Il Messaggero 28/2/2015, 28 febbraio 2015
SOLO LA SVEZIA SI È MOSSA ANCHE SE C’È L’OK DELLA UE
ROMA Per l’Europa l’unica soluzione in Medio Oriente è, da almeno venti anni, quella dei «due Stati». E mentre Israele frena, dalla Ue si moltiplicano i segnali politici a favore del riconoscimento formale dello Stato di Palestina, considerato come un passo ormai indispensabile per costruire una relazione da pari a pari tra israeliani e palestinesi. Il voto del Parlamento italiano arriva dopo quelli di segno analogo in Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, nonchè dello stesso Parlamento europeo.
Ma finora solo la Svezia, tra i Paesi occidentali, è passata al concreto riconoscimento di uno Stato di Palestina. Un atto annunciato il 3 ottobre dal premier Stefan Lovfen e formalizzato il 30 ottobre, suscitando il plauso del mondo arabo e le furiose reazioni israeliane. Un passo storico, quello svedese, che ha spezzato l’isolamento diplomatico della Anp, presente alle Nazioni Unite come rappresentante dello Stato di Palestina, ma solo con lo status di «osservatore permanente». Sul piano politico il riconoscimento è molto più ampio in Europa, dove il 17 dicembre scorso la plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo ha approvato a grandissima maggioranza (498 sì, 88 no e 111 astenuti) una risoluzione bipartisan appoggiata da popolari, socialisti, liberali, verdi e sinistra unitaria e dal valore assolutamente simbolico, visto che la Ue non riconosce Stati. Il testo sostiene «in linea di principio» il riconoscimento dello Stato della Palestina sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale.
IL NO DELLA GERMANIA
Nei singoli Paesi europei, larghissima (274 a favore, solo 12 contrari) la maggioranza pro-Palestina nel voto del 13 ottobre alla Camera dei comuni di Londra. Il 18 novembre è stata la volta del Parlamento spagnolo. Quello del Portogallo il 12 dicembre ha approvato una mozione ’bipartisan’ presentata dalla maggioranza di centrodestra con l’appoggio del Partito socialista, principale schieramento dell’opposizione. Il giorno prima, il doppio sì in Irlanda e Francia. Col Senato francese che, con una risicatissima maggioranza (153 sì, 146 no), dava il via libera alla mozione per il riconoscimento che il 2 dicembre era invece già passata in fanfara all’Assemblea nazionale (339 sì, 151 no, 16 astenuti). Dal quadro dei grandi paesi europei in sostanza manca solo la Germania.