Maurizio Molinari, La Stampa 28/2/2015, 28 febbraio 2015
GIORNALAIO
Con la morte di Amir Dana Gerusalemme Est perde il giornalaio palestinese più popolare, la cui vita riassume e racconta quanto avvenuto dentro e fuori la Città Vecchia dai tempi del Mandato Britannico. Amir Dana nasce nel 1930, quando l’Union Jack sventola sulla Palestina, in una famiglia di arabi nazionalisti che partecipano allo sciopero generale del 1936. Il padre e tre fratelli vengono arrestati dagli inglesi, e la famiglia rischia il collasso economico. A 6 anni Amir si ritrova con la responsabilità di portare a casa quanto serve per mangiare. L’occasione viene da un amico del padre, residente nei quartieri ebraici, che propone a lui e a un altro fratello di vendere giornali. La professione dello strillone consente alla famiglia di superare le difficoltà del momento ma gli impedisce di andare a scuola. Amir cresce analfabeta ma impara a leggere e scrivere guardando titoli e articoli. A 14 anni è padrone anche di inglese, ebraico e francese. Conosce Gerusalemme come le proprie tasche, i giornali arabi lo cercano e inizia a scrivere per periodici egiziani. Quando nel 1948 la città diventa teatro dei aspri scontri fra la Giordania e il neonato Stato di Israele, Amir si arruola nella Legione Araba. Fino a quando lascia la divisa per iscriversi al partito comunista palestinese. Negli anni ’50 Gerusalemme è divisa fra Giordania e Israele, e Amir torna a vendere giornali. Apre un chiosco alla Porta di Damasco da dove assiste alla conquista israeliana del 1967 che unifica la città, segnata negli ultimi venti anni dalle violenze di due Intifade. A dispetto di scontri e arresti, Amir Dana tiene sempre aperto il chiosco diventando uno dei punti di riferimento per i palestinesi. Vende giornali arabi ma anche israeliani. La morte, arrivata a 85 anni, ha generato un moto di solidarietà per l’ex strillone con migliaia di persone in piazza.