Paolo Festuccia, La Stampa 28/2/2015, 28 febbraio 2015
RAI WAY ED EI TOWERS, 4 MILA TORRI CHE RENDONO MEZZO MILIARDO L’ANNO
Oltre 4mila torri per mezzo miliardo di euro di ricavi. È questo il business degli impianti di trasmissione nel nostro Paese. Ricavi destinati ad aumentare in vista dell’integrazione tra contenuti multimediali e rete. Anche da qui, la scelta di Ei Towers (controllata Mediaset) di mettere sul piatto oltre 1 miliardo di euro per acquisire il 66 per cento di RaiWay. Un’offerta che tra gli obiettivi ha quello di creare le condizioni per la nascita di un operatore unico come in Francia e in Inghilterra. Un operatore in grado di mettere insieme telefonia e Tv e che in breve possa diventare leader del mercato del Wi Fi pubblico. È in questa logica, infatti, che l’azienda controllata da Mediaset si muove sul mercato, sapendo che il business delle torri e più in generale delle infrastrutture sarà destinato a crescere come accaduto nel resto d’Europa. Gli esempi, infatti, arrivano da Francia e Inghilterra dove l’operatore unico Arqiva (Inghilterra) e Tdf (Francia) sono realtà considerevoli con all’attivo oltre 14 mila torri di trasmissione integrate perfettamente dalla telefonia alla televisione. A questo modello, ovviamente, pensano gli operatori italiani che nella «lotta» a suon di milioni di euro per l’acquisizione dei «tralicci» immaginano non solo di distribuire il segnale televisivo ma soprattutto «diffondere» dati e contenuti multimediali. E in un certo senso – raccontano a viale Mazzini – «l’opa di Ei Towers su Raiway è il primo passo non solo verso l’operatore unico ma anche verso la conquista del business del Wi Fi pubblico», che in Italia fatica a decollare.
FRANCIA E INGHILTERRA
«È chiaro – afferma Antonio Sassano, professore di Ricerca operativa alla Sapienza di Roma – che avvicinarci a quanto accade in Inghilterra o in Francia sarebbe interessante. Ci consentirebbe di offrire una piattaforma di trasporto più efficiente ai fornitori di contenuti locali e nazionali e anche di gestire al meglio il coordinamento internazionale». Un dato, comunque, è certo: se il mercato si è mostrato favorevole al matrimonio tra torri qualche dubbio sull’opportunità di privatizzare RaiWay alle condizioni di Ei Towers resta. A cominciare proprio dall’ubicazione delle torri, molte delle quali (Mediaset e Rai) sono attigue agli stessi siti (doppioni insomma). Resteranno tutte in funzione? O le sinergie tra società comporteranno tagli (riduzione anche di personale), razionalizzazione dei servizi e altro? E ancora: le torri televisive possono essere utilizzate anche per la telefonia o per la riuscita del matrimonio (pubblico e privato) si dovrà ricorrere a un terzo soggetto? I tecnici sottolineano che le antenne per la telefonia devono essere vicine ai nostri cellulari e dunque debbono essere localizzate nei centri più densamente abitati. Al contrario, per irradiare il segnale televisivo in modo efficiente ed economico e minimizzare l’elettrosmog, è necessario che le torri siano localizzate in siti lontani dai centri abitati. Dunque si tratta di siti di trasmissione, e dunque torri, che raramente coincidono. Un operatore di rete che volesse ospitare gli operatori mobili e quelli televisivi dovrebbe avere sia le torri EiTowers (o RaiWay) che quelle Tim (o di Wind).
OPERATORI TELEFONICI
Ovviamente una volta celebrato il «matrimonio» per RaiWay-Ei Towers sarebbe più facile portare al tavolo anche un operatore telefonico. Tant’è che anche Telecom da mesi pensa di quotare le proprie antenne: oltre diecimila. Che, se messe insieme a Ei Towers-Raiway fanno più di 15mila, tante quante ne gestisce Arqiva in Inghilterra (dove il tema della connessione è stato risolto con il sistema hotspot). Ma a quel punto si porrebbe un problema: la straordinaria concentrazione tra contenuti e reti. Un nodo che potrebbe essere risolto mettendo dentro un unico contenitore (si pensa già a Cassa depositi e Prestiti) le varie società per separare la rete dai contenuti, un po’ come accaduto con Terna e Snam Rete gas. «Anche perché – sottolineano i ben informati dalle parti di viale Mazzini – se si fa un opa si spende molto, ma è Mediaset poi a controllare se, invece, ti siedi a un tavolo trovi convenienza per tutti. E in fondo in Italia si tratta su tutto».
Paolo Festuccia, La Stampa 28/2/2015