Flavio Vanetti, Corriere della Sera 1/3/2015, 1 marzo 2015
ROSBERG: «QUEST’ANNO SISTEMO LEWIS LA FERRARI? È CRESCIUTA, VA RISPETTATA»
DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA Gentile, intelligente, trasversale nei concetti. E battagliero più che mai. Se è vero che la Mercedes anche quest’anno sarà inavvicinabile, ecco che il nemico numero uno di Lewis Hamilton sarà lo stesso del 2014: il compagno di squadra e anche il compagno di condominio (a Montecarlo).
Rosberg, siete davvero convinti che la Ferrari sia l’avversario più pericoloso?
«È quello che ha fatto il maggiore passo in avanti. Abbiamo un occhio sulla Rossa: va rispettata».
Lei che cosa può fare di più per battere Hamilton?
«Guidare meglio. È possibile e di certo sarò più forte. Ho una buona base, il vantaggio in qualifica: devo mantenerlo e alimentarlo sistemando, in corsa, due o tre cose».
Hamilton è stato più bravo o più fortunato?
«Più bravo. Ma di poco».
L’anno scorso la lotta fu tesa. Adesso?
«Sarà un duello duro. Ma questo è il bello: intenso e basta. Lewis è un gran pilota, è bello misurarsi con lui».
È pace vera tra voi due?
«L’unica cosa cambiata è che da due anni Lewis non viene a mangiare hamburger a casa mia. Però abbiamo rispetto reciproco: ci ritroviamo a parlare e a ridere. D’altra parte i momenti difficili torneranno: avrete ancora da scrivere».
Si può essere amici in F1?
«Si può, ma è difficile per come siamo fatti noi piloti e per come è questo mondo: troppi interessi dietro, è dura».
Si dice: vincere aiuta a vincere. Quindi Lewis potrebbe essere avvantaggiato. Ma anche chi è affamato di successi è motivato.
«Funzionano entrambe le cose. Forse nel mio caso è più facile: ho un obiettivo, devo batterlo. Questa stagione segnerà la mia rivincita».
Lewis potrebbe essere un po’ deconcentrato, anche per le note vicende affettive?
«I fatti personali non li commento. Quanto alla possibile deconcentrazione, ci sta: quando vinci, diventi più complicato. Vale pure per noi, come squadra: dobbiamo trovare nuove motivazioni».
La vostra superiorità è imbarazzante.
«Sono felice che ci temano».
Per sorpassarvi proveranno a cambiare le regole.
«È sempre stato così».
Nel titolo di Hamilton c’è anche qualcosa di Rosberg?
«Sicuro: lo rendo più forte e Lewis mi rende più forte. È da quando siamo piccoli che lottiamo per superarci: preferisco battere lui più che gli altri».
Sarebbe stato giusto dividere il titolo a metà?
«No, è suo: al massimo mi sarei preso un 5%. La Mercedes mi deve qualcosa? No, sono io a esserle debitore. Però il titolo costruttori è anche il mio».
Lei è sposato e sta diventando papà. Alonso e Hamilton no: sono più forti gli scapoli o gli ammogliati?
«Ancora non lo so: la leggenda dice che perdi mezzo secondo al giro per ogni figlio. Vedremo. Sarò un padre che tiene alla famiglia, è il top della vita. Sarò diverso da papà Keke: ai suoi tempi, l’uomo lavorava e la donna pensava alla casa; io, invece, mi vedo già ad aiutare. Mi sto allenando con un labrador: gestire un cane sviluppa l’organizzazione».
L’incidente di Alonso, non chiarito, vi dà paura?
«La paura c’è sempre. Ma il non sapere che cosa è successo non mi cambia atteggiamento. Corriamo in sicurezza? Ho la massima fiducia nella squadra. L’altro giorno leggevo il racconto di Fangio di un Gp in Argentina nel quale lui e Stirling Moss svennero e furono rianimati a secchiate d’acqua. A Fangio a fine gara fecero un’iniezione di adrenalina e i medici riscontrarono che il cuore aveva sofferto. Quelli erano veri eroi. Ed erano pazzi».
Ivan Capelli ha detto che nella F1 c’è omertà .
«Avrei da dire delle cose, ma non posso. Peccato».
Si sta andando verso macchine da 1.000 cavalli.
«Preferirei un miglioramento del rumore: è quello che crea l’atmosfera. Ma se si ripartisse da zero, vorrei si tornasse alle auto degli anni 80, con le gomme posteriori larghissime».
Vettel si è fatto sedurre dalla Ferrari. Ha fatto bene?
«Lo dica lui. Ha ricercato nuovi stimoli. La Ferrari, poi, per lui è un sogno. Ed è anche una leggenda, assieme alla Mercedes. Per questo sono contento di stare dove sono: tedesco in una squadra tedesca, la migliore della F1. No, al momento non penso alla Rossa».