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 2015  febbraio 21 Sabato calendario

PRODOTTO IL PRIMO FARMACO A BASE DI CELLULE STAMINALI: È ITALIANO

MODENA È prodotto in Italia ed è frutto di una partnership pubblico-privato il primo farmaco a base di cellule staminali autorizzato nel mondo occidentale. La Commissione europea ha infatti notificato a Chiesi Farmaceutici Spa l’autorizzazione condizionata per l’immissione in commercio di una terapia avanzata a base di cellule staminali autologhe in grado di restituire la vista a pazienti con gravi ustioni della cornea. Il farmaco (Holoclar) è prodotto nei laboratori di Holostem terapie avanzate s.r.l., spin off dell’università di Modena e Reggio Emilia, presso il Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” (Cmr) dell’ateneo modenese. «L’iter autorizzativo, in cui siamo stati veri e propri pionieri, è stato lungo e complesso, ma il risultato ottenuto oggi ci dimostra che le cellule si possono coltivare secondo standard farmaceutici in grado di garantire ai pazienti sicurezza ed efficacia» dice Michele De Luca, direttore scientifico e cofondatore di Holostem oltre che direttore del Cmr dell’ateneo modenese.
RIGENERAZIONE DELLA CORNEA

«Dopo aver messo a punto colture cellulari a base di cellule staminali epiteliali per la cura di diverse patologie a carico degli epiteli di rivestimento, dalla pelle per i grandi ustionati alla ricostruzione dell’uretra, abbiamo scoperto che le cellule staminali che consentono la rigenerazione della cornea risiedono in una piccola area al confine tra la cornea (la parte trasparente al centro dell’occhio) e la congiuntiva (la parte bianca attigua) che si chiama limbus», spiega Graziella Pellegrini, coordinatrice della terapia cellulare al Cmr che ha ideato, insieme al professor De Luca, tutte le fasi di sviluppo del prodotto. «Quando ustioni termiche o chimiche della superficie oculare - aggiunge - danneggiano irreversibilmente la riserva di staminali la superficie corneale smette di rigenerarsi e la congiuntiva a poco a poco comincia a ricoprire la cornea con una patina bianca che rende impossibile la visione e provoca dolore e infiammazione cronici. Se almeno in uno dei due occhi del paziente è rimasto anche un residuo piccolissimo di limbus non danneggiato, siamo in grado di ricostruire in laboratorio l’epitelio che ricopre la superficie corneale, grazie alle cellule staminali raccolte da una biopsia di 1-2 mm2. Questo lembo di epitelio, che assomiglia a una sorta di lente contatto, viene poi trapiantato nel paziente e consente di ottenere una cornea trasparente stabile nel tempo e un pieno recupero della capacità visiva, senza provocare alcuna reazione di rigetto perché costituito dalle cellule del paziente stesso».