La Stampa 3/3/2015, 3 marzo 2015
DAL 1974 UCCISI 132 POLITICI LOCALI
Auto incendiate, proiettili sparati contro i portoni di casa, minacce: non lo si penserebbe ma fare il politico locale è un mestiere pericoloso. Dal 1974 a oggi sono stati 132 gli amministratori uccisi a cui ne andrebbero aggiunti altri 11 che a vario titolo possono rientrare nella categoria.
La denuncia arriva dalla Commissione parlamentare che è stata istituita apposta sul fenomeno, presieduta da Doris Lo Moro, e che questa mattina depositerà la sua relazione finale. Una relazione che mostra, come purtroppo spesso accade, un’Italia spaccata in due. Sicilia, Calabria e Campania, infatti, rappresentano da sole il 73% di tutti gli atti intimidatori che sono stati perpetrati nei confronti degli amministratori locali. E quattro province, in particolare, guidano la classifica: Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Caserta.
Il decennio peggiore sono stati gli Anni 80 con 61 morti, l’anno peggiore il 1990 con 12 (di cui 8 solo in Calabria).
Una tendenza che non accenna a diminuire. Tra il gennaio 2013 e l’aprile 2014 si sono registrati 1265 episodi, tre al giorno. E solo in 182 casi si è risaliti ai presunti autori delle intimidazioni. Nel Nord spicca il caso di Torino che ha raccolto il 4,4% delle intimidazioni. Quanto ai fatti più gravi, è la Puglia a essere la regione più colpita.