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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

NEGRO «È

dura essere un negro. Ti è mai capitato di esserlo? A me sì, una volta, quando ero povero» (Larry Holmes, ex campione del mondo dei pesi massimi ed ex sparring partner di Muhammed Ali).

NIGERIANI «Purtroppo non siamo in grado, come Paese, di gestire l’ordine pubblico, s’è visto in occasione della scorsa finale di coppa Italia e per Roma-Feyenoord, quando s’è trattato di regolare il flusso dei tifosi olandesi nella Capitale: manco fossero nigeriani e lo dico con rispetto per i nigeriani» (la gaffe di Aurelio De Laurentiis).

ARROGANTI «Noi vogliamo competere là dove osano gli dei, percorrere le praterie della grande tecnologia che oggi non c’è e siamo così arroganti che vogliamo vincere» (Roberto Colaninno, presidente dell’Aprilia che rientra in MotoGp).

DEPRESSO «Non dite che sono depresso, mi godo la famiglia e la mia bambina, torno a casa, annuso il pannolino e sono felice. E lo sono anche con i miei amici, usciamo in moto, in aereo, con le pit-bike. Ma se non sento la moto, non riesco ad andare neanche all’80%. Ho provato di tutto, anche a cambiare stile, ma non ho fiducia nell’avantreno, in staccata non riesco a essere aggressivo e anche a centro curva la moto è imprevedibile» (Marco Melandri, non molto convinto della nuova esperienza in MotoGp con l’Aprilia).

MALATO «Mio padre, Andrea Conti, era un malato di calcio e della Roma. In giardino piantava solo fiori gialli e rossi. Con quei colori aveva dipinto anche le tubature della caldaia... Mi ricordo ancora la gioia che gli diedi quando tornai a casa e dissi: “Papà, m’ha preso la Roma”. Oh, io c’ho la lacrima facile...» (Bruno Conti, che il 13 marzo compie sessant’anni).

FIGLI «La leggenda dice che perdi mezzo secondo al giro per ogni figlio. Vedremo. Sarò un padre che tiene alla famiglia, è il top della vita. Sarò diverso da papà Keke: ai suoi tempi, l’uomo lavorava e la donna pensava alla casa; io, invece, mi vedo già ad aiutare» (Nico Rosberg).

MISSIONE «Una delle motivazioni che più mi spinge è dare popolarità all’asta. L’atletica non è solo gare di corsa: quando la gente viene allo stadio, vuol vedere sprinter e mezzofondisti. La mia missione è farli arrivare anche per ammirare gli astisti: spero che il mio esempio possa far sì che questo accada» (Renaud Lavillenie).