Paolo Griseri, Affari & Finanza 12/3/2015, 12 marzo 2015
MARCHIONNE
Secondo i calcoli più recenti ha già in portafoglio l’1,1% di Fca e, se traducesse stock option e stock grant in altre azioni, tra tre anni potrebbe arrivare al due%, confermando il suo ruolo di primo azionista singolo del gruppo. Sergio Marchionne si sta lentamente trasformando da manager in azionista, in vista del completamento del piano industriale e di quell’uscita di scena che lui stesso ha annunciato per il 2018. Certo, se il rilancio dell’Alfa andasse bene, facendo tornare le assunzioni in tutti gli stabilimenti italiani, il peso di Marchionne in Fca e in Italia aumenterebbe di molto, indipendentemente dalle azioni possedute. Ma se davvero il Lingotto riuscisse a trasformarsi nel quinto gruppo mondiale dell’auto grazie al piano prodotti presentato a Detroit nel maggio scorso, anche la nuova alleanza che ormai molti considerano inevitabile potrebbe essere trattata da condizioni di forza. E se fosse un’alleanza con una casa tedesca (per dire di uno scenario che l’ad del Lingotto ha spesso mostrato di non sognare come ideale) il consolidamento potrebbe consentire a Marchionne di cogliere l’occasione per passare la mano ad altri. Rimanendo al tempo stesso importante azionista di uno dei gruppi leader nel mondo dell’auto.