Luisa Leone, MilanoFinanza 24/2/2015, 24 febbraio 2015
ARRIVA LA SPENDING DEL MATTONE
Ci ha messo più del previsto, ma alla fine è arrivato. Ieri l’Agenzia del Demanio ha pubblicato sul suo sito l’atteso Piano di razionalizzazione degli uffici pubblici, per ridurre gli spazi occupati dalla pubblica amministrazione e alleggerire la spesa per le locazioni passive. Il documento in realtà avrebbe dovuto essere consegnato mesi fa al commissario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, ma nelle sue mani non è mai arrivato, visto che intanto l’economista è tornato al Fondo Monetario Internazionale.
Ad ogni modo adesso il Piano c’è e promette 120 milioni di risparmi l’anno da minori affitti pagati dalla pubblica amministrazione. Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto entro il 2019, quando il progetto dovrebbe andare a regime; con un gradino intermedio nel 2016, quando (rispetto al 2014) la riduzione dovrebbe essere «non inferiore al 50% in termini di spesa per locazioni passive e non inferiore al 30% in termini di spazi utilizzati negli immobili dello Stato». Questo si legge nella breve nota pubblicata sul sito del Demanio assieme alla lista delle quasi 700 «operazioni» di cui si compone il Piano. Tuttavia quello elaborato dall’Agenzia guidata da Roberto Reggi non è un documento operativo, ma costituisce la base «per il nuovo piano di razionalizzazione nazionale che le amministrazioni dello Stato predisporranno entro il 30 giugno 2015». Insomma, sembra che si dovrà aspettare ancora un po’ per vedere i primi risultati concreti.
Guardando alle singole voci del piano, sebbene siano previsti molti accorpamenti e anche la chiusura di alcuni uffici, talora prestigiosi, di ministeri nella Capitale, non pare al momento che le sedi storiche siano a rischio di essere dismesse. Così accadrà per esempio che i previsti accorpamenti nel palazzo del ministero dell’Economia, in via XX Settembre, non porteranno al suo progressivo svuotamento e a un successivo cambio d’uso, ma all’offerta degli spazi resi disponibili ad altri uffici, magari anche ad altre amministrazioni. Lo stesso dovrebbe valere poi, per esempio, anche per il ministero dello Sviluppo, che andrà incontro a una profonda revisione degli spazi, con diversi accorpamenti, senza però dover dire addio alla splendida via Veneto. Tuttavia dovrebbero essere molti i contratti d’affitto sciolti o rinegoziati, tanto che la tornata dovrebbe colpire, anche se solo di striscio, anche il Fip, il primo fondo immobiliare voluto dal ministero dell’Economia (nel 2004) per la valorizzazione del mattone di Stato e gestito da Investire Immobiliare sgr. Dovrebbe infatti essere esercitato il recesso per alcuni immobili a Roma, Milano, Napoli, Livorno, Pisa.
Infine, c’è un altro aspetto da considerare guardando al Piano di razionalizzazione pubblicato ieri. Alcuni degli immobili che saranno liberati nell’ambito dei previsti accorpamenti sono infatti di proprietà del Demanio e, una volta svuotati, potrebbero finire sul mercato contribuendo all’abbattimento del debito pubblico. Un processo che si è rivelato più complesso del previsto, ma al quale l’esecutivo non ha rinunciato.
Luisa Leone, MilanoFinanza 24/2/2015