Noi li incameriamo e attiviamo le nostre strutture subentrando nelle insinuazioni al passivo delle procedure. Ma non sempre vi andrà bene. Ci saranno dei casi nei quali ci perdete dei soldi. Per noi è importante la presenza sul mercato. Esserci comunque ed essere operativi. Una sorta di attività di servizio che è comunque calcolata sin dall’inizio: un elemento nel calcolo dei costi e dei benefici. Va considerata come rischio d’impresa e come tale valutata. Ma questi problemi sono esclusivamente italiani? Questi tipi di eventi di default avvengono in tutti i paesi del mondo. Ciò che fa del mio lavoro un mestiere interessante è il fatto che ogni giurisdizione ha le sue peculiarità e le sue leggi che si modificano di continuo. Per questo dobbiamo essere sempre aggiornati.