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 2015  marzo 03 Martedì calendario

SARA’ PURE UN PO’ FASCIA MA È L’UNICA REALTA’ VIVA NEL CENTRODESTRA

Non sono un particolare sostenitore o detrattore della manifestazione di Piazza del Popolo, ma avrei qualche domanda da fare circa alcune obiezioni che sono state mosse.
1) È vero, la manifestazione ha restituito un’immagine effettivamente pasticciata e incerta, non propriamente una campionatura di tutti i variegati centrodestra italici: ma dite un po’, quando nel tardo 1993 e 1994 furono messi insieme il Msi (non era ancora An) con la Lega di allora (ve la ricordate la Lega di allora?) con la neo Forza Italia dei kit e delle coccarde, dite, l’insieme appariva poi così omogeneo? Pensateci bene.
2) Il centrodestra italiano è moderato, sì, e abbiamo capito che perciò non corrisponde appieno all’armata malassortita che Salvini ha pungolato a colpi di vaffanculo, come un Grillo qualsiasi: e sarà anche vero, anzi lo è, ma chi avrebbe detto, due anni fa, che «l’estremista» Tsipras si sarebbe preso la Grecia? E chi avrebbe detto che «l’estremista Le Pen» si sarebbe presa la Francia? I comizi restano comizi, sono sempre estremisti, i messaggi restano macro-messaggi, e i moderati italiani restano la maggioranza, sì: ma ciò che li anima, in questo 2015, non è moderato per niente, come non lo era nel 1993-1994. La punta dell’iceberg è emersa sabato, una punta tra altre punte: ma l’iceberg, sotto, c’è. Qualcosa si muove e dà segni di vita: è tutto quello che c’era da cogliere alla manifestazione. Il resto sa di ospizio.
3) Chi, tra Berlusconi e Alfano, sarebbe stato in grado di organizzare una manifestazione del genere? Cioè di far scendere in piazza quella gente senza prezzolarla e dotarla di coreografie artificiose? Benché parziale e a tratti caricaturale, sabato quella gente aveva una caratteristica innegabile: esiste. Così come esiste Giorgia Meloni, che non è Salvini e cresce ogni giorno. Il tizio che alzava il manifesto di Mussolini vale quanto il ciccione con le corna vichinghe che da vent’anni viene fotografato ai comizi leghisti: poco o niente, perché non fa primavera.
La paura della «destra» e la sirena dell’allarme democratico sono temi ridicoli, perché gli argomenti che scaldavano la maggioranza della platea, sabato, sono gli stessi che inquietano la maggioranza dei moderati rimasti a casa: l’Europa dei burocrati, dei banchieri, degli immigrati parassiti quando non pericolosi, la sicurezza, e poi l’Euro, il cappio fiscale, la sicurezza: voglio vedere chi a destra o sinistra li definirebbe temi populisti o demagogici.
Ora dicono che Salvini fa campagna per Renzi: ma è anche vero il contrario. I nominati di Forza Italia che ora dicono «abbiamo poco in comune con CasaPound» dovrebbero chiedersi quanti italiani abbiano qualcosa in comune con loro, che bramano alleanze «moderate» e condotte nelle segrete stanze. In una cosa ha ragione Flavio Tosi: ormai gli elettori percepiscono Berlusconi e Alfano quasi nello stesso modo, anche perché Ncd è al governo con Renzi e Berlusconi ha governato con Renzi fino all’altro ieri.
Ecco perché suona comico dire che Salvini faccia il gioco di Renzi, come dice Forza Italia: perché presto non ci sarà più alcun gioco a cui il centrodestra sarà chiamato a partecipare.