Mario Sconcerti, Corriere della Sera 28/2/2015, 28 febbraio 2015
CAMPIONATO FALSATO NON INTERVENIRE È IL GRANDE ERRORE
Il caso Parma è diverso dalle decine di casi analoghi già successi perché accade durante il campionato. Fallire in estate significa essere sostituiti, il campionato non se ne accorge. Fallire in primavera significa regalare punti ai prossimi avversari e toglierne qualcuno a quelli con cui si era già giocato. Questo porta a dire giustamente che il campionato è falsato. In sostanza, con grande spirito di comunanza, quello che interessa al calcio, non è la chiusura di un’ azienda storica, la disoccupazione di un centinaio di impiegati e addetti, la galera forse di qualcuno, ma la differenza di piccoli vantaggi che la sua chiusura porterà agli avversari. Già questo racconta il vento marcio che tira. Cosa dovrebbero fare Federcalcio e Lega per limitare i danni? Direi poco o niente. Avrebbero potuto controllare meglio i conti del Parma prima, ma all’iscrizione al campionato gli stipendi erano stati pagati, i parametri rispettati. Da tempo si sentiva dire che Ghirardi avesse dei problemi, ma finché vi faceva fronte nessuno poteva intervenire. Il Parma non mi sembra vittima di nessuno se non dei propri errori. Un numero sconfinato di giocatori e alcuni pagati oltre le proprie possibilità. Se c’è dell’altro è compito della magistratura trovarlo. Tutta l’Inter è sotto ipoteca delle banche, tutta l’Inter è sottoposta alla bontà di un solo progetto. Cosa dovrebbe fare il calcio, fermarla e controllarla ogni tre mesi? E con quali diritti? O andare a chiedere a Berlusconi come intende coprire i suoi 256 milioni di debiti Milan? Esiste per tutti un rischio d’impresa. Il Parma non ha retto. È non intervenire la vera falsità. I capi del calcio sono inadatti o molto furbi, hanno inventato un modo di governare il gioco che cristallizza tutto sulle situazioni di 50 anni fa, ma sono spesso il meglio della nostra industria. La Lega non è Beretta sul cui giudizio finale concordo con Lotito. La Lega, il calcio, è l’insieme dei presidenti, quindi Squinzi, Agnelli, Della Valle, Berlusconi, Cairo, De Laurentiis, Pallotta, Thohir, gente che non si lascia fare prepotenze e accetta solo quel che conviene. Non ha bisogno di essere difesa. Decidano loro come vogliono il campionato, ne hanno facoltà se si mettono d’accordo.