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 2015  marzo 02 Lunedì calendario

TUTTI I VERBALI CAVILLO PER CAVILLO

Poveri vigili di Milano: etichettati da decine di migliaia di guidatori come tassatori furbetti per aver aggirato il problema della prescrizione dei verbali “retrodatandoli” al giorno in cui un agente ha esaminato in ufficio le relative foto scattate dai nuovi autovelox fissi installati in città, a ben vedere sono stati anche coscienziosi. Infatti, i loro colleghi di molti altri Comuni quel problema non se lo sono nemmeno posto: per accelerare i tempi di notifica, hanno affidato a società private il compito di visualizzare le foto e preparare i verbali (cosa legittima), senza verificare direttamente il tutto (cosa che può essere addirittura un reato). Così è accaduto persino che la stessa società abbia mandato a nome di un Comune calabrese alcuni verbali per eccessi di velocità rilevati nel territorio del paese confinante.
Sono solo alcuni tra gli esempi più clamorosi di quel che succede in Italia da anni. Cioè da quando i controlli automatici hanno fatto aumentare la mole di lavoro di molti corpi di polizia locale, mettendone a dura prova l’organizzazione interna. E anche la preparazione tecnica e giuridica di ufficiali e agenti.
I migliori si sono divisi in varie “scuole di pensiero”. L’ultima a distinguersi è stata quella minimalista romana, a proposito delle “multe a strascico” per divieto di sosta: ai proprietari di auto e furgoni ripresi in doppia fila con la telecamera montata su una vettura di servizio in movimento continuo, vengono mandati verbali scritti come se l’infrazione fosse stata accertata dal classico vigile a piedi munito di taccuino. Un modo per glissare sul fatto che con la telecamera a volte è difficile accertare l’assenza del guidatore, cioè il requisito fondamentale per fare multe seriali senza perdere tempo a contestarle immediatamente al trasgressore. Ma prima o poi qualcuno se ne accorge. Perché in Italia gli avvocati pullulano o, più semplicemente, perché si sconfina nel comico. È successo proprio a Roma, dopo che nell’occhio della telecamera (lasciato senza controllo dai vigili) è incappato un corteo funebre. Ora si attende che la Prefettura si pronunci sul caso e sulla correttezza dei verbali.
C’è poi chi si avvita in motivazioni cavillose per giustificare la scelta di piazzare autovelox fissi su viali cittadini dove una legge (fatta apposta per tagliare le unghie ai Comuni) li vieterebbe ma il sindaco li vuole. Per la cronaca, in questo caso il sindaco si chiamava Matteo Renzi.
Ma la schiera più folta è quella degli gnorri. Quelli che, per pura inerzia o per paura di finire inquisiti dalla Corte dei conti, fanno scattare le sanzioni raddoppiate riservate a chi non paga entro 60 giorni anche quando la multa viene pagata in tempo ma sbagliando sulle spese di accertamento e notifica. Eppure la Cassazione ha stabilito che in questi casi al cittadino si può solo chiedere di mettersi a posto sulle spese.
Cavillo per cavillo, però, ci si può far male. Così ci sono giudici di pace che hanno preso l’abitudine di addebitare ai Comuni un centinaio di euro, quando accolgono ricorsi in massa su prassi comunali ripetute ma illegittime. E ci sono prefetti che, con motivazioni fantasiose, arrivano a vietare gli autovelox comunali fuori città: reazioni discutibili a controlli discutibili.