D, la Repubblica 28/2/2015, 28 febbraio 2015
HILLARY E LE ALTRE
La candidatura non è ufficiale, ma è già iniziato il reclutamento della squadra che assisterà Hillary Clinton nella corsa per le Presidenziali 2016. L’ex segretario di Stato si è accaparrata uno dei consiglieri di Barack Obama, John Podesta, come responsabile della sua (sempre più probabile) campagna elettorale: 66 anni, clintoniano della prima ora, è stato capo dello staff della Casa Bianca dal 1998 al 2001. Per Hillary giocherà il ruolo di stratega. Quello di Podestà – è la novità più interessante – è l’unico nome di uomo che gira intorno a Mrs Clinton. Le altre “assunzioni” sono infatti tutte al femminile. A cominciare da una delle più clamorose: Jennifer Palmieri, attuale responsabile della Comunicazione nello staff di Obama a Washington, che a primavera lascerà l’incarico proprio per lavorare accanto a Hillary. Dal marketing della Coca Cola è stata invece cooptata Wendy Clark: una mossa per attirare gli elettori più giovani. Tra le prime ad essere arruolate, c’è poi una veterana: Patti Solis Doyle, già responsabile dell’agenda dell’ex segretario di Stato e attuale general manager del Team Hillary (segue la raccolta fondi e la gestione delle crisi). Di Chicago come Podesta, Patti vanta origini messicane e uno spirito tagliente.Tra le altre più papabili candidate per le prossime nomine, altre donne: Stephanie Schriock, presidente di Emily’s List; la sua storica ghostwriter, Lissa Muscatine; il capo dello staff dell’ex First Lady durante il primo mandato del marito
Bill, Maggie Williams. Fino a Melanne Verveer, chief of staff durante il secondo mandato di Mr Clinton e oggi ambasciatore degli Usa per le Questioni femminili e nella commissione Onu sulla Condizione delle donne.
Infine, una delle più amate da Hillary: Huma Abedin. Rimasta dignitosamente al suo posto nonostante lo scandalo che coinvolse il marito (il politico Anthony Weiner, beccato a mandare messaggini sexy a un’altra), Huma è il capo dello staff di Hillary e la sua “body woman”. Di genitori indiani e religione islamica, Abedin ha il merito di aver difeso il suo matrimonio (come fece Hillary) e l’aria di chi si prepara alle nuove sfide che attendono la sua boss. A cominciare dal nuovo taglio di capelli, dicono qui a Washington.