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 2015  marzo 07 Sabato calendario

CORSIVI

La presidenta della Camera Laura Boldrina sta facenda una battaglia per declinara al femminila certa ruola che storicamenta sona stata riservata alla uoma. Se diciamo maestra o contadina - si è domandata - perché non dobbiama dira ministra o assessora? Glielo spiego io, che al pari di tanti colleghi ho questo problema tutti i giorni. Io, per esempio, continuerò a scrivere "la Boldrini" e non "Boldrini" perché trovo che l’articolo determinativo mi dia un’informazione in più. Per la stessa ragione continuerò a scrivere "signora presidente" o "signora ministro": ma solo per questo, non perché ci veda dietro una battaglia sui diritti. Certi mutamenti hanno i loro tempi: riformismo, non rivoluzioni. Non userò "ministra" o "assessora" perché suonano da schifo, li lascio ai cronisti che verranno o alle femministe impallinate: chiamare una "sindaca", anzi, mi pare denigratorio. Ci sono femministe americane che vorrebbero abolire il suffisso "man" da ogni parola: persino woman (donna) diverrebbe womyn. Da immaginarsi i problemi con mankind (umanità) e chairman (presidente, direttore) e addirittura history (la Storia, perché his è aggettivo possessivo maschile). Tempo al tempo, signora presidenta: altrimenta rischia di essera ricordata sola coma una fissata pesantona e arroganta, una signorina Rottenmaier che ci ricorda la presida delle medie. A proposito: sa perché, da sempre e senza problemi, si dice "la" preside e "la" maestra? Perché, da sempre, sono la maggioranza. Fine. Tempo al tempo, e si dia pace.