Cristina Taglietti, Corriere della Sera 1/3/2015, 1 marzo 2015
IL MONDO MI FA UN BAFFO. ANZI: TANTI BAFFI, E ANCHE STRANI
I l domatore di baffi, il barbiere-esploratore del monte Barbiglio, il palombaro che si immergeva senza scomporre i mustacchi, il signor Dupré che aveva trasformato la folta barba in un nido per uccellini, dopo che la vecchia sequoia dove vivevano era stata abbattuta. Ma anche la signora Montespan, donna morigerata e irreprensibile, fiera dei suoi eleganti baffi, che uccise il marito con i ferri da maglia perché usava il suo rasoio. O il signor Meunier, coltivatore di lavanda che una sera si perse in quell’inebriante distesa e quando riemerse gli erano spuntati sotto il naso due germogli.
Queste e altre brevissime storie dal vago sapore fin de siècle , tutte illustrate a china, sono raccolte in un volumetto di Antonio Bonanno dal titolo Mustacchi (Logos, pagine 80, e 10). Illustratore catanese che collabora con vari editori italiani, Bonanno racconta aneddoti, curiosità pseudo-storiche, meraviglie, fenomeni da baraccone o da guinness dei primati. «Senza baffi un uomo non è vestito correttamente» diceva Salvador Dalí, eppure qui i baffi non sono soltanto indumenti o ornamenti, ma diventano strumenti, armi, oggetto di uso quotidiano, veri e propri superpoteri per ventidue supereroi (o freak se si preferisce) d’altri tempi.
Ci starebbe bene anche quel francese che un giorno decide di tagliarsi i baffi che porta da una vita e aspetta che torni la moglie per vedere che cosa dirà. Il fatto che lei non se ne accorga, lei come nessun altro, lo farà precipitare in una spirale dell’assurdo che lo porterà fino a Macao in cerca della propria identità. Parliamo di Baffi (Bompiani), piccolo libro scritto da Emmanuel Carrère nel 1986, prima di diventare autore di culto.