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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

L’Italia rassicura l’Europa sulla crescita • La Boldrini attacca Renzi sul Jobs Act • Bossetti agli altri detenuti: «Non confesso per la mia famiglia» • E’ morto Luca Ronconi • In Italia c’è un furto in appartamento ogni due minuti • Come è cambiata la casa degli italiani Crescita L’Italia rassicura l’Europa sulla crescita in un documento di oltre 100 pagine in cui elenca le riforme fatte, quelle da fare e l’impatto che avranno sul Pil nel 2020: un aumento, in totale, del 3,6%, di cui l’1,4% grazie alle liberalizzazioni e lo 0,9% per effetto del Jobs Act

L’Italia rassicura l’Europa sulla crescita • La Boldrini attacca Renzi sul Jobs Act • Bossetti agli altri detenuti: «Non confesso per la mia famiglia» • E’ morto Luca Ronconi • In Italia c’è un furto in appartamento ogni due minuti • Come è cambiata la casa degli italiani Crescita L’Italia rassicura l’Europa sulla crescita in un documento di oltre 100 pagine in cui elenca le riforme fatte, quelle da fare e l’impatto che avranno sul Pil nel 2020: un aumento, in totale, del 3,6%, di cui l’1,4% grazie alle liberalizzazioni e lo 0,9% per effetto del Jobs Act. Jobs Act Sul lavoro monta la polemica. Se infatti Alfano è pronto a rinnovare il patto di governo fino al 2018, Boldrini attacca Renzi: «Credo nei ruoli intermedi, associazioni, sindacati. Dunque, l’idea di avere un uomo solo al potere, contro tutti e in barba a tutto a me non piace perchè non rispetta l’idea di democrazia». Parole accolte con stupore e irritazione da Palazzo Chigi. Dura la replica di Debora Serracchiani: «Spiace che la Presidente della Camera che ricopre un ruolo terzo di garanzia, si pronunci in questo modo sulle riforme portate avanti dal governo, sapendo bene, che il parere delle Commissioni non è vincolante. Quanto all’uomo solo al comando, il Pd è una squadra di donne e di uomini, che portano avanti un lavoro di gruppo, uno sforzo comune, un’idea di futuro insieme». Bossetti 1 Ai detenuti che gli dicevano «confessa, così puoi avere uno sconto di pena. Altrimenti rischi l’ergastolo», Bossetti ha risposto con frasi del genere: «Rischierò l’ergastolo, ma non confesso per la mia famiglia». Quelle frasi, chiacchiere nella sezione protetta in cui Bossetti è rinchiuso, sono finite nelle carte dell’inchiesta. Questo significa che il pm le ritiene interessanti e che il carpentiere era sotto osservazione. Non a caso in carcere erano state piazzate delle cimici (scoperte da altri detenuti) ed è stata annotata ogni sua azione e parola, compreso il modo di affrontare i nuovi indizi contro di lui che gli ha raccontato ogni volta il suo avvocato, Claudio Salvagni. Proprio il legale dice: «Non confessa, perché non ha fatto nulla. Non crolla, perché vuole dimostrare la sua innocenza». Allora che cosa significa quel «non confesso per la mia famiglia?». È uno dei dettagli che il pm intende approfondire a dibattimento. (Ubbiali, Cds) Bossetti 2 L’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha organizzato una conferenza stampa nel suo studio di Como per illustrare che cosa non torna alla difesa. L’arma: «La lama di due millimetri e il tipo di ferite indicano che è importante, non può essere un cutter. Il killer potrebbe essere una persona che sa maneggiare le armi, per esempio qualcuno che pratica arti marziali, e sulla base di una simulazione è più convincente che sia un mancino». Il luogo dell’omicidio: «La posizione del corpo, troppo ordinato, fa dubitare che sia avvenuto nel campo. Inoltre, in corrispondenza delle ferite i vestiti non risultano tagliati, e il collo della maglietta non è sporco di sangue». Le ricerche sul computer di casa Bossetti: «Sono state prodotte in modo automatico dal computer, a seguito di altre nagivazioni di Bossetti e di sua moglie. Inoltre, si attribuisce una ricerca a Bossetti perché quel giorno non era al lavoro ma al tempo stesso un’altra in un giorno in cui risultava in cantiere». Le fibre trovate sui leggings e sul giubbotto di Yara che corrispondono, secondo l’accusa, a quelle dei sedili sul furgone di Bossetti: «Dalle nostre ricerche risulta che quella tappezzeria sia stata usata per molti mezzi, anche su treni e pullman». (ibidem). Ronconi 1 Luca Ronconi, il più grande regista teatrale italiano, è morto ieri sera a Milano in un ospedale dove era ricoverato da qualche tempo in seguito ad una broncopolmonite: da qualche giorno aveva perso conoscenza. L’8 marzo avrebbe compiuto 82 anni. Da tempo sofferente, tanto da dover subìre con coraggio tre dialisi alla settimana, il regista ha sempre continuato a far teatro: la sua passione era diventata la sua unica ragione di vita. «Se non avessi potuto lavorare mi sarei ucciso», confidava. Ha chiuso 52 anni di carriera registica (prima era stato un giovane attore, in The e simpatia, La sua parte di storia, Il diario di Anna Frank ma «odiavo quel mestiere noioso») con lo spettacolo grandioso della famiglia Lehman, di cui andava orgoglioso anche come prodotto di un grande teatro come il Piccolo che, dopo la morte di Strehler, dirigeva da 15 anni, insieme a Sergio Escobar. Ronconi 2 Tra i suoi tanti capolavori, Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus al Lingotto (1991), uno dei suoi spettacoli "impossibili" dove l’azione scenica occupa non solo tutto lo spazio dell’ex-fabbrica, ma gli spettatori girano seguendo le diverse azioni in contemporanea. Furti Secondo il Censis, ci sono 689 furti in appartamento ogni giorno in Italia, 29 ogni ora, uno ogni due minuti. L’istituto di ricerca ha calcolato che negli ultimi dieci anni il reato è passato dai 110.887 furti denunciati nel 2004 ai 251.422 del 2013, con una crescita del 126,7 per cento. Solo nell’ultimo anno l’incremento è stato del 5,9 per cento. Considerando il numero dei reati rispetto alla popolazione residente, le province più bersagliate sono risultate: Asti (9,2 furti ogni mille abitanti), Pavia (7,1), Torino (7,1) e Ravenna (7,0). Quelle in cui i furti in casa sono aumentati di più in assoluto: Forlì-Cesena (al primo posto con una crescita del 312,9 per cento in dieci anni), Mantova (+251,3), Udine (+250), Terni (+243,7) e Bergamo (+234,3). La zona in generale più flagellata è il Nord-Ovest, dove nell’ultimo anno i furti sono stati 92.100, aumentati del 151 per cento rispetto al 2004. Oltre il 20 per cento dei «colpi» denunciati in tutta Italia avviene comunque in sole tre province: Milano (19.214 reati), Torino (16.207) e Roma (15.779). Case 1 I “730” del 2013, ultimi analizzati dal ministero delle Finanze, dicono che c’è un appartamento intero a disposizione di ogni italiano virgola 56. In un anno — 2011 su 2012, piena crisi economica — sono state costruite o sono emerse un milione e 100mila abitazioni in più. Il 76,6% delle famiglie vive in un’abitazione di proprietà. Al Sud si supera l’82 per cento. E l’abitazione, in media, è larga 116 metri quadrati. In Umbria le abitazioni arrivano — è la media — a 133 metri quadrati, in Friuli e Veneto a 132. Visto che le nostre famiglie si assottigliano ma in cifra generale aumentano (sono passate da 21 milioni e 811mila nel 2001 a 26 milioni e 612mila nel 2011), cresce anche lo spazio a disposizione di ogni persona: 40,7 metri quadrati. Era di 36,8 metri dieci anni prima (Zunino, Rep). Case 2 Secondo L’Istat, un terzo dei cittadini italiani vive in quattro stanze, un quinto in cinque stanze, un sesto in appartamenti con più di sei stanze. Sono solo il 12 per cento i residenti compressi in mono e bilocali. Gli studi certificano, poi, che la civiltà ha raggiunto davvero tutti. Il 99,9% delle case ha almeno un gabinetto: sono rimaste fuori solo 33mila residenze. Il 99,4% accoglie almeno una doccia o una vasca. Il 98,3% è servito dall’acqua potabile (si scende di cinque punti nelle Isole), il 96,8% è raggiunto dalle tubature di un acquedotto. Il 99% delle abitazioni italiane conosce l’acqua calda, anche in campagna, anche in montagna. Sei residenze su dieci hanno un solo gabinetto, ma la quota di appartamenti con il secondo e terzo bagno è cresciuta del 27,1% sul 2001 (+29,6% al Sud). Tre quarti delle abitazioni del paese hanno una cucina abitabile, ma sono 2,3% in meno rispetto al 2001. Anche il cucinino è in decrescita dell’1,9% negli ultimi dieci anni. Poiché far da mangiare è necessario, si abolisce il vecchio schema per insediare un angolo cottura (+7,9%) che consente al soggiorno di avanzare nelle case moderne. In Valle d’Aosta e nella Provincia di Trento un quarto delle case è ormai dotato solo di angolo cottura, elemento che invece non decolla in Sicilia (5,3%), Puglia (7,5%) e Calabria (8,2%). (ibidem) Case 3 Oggi una casa in Italia ha un valore medio di 181 mila euro, 1.560 euro a metro quadrato, l’1,8% in meno sul 2011. Un box vale in media 20mila euro, una soffitta di pertinenza 5.400 euro. A Roma un’abitazione viene prezzata 380mila euro, 800 mila nelle zone pregiate. A Milano 250mila euro, 700mila per i quartieri migliori. A Napoli 300mila nella media. (ibidem) Case 4 In Italia ci sono quattro milioni e mezzo di affittuari, e sono l’11,2% in più in due anni. Nel Centro Italia guadagnano in media 11.500 euro l’anno, al Nord 10mila, al Sud e nelle Isole 7.500. (ibidem)