Filippo Facci, Libero 28/2/2015, 28 febbraio 2015
CORSIVI
Guardate l’orologio: entro un’ora, in Italia, avranno pubblicato 7 nuovi libri. Entro mezzanotte saranno 170. Ogni anno fanno 60mila nuovi, e circa il 60 per cento resterà invenduto. Sì, perché solo il 43 per cento degli italiani legge almeno un libro all’anno: e ancora meno - il 37 per cento - lo acquista. Di questo 37, solo il 4 per cento è formato da lettori forti: ma in generale calano i lettori e calano le vendite, come non era mai successo. Conoscevate questi dati? Sì? Perfetto, perché è l’unica cosa da conoscere a margine dei comici "appelli" che si oppongono a una Mondadori che possa comprare Rizzoli: operazione che non piace neanche a me - ho appena lasciato Mondadori e pubblicato con Rizzoli - ma in una logica di mercato è persino ovvia, di una normalità prevedibile. Un grande editore italiano, se vuole mantenere i margini ottenuti dalla concorrenza internazionale, o vende o rilancia. Rizzoli vende. Mondadori rilancia. Rizzoli è in rosso e Mondadori cerca di rimanere in bianco: il resto è a zero o appartiene a un altro tempo, a un altro Paese, un Paese - ricordiamo - in cui Mondadori deve fronteggiare Hachette che in Francia ha solo il 25 per cento del mercato, ma è grande tre volte Mondadori: perché la verità è che noi italiani non leggiamo un tubo. Rizzoli ha un rosso da paura, fine. "Ma quali appetiti di Berlusconi", mi diceva ieri un alto papavero di Rizzoli, "la verità è che la stiamo dando via con la fionda".