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 2015  febbraio 27 Venerdì calendario

Dell’Italia povera ma bella degli Anni 50, Giacomo Rondinella, morto ieri a 91 anni nella sua casa di Fonte Nuova, presso Roma, è stato la colonna sonora ricca di buoni sentimenti, spesso espressi in stile confidenzial-napoletano

Dell’Italia povera ma bella degli Anni 50, Giacomo Rondinella, morto ieri a 91 anni nella sua casa di Fonte Nuova, presso Roma, è stato la colonna sonora ricca di buoni sentimenti, spesso espressi in stile confidenzial-napoletano. Nato a Messina il 30 agosto 1923 da una famiglia di attori che l’avrebbero voluto capitano di lungo corso, il giovane era dotato di quella bella presenza da ragazzo della porta accanto che l’avrebbe portato a diventare, dopo aver fatto il suo dovere in Marina in guerra ed aver tentato la boxe, una star della canzone, del varietà e del cinema dell’epoca di Don Camillo e Matarazzo. Il suo jolly fu Totò che lo apprezzava tanto da concedergli la prima esecuzione, nel ’51, della sua famosa canzone «Malafemmena», che fu il suo best seller a 78 giri insieme ad altri titoli ovunque canticchiati, come «Luna rossa» e «Piscatore ‘e Pusilleco». La macchina del successo si mette in moto con un concorso di Voci nuove a Radio Napoli: lo stile del giovane cantante amato dal popolo femminile, sia mamme fiorite sia fanciulle in fiore, era quello della rima cuore e amore: Giacomo parlava ai cuori delle ragazze dei fotoromanzi e dei melodrammi di Nazzari-Sanson. Sposo fedele dal ’47 con Ada Alese, fratello di un cantante meno fortunato, esule poi per lunghi anni a Toronto via dalla pazza folla, Rondinella collezionò una lunga serie di motivi di successo grazie ai sentimenti made in Napoli. Nella rivista Imputato... alziamoci intonava nel ’45 «Munasterio ‘e Santa Chiara» ed era una delle attrazioni dello spettacolo, mentre anche Garinei e Giovannini si fanno sotto con alcuni spettacoli del Dopoguerra, inserendolo in Cantachiaro 2 con la Magnani e Gino Cervi, in Za Bum , poi Sono le 10 e tutto va bene , Black and white , fino a Sotto i ponti del Naviglio con Tino Scotti e la Renzi (incrocio di dialetti per mixare i pubblici…) a La piazza con Carlo Dapporto. L’essenza melodica del suo stile ha modo di svilupparsi nel film del 1954 dal musical italian style, Carosello napoletano di Ettore Giannini in un cast ricco con la Loren e Stoppa. Di bell’aspetto, sorridente, con l’eleganza della domenica pomeriggio e lo sguardo del primo bacio, Rondinella recitò in decine di film musicarelli o melodrammi (vedi Mamma, perdonami! ) e quasi tutti diventarono cine romanzi come voleva la moda di allora. Arrivò a collezionare ben 10 titoli nel 1954, quando in Italia si vendevano oltre 800 milioni di biglietti l’anno. Qualche eccezione artistica ci fu: Natale al campo 119 di Francisci, Violenza sul lago di Leonardo Cortese (unico ruolo di «vilain») fino a Dov’è la libertà? di Rossellini per cui curò poi la colonna sonora di Europa 51 . Probabilemte grazie al protagonista Totò, che fu il suo talent scout, così come lui lo fu, ricambiando, per due giovani che contribuì a lanciare, Virna Lisi e Marisa Allasio, volti di un periodo felice italiano. Maurizio Porro