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 2015  febbraio 28 Sabato calendario

SE ELKANN SI METTE IN FINANZA

John Elkann ha rotto gli indugi nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 febrraio, quando dagli Stati Uniti è trapelata la notizia che Exor ha deciso di vendere la quota (81%) nella società immobiliare newyorchese Cushman&Wakefield (C&W), ovvero la terza controllata per importanza, dopo Fca e Cnh, in pancia alla holding.
Al di là di quello che potrebbe sembrare, il disinvestimento in C&W non rappresenta per niente un segno di arretramento della cassaforte di casa Agnelli ma al contrario un sintomo di rilancio, visto che è il segnale più chiaro che Exor è in procinto di fare un nuovo maxi investimento. Un nuovo colpo che, come ha spiegato per primo MF/Milano Finanza giovedì 26, sarà realizzato nell’acquisizione di una quota di maggioranza o di controllo relativo in una società operante a livello globale nel settore dei servizi finanziari, nelle assicurazioni o nel risparmio gestito in particolare.
La cessione dell’immobiliare newyorchese, valutata dal Wall Street Journal 2 miliardi di dollari, infatti assicurerebbe alla holding di John Elkann, che ne detiene l’81%, una cifra ai prezzi di mercato odierni di 1,62 miliardi di dollari, ovvero 1,42 miliardi di euro. Questa iniezione di cassa, cospicua di per sé, diventa importantissima se si va ad aggiungere a quella in pancia da tempo a Exor, che nel giugno 2013 ha ceduto la sua quota nella società di certificazione svizzera Sgs per 2 miliardi registrando 1,5 miliardi di plusvalenza netta.
La liquidità di Exor, quel giorno, salì nell’intorno dei 3 miliardi ma, nonostante questo, da allora nessuna nuova acquisizione importante è stata conclusa se si escludono i circa 700 milioni investiti nel convertendo Fca. Quindi, ipotizzando un incasso di circa 1,4 miliardi dalla cessione di C&W, la holding guidata da John Elkann si ritroverebbe in pancia mezzi tra 3,4 e 3.7 miliardi da investire, un cifra che consente a Exor di osservare con grande voce in capitolo i mercati mondiali in cerca di prede. Insomma, comunque la si osservi, la cessione di C&W segna un punto di svolta importante nelle strategie della holding piemontese. Soprattutto è importante capire come e su quali obiettivi Exor intenda impiegare questa ingente cassa.
Secondo le indiscrezioni, l’iniezione di denaro, infatti, non sarà utilizzata per sostenere le strategie future né di Fca né di Cnh, visto che a Torino si ritiene che la holding abbia completato con il convertendo il suo ruolo di sostegno a Fiat Chrysler. Invece, l’idea sarebbe quella di un nuovo investimento in ottica di diversificazione nel portafoglio.
In particolare, visto che i due maggiori asset in portafoglio sono Cnh e Fca, ovvero due società industriali, Exor starebbe cercando una società in un settore meno capital intensive in cui entrare in maggioranza o con una quota che consenta il controllo. In questo senso le indiscrezioni pubblicate da MF-Milano Finanza il 26 febbraio, indicano come sospettato principale il comparto dei servizi finanziari e, considerando che i rendimenti degli investimenti nelle banche non sono granché soddisfacenti né in termini di redditività né in termini di dividendo, il mirino sarebbe puntato soprattutto sul comparto assicurativo e sul risparmio gestito. Ma non sulle Generali, ipotesi che Torino smentisce categoricamente.
D’altronde, ha ricordato Equita sim in settimana, l’interesse della holding per questo settore non sarebbe una novità. In un report in cui ha alzato il prezzo obiettivo del titolo da 33 a 40 euro confermando la raccomandazione hold, la società di analisi ha spiegato che la cessione di Cushman & Wakefield «avrebbe un impatto positivo sul Nav del 4% circa», ma soprattutto che in passato la holding di casa Agnelli studiò in almeno tre occasioni un investimento nei servizi finanziari, con «il dossier Banca Fideuram nel 2009 e quello Kbc nel 2010 oltre ai rumor su Swiss Re nel 2014». Inoltre Equita ha sottolineato come il nuovo target price sia calcolato applicando uno sconto sul Nav del 15%, «inferiore alla media storica per tener conto della gestione attiva mostrata negli ultimi anni», da quando cioè Elkann è arrivato alla guida della holding. Sulla stessa linea Mediobanca, che in una nota ha alzato il prezzo obiettivo da 35 a 45,3 euro, confermando la raccomandazione outperform. La banca di investimento milanese valuta positivamente l’ipotesi di cessione di C&W. Non solo, ma la nota ha inoltre spiegato «che da quando John Elkann ha assunto la posizione di ceo di Exor (febbraio 2011, ndr) ha iniziato a gestire il suo portafoglio più attivamente e, cosa probabilmente più importante, monetizzando gli investimenti redditizi con una buona tempistica». Al momento Mediobanca nel calcolo del target price su Exor applica uno sconto del 15% rispetto al Nav, ma ritiene che una gestione attiva e redditizia del portafoglio potrebbe «meritare uno sconto anche più basso». Infine, si legge, Exor «resta un buon modo per investire in Fca, e quindi in Ferrari, a sconto rispetto agli attuali prezzi di borsa» conclude la nota.
In questo quadro sarà cruciale che il nuovo investimento si riveli un successo. Secondo quanto trapela, gli obiettivi allo studio della holding si concentrerebbero su società incorporate negli Stati Uniti o in Europa ma che abbiano un’attività in tutto il mondo. Insomma radicate negli Usa o in Europa, come del resto Fca e Cnh, ma che abbiano un business globale in grado di controbilanciare il ciclo cui sono soggette le aziende industriali. Visto che dopo l’ipo di Ferrari nella prossima estate Exor avrà anche il controllo diretto della Rossa con circa il 24%.
Nel frattempo un piccolo investimento è stato fatto in gennaio nella Juventus, club che Exor controlla con il 63,7%. Il sodalizio bianconero venerdì 27 ha reso noti i conti della semestrale 2014/15, segnando ricavi stabili a 156 milioni e una perdita netta di 6,7 milioni rispetto all’utile di 4,8 milioni registrato nel semestre 2013/14. Inoltre gli investimenti sul mercato hanno provocato un aumento dell’indebitamento finanziario, arrivato a toccare i 224 milioni, ovvero 18 in più nei confronti del semestre 2013/14. Non solo, ma come hanno rivelato le carte societarie, nel semestre la Juventus ha assorbito liquidità per circa 21,6 milioni e ha dovuto rivolgersi a Exor ottenendo una linea di credito di 50 milioni. La holding, infatti, ha aperto un finanziamento «con decorrenza primo febbraio» e da utilizzare fino alla «scadenza del 31 dicembre 2015». Insomma, una piccola stampella al club tanto amato dall’Avvocato Agnelli, il nonno che ormai tanti anni fa lo ha designato come futuro comandante del suo impero.
Luciano Mondellini, MilanoFinanza 28/2/2015