Patrizia Feletig, Affari&Finanza – la Repubblica 23/2/2015, 23 febbraio 2015
MARITI INFEDELI E AZIENDE CONCORRENTI UN SITO DI HACKER LI SPIERÀ PER VOI
Attacco informatico offresi al miglior offerente. Internet apre sempre più orizzonti su nuove opportunità di occupazione, seppur moralmente dubbie. Per incredibile che possa apparire, in questi ultimi mesi sono spuntati siti che sotto le sembianze di un portale di piccoli annunci, mettono in contatto hacker con privati, meno capaci di smanettare ma disposti a pagare per un’intrusione nel sito aziendale di un concorrente, nell’archivio online della Motorizzazione, nella memoria di uno smartphone, di un profilo Facebook cui non siamo ufficialmente ammessi. Siti che si chiamano Hacker’s List, Hacker for Hire, Neighborhood Hacker sono la “democratizzazione” del pirateria informatica. Non più solo appannaggio delle agenzie d’intelligence e delle organizzazioni governative, le scorrerie digitali diventano alla portata di tutti “in modo sicuro, rapido e confidenziale” come recita lo slogan di Hacker’s List, balzato all’onore dei media a seguito del profilo dedicatogli dal New York Times e non piuttosto per essere stato citato in un resoconto delle pagine di cronaca criminale. Noleggiare un hacker “certificato”, dotato di solide competenze tecniche e cedevole moralità, non è complicato. Ci si registra (sotto nick, ovviamente), si specificano i requisiti del lavoro richiesto, la scadenza e l’importo che si è pronti a pagare. Le richieste sono svariate: Affari & Finanza ne ha contate un migliaio. Ecco un campionario con relativa base d’asta.
Manipolare gli esami nel libretto universitario online, 100-250 dollari. Rimuovere delle foto compromettenti dal web senza intraprendere la macchinosa procedura del “diritto all’oblio”, 500-2.000 dollari. Sottrarre il database dei clienti dall’intranet di un’azienda concorrente, 3.000-5.000 dollari. Far scomparire link sgraditi dai motori di ricerca, 500-2.000 dollari. Falsificare l’ammontare dei gettoni in un gioco su cellulare 1.000-3.000 dollari. Cancellare delle infrazioni stradali sulla patente, 200-300 dollari. Agire per conto terzi acquistando merce illegale sul mercato nero del web, 100-1.000 dollari. Ci sono anche delle richieste apparentemente stravaganti come rettificare la lista degli oggetti venduti nelle ricerche su eBay, 300-500 dollari. Anche se poi scorrendo la lista, la domanda si concentra su compiti molto semplici, ovviamente per un pirata informatico: recuperare la password del servizio di messaggistica, intrufolarsi in una casella di posta elettronica (tipica quella del marito infedele), “craccare” un account su un social, insinuarsi nell’Intranet di un’azienda concorrente per carpirne di segreti. Qualcuno adduce la necessità di raccogliere delle prove da esibire in tribunale in cause civili di divorzio, affidamento figli ed eredità. Ma ci sono anche le manovre protettive chiamate “revenge porn”, ovvero la pubblicazione di foto o film hard in rete da parte di un ex per vendetta. I 1.817 hacker registrati sul sito Hacker’s list hanno superato la selezione e sono stati classificati in base al curriculum, alla tariffa oraria proposta, al numero di “gare d’appalto“ alle quali hanno partecipato negli ultimi 3 mesi, a volte al rating assegnato dai committenti. L’iniziativa non parte sempre dal singolo hacker, anzi. Quando una domanda incontra il suo interesse, l’hacker posta le sua offerta commerciale. Anche nella zona oscura del web, l’effetto concorrenza si fa sentire e comporta vantaggiosi ribassi. Un universitario di Moberly Area Community College nel Missouri richiede la falsificazione di alcuni voti altrimenti rischia di essere cacciato dalla casa paterna. Ma esige un intervento d’urgenza perché il primo tentativo con un hacker intercettato nella vita reale non ha portato a risultati. E’ pronto a pagare dai 50 al 245 dollari. Si fa avanti un cyber-scassinatore con la promessa di completare il lavoro in un paio di giorni dietro compenso di 200 dollari, e richiede l’invio via mail dell’indirizzo (la Url) del sito dove sono archiviati le pagelle. Nel giro di pochissimo tempo si manifesta un altro candidato pronto a completare la missione per soli 75 dollari più un bonus: manomissione dei voti gratuita per l’intero anno. Comunque vada, pattuito il compenso, lo studente disonesto versa la somma al sito, che la trattiene in deposito garanzia fino a quando l’incarico non è stata completato ed accettato definitivamente dal committente. Il sito guadagna da una percentuale che preleva dal compenso dell’hacker. Singolari e paradossali sono le rassicurazioni sulla tutela della privacy profuse dal sito ai propri clienti, proprio gli stessi intenzionati violarla in altri contesti. Senonché nelle decine di pagine sotto la voce “Termini e Condizioni” salta fuori che il sito è autorizzato a sbirciare nello scambio di info tra contraenti e - più inquietante - si arroga il diritto di utilizzare informazioni sugli utenti per impieghi non specificatamente indicati nell’informativa sulla privacy. Anche il pagamento con carta di credito (il sito si sta attrezzando per versamenti in bitcoin) offre discutibili garanzie di anonimato. Ma nulla ferma chi ha urgente bisogno di hackeraggio.
Patrizia Feletig, Affari&Finanza – la Repubblica 23/2/2015