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 2015  febbraio 23 Lunedì calendario

GERMANIA SONO I PIGS I MIGLIORI ALLEATI

C’erano, una volta, ’i maiali’: i Pigs, acronimo di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Erano i Paesi deboli, periferici, dell’eurozona (e molti vi includevano anche l’Italia). Quelli con i conti fuori controllo, guidati da governi lassisti che non riuscivano a varare le riforme e a rilanciare la produttività. Quelli destinati, nelle intenzioni dei falchi del Nord, a finire in un euro di serie B, vassallo dell’euro vero e forte che sarebbe rimasto appannaggio del nucleo francotedesco da cui sarebbe stata, beninteso, esclusa anche l’Italia. In politica, come in economia, si sa, certe etichette possono definire un destino. E così quando esplose la tempesta perfetta, la crisi finanziaria assortita alla notizia che la Grecia aveva per anni truccato i propri conti pubblici, i Pigs finirono nel mirino dei mercati e furono tutti travolti dalla guerra degli spread, a un passo dalla bancarotta. Vennero salvati dall’intervento degli altri europei e dalla creazione del fondo salva-stati. I loro governi vennero sfiduciati dagli elettori le loro politiche economiche finirono sotto tutela da parte della troika. Qui, però, finisce il destino comune dei Pigs. Perché, se la Grecia che innescò tutta la crisi dei debiti sovrani si trova ancora sull’orlo della bancarotta, gli altri hanno vissuto storie altrettanto dolorose ma con un esito molto diverso. La Spagna, aiutata a salvare le proprie banche, è da tempo uscita dal programma di assistenza europeo e oggi fa registrate uno dei tassi di crescita più altri dell’unione monetaria. L’Irlanda è anch’essa uscita dal programma di assistenza, cresce a ritmi cinesi e sta anticipando la restituzione dei finanziamenti ricevuti dal Fmi. Perfino il poverissimo Portogallo, la Cenerentola dell’Europa salvata con finanziamenti per ottanta miliardi di euro, ha orgogliosamente risollevato la testa. L’anno scorso è uscito dal programma europeo di assistenza e ha detto addio alla troika tornando a finanziarsi sul mercato. L’interesse pagato dai suoi titoli di stato è sceso al 2,6 per cento rispetto al 18 per cento toccato nel corso della tempesta finanziaria: il livello più basso mai raggiunto dal ’97. Ed anche nel corso delle turbolenza che stanno accompagnando la crisi greca i titoli portoghesi sono rimasti solidamente stabili. Non è un caso che, nel braccio di ferro che ha contrapposto falchi e colombe a proposito del destino della Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo si siano schierati compatti a fianco della Germania. Qualcuno potrà vederci una versione economica della sindrome di Stoccolma, per cui le vittime solidarizzano con i carnefici. Ma è certo che l’austerità, quando funziona, fa proseliti.
Andrea Bonanni, Affari&Finanza – la Repubblica 23/2/2015