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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

MAIL – «Prima che Chelsea se ne vada a studiare al college devo farmi spiegare come funzionano queste benedette email»

MAIL – «Prima che Chelsea se ne vada a studiare al college devo farmi spiegare come funzionano queste benedette email». Una Hillary Clinton (foto) che da «first lady» (la frase è del 1996, con Bill presidente) sembrava a disagio, come qualunque altra mamma, davanti alla nuova tecnologia. Ne è passata di acqua sotto i ponti: vent’anni dopo «nonna Hillary», in procinto di spiccare di nuovo il volo verso la Casa Bianca (stavolta da titolare) deve vedersela col caso della sua posta elettronica scambiata quando era Segretario di Stato. Messaggi conservati non negli archivi elettronici del governo, ma in quelli privati della famiglia Clinton. I repubblicani, che già mesi fa attaccarono l’ex capo della diplomazia Usa per la segretezza delle sue comunicazioni, sono di nuovo all’offensiva. La Clinton si difende con un «tweet» nel quale auspica che le sue 55 mila email «private», consegnate a dicembre al dipartimento di Stato su richiesta del governo, vengano rese pubbliche appena possibile. I 55 mila messaggi messi a disposizione del governo non sono però l’intero archivio di Hillary, ma solo le email che, secondo lei, hanno un valore pubblico. È giusto sospettare e torchiare la ex «first lady» davanti a tanta, ingiustificata segretezza? Qualche repubblicano accusa addirittura Hillary di aver violato il Federal Record Act. Ma la legge è del 1950: Internet nemmeno esisteva. Per il team dei Clinton questa è un’altra tempesta in un bicchier d’acqua. Magari saranno gli stessi repubblicani ad archiviarla se troveranno qualcosa di più succoso su cui attaccare i Clinton. Ma è questo che comincia a preoccupare la sinistra americana. È giusto puntare tutto su un unico cavallo che potrebbe essere azzoppato, da qui alle elezioni del 2016, da uno scandalo improvviso o da qualche problema di salute? Nel partito cresce il desiderio di alternative reali, se necessario. Ma la panchina è corta e leggera: la senatrice Elizabeth Warren è troppo a sinistra. L’ex governatore del Maryland, Martin O’Malley, l’unico che si è fatto avanti fin qui, è un peso piuma.