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 2015  febbraio 21 Sabato calendario

Trovato un accordo tra Grecia e Bruxelles • Varate le prime misure attuative della riforma del lavoro • La Barcaccia non tornerà più com’era prima • Terroristi si fanno esplodere in Libia: 50 morti • L’ingegnere che fa fiorire il deserto • Il Decamerone di Boccaccio diventa film Grecia Intesa a Bruxelles tra il governo di Atene e i Paesi dell’eurozona: la Grecia ha ottenuto lo sblocco del prestito con un’estensione di 4 mesi, ma gli aiuti saranno vincolati alle riforme che realizzerà

Trovato un accordo tra Grecia e Bruxelles • Varate le prime misure attuative della riforma del lavoro • La Barcaccia non tornerà più com’era prima • Terroristi si fanno esplodere in Libia: 50 morti • L’ingegnere che fa fiorire il deserto • Il Decamerone di Boccaccio diventa film Grecia Intesa a Bruxelles tra il governo di Atene e i Paesi dell’eurozona: la Grecia ha ottenuto lo sblocco del prestito con un’estensione di 4 mesi, ma gli aiuti saranno vincolati alle riforme che realizzerà. Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha annunciato che la Grecia invierà «una prima lista di riforme lunedì». Poi partirà una «revisione delle condizioni», che considererà l’uso da parte di Atene della «flessibilità contenuta nel programma» e che va conclusa «entro aprile». Nei quattro mesi di estensione dovrà essere concordato un nuovo piano di salvataggio della Grecia. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato di «tutti vincitori» e di «vittoria dell’Europa». Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha sostenuto di essere riuscito a conciliare «il rispetto delle regole e il rispetto della democrazia». Ma il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha fatto capire di aver imposto ad Atene tutte le sue condizioni. Schäuble ha rimarcato che «la Grecia non riceverà ulteriori pagamenti fino a che il programma attuale non sarà concluso con successo». Lavoro Ieri il Consiglio dei ministri ha varato in via definitiva le prime misure attuative della riforma del lavoro, introducendo il contratto a tutele crescenti e il nuovo ammortizzatore sociale (Naspi). In forma preliminare è arrivato anche il via libera al riordino delle formule contrattuali (aboliti i Co.co.pro.), me le nuove norme sono attese ora al vaglio delle Commissioni lavoro per un parere non vincolante. L’articolo 18 non c’è più. Ignorando il parere non vincolante delle Camere che chiedevano di non abolirlo per i contratti collettivi, il governo ha mantenuto intatto l’architrave della riforma del lavoro: non ci sarà reintegro, ma solo indennizzo, anche per i licenziamenti illegittimi di 5 o più persone. In base alla legge, infatti, i licenziamenti collettivi devono seguire particolari criteri, condivisi con il sindacato. Se così non avverrà, per i nuovi assunti, il risarcimento sarà solo economico. Di fatto licenziare sarà più facile, ma nella conferenza stampa che ha seguito le quattro ore di Consiglio, il premier Renzi ha preferito parlare di «assunzioni collettive» convinto che, con le nuove norme, «gli imprenditori non avranno più alibi». È definitivo il via libera del contratto a tutele crescenti (che sarà applicabile dal primo di marzo), che, secondo il premier, farà sì che parole come «ferie, mutuo, buonuscita, entrino nel vocabolario di una generazione fino a ora esclusa». Dal 2016, invece, come ha precisato il ministro Poletti, saranno vietati anche i contratti a progetto, con l’obiettivo di favorire assunzioni a tempo indeterminato. Il decreto varato in via preventiva abolisce infatti solo Cocopro, job sharing e contratti di associazione. La durata del contratto a tempo determinato senza causale è rimasta di 36 mesi (era stata richiesta una riduzione a 24) ed è stata estesa la possibilità di ricorrere ai voucher (l’importo è stato elevato a 7mila euro). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Hooligan Claudio Parisi Presicce, soprintendente ai Beni culturali di Roma, dice che la Barcaccia di piazza di Spagna non tornerà più com’era prima dello sfregio commesso dai tifosi del Feyenoord. Un pezzo staccato a colpi di bottiglia, grande 10 centimetri per 3, è stato rimesso a posto, ma non sarà possibile sistemare le 110 scheggiature, provocate dai colpi e dai calci alla vasca e alle sculture. «Sono micro abrasioni dove il marmo si è polverizzato e non sono più recuperabili». Nella vasca ci sono anche le tracce di un petardo che si è spento sul marmo lasciando un segno nero, indelebile. Secondo la Confcommercio i danni ai negozi nella zona ammonterebbero a 3 milioni di euro, mentre ancora da quantificare sono i deterioramenti della fontana barocca. Intanto l’Olanda fa sapere che non pagherà i danni: aiuterà a prendere i colpevoli, poi saranno loro a saldare il conto. Il questore Nicolò D’Angelo, accusato dal sindaco Marino di non essere stato in grado di fermare i vandali, si è giustificato: «Non ordino cariche a piazza di Spagna, con i bambini che escono dagli asili e i turisti dalla metropolitana. Abbiamo evitato i morti». Libia Per vendicare i raid aerei egiziani contro Derna, capitale dello Stato Islamico in Libia, ieri tre kamikaze si sono fatti saltare in aria a Al Qubah, fra Derna e Beida. I morti sono almeno 50: i tre terroristi hanno colpito contro un commissariato di polizia, una stazione di servizio e la casa del presidente del parlamento libico di Tobruk, Aguila Salah Essa, che in quel momento era fuori. A confermare che l’escalation continua, ieri l’Egitto ha rivelato che navi della sua Marina pattugliano il Mediterraneo «per impedire qualsiasi tentativo di fare arrivare armi ai jihadisti in Libia». Deserto Ibrahim Abuleish, medico e ingegnere egiziano, dopo aver vissuto per 21 anni in Europa è tornato a casa per fondare nel deserto un’azienda biodinamica chiamata Sekem (“vitalità del sole”). Oggi Sekem garantisce profitti, conta 2mila dipendenti, ha trasformato in giardino 1.500 ettari di sabbia, ne sta riconvertendo altri 3.500, esporta in molti paesi, è al centro di una rete di 85 aziende biodinamiche egiziane che coltivano 20mila ettari e danno lavoro a 12mila persone. L’azienda è partita scavando pozzi nel deserto: quando la terra ha cominciato a fiorire, sono arrivati i militari a buttare giù gli alberi e requisire il terreno e poi, superato il problema, sono arrivati gli attacchi degli islamici tradizionalisti che hanno accusato i biodinamici di essere eretici «adoratori del sole». «Io ho risposto invitandoli e li ho accolti con la musica e i versi del Corano, che avevo studiato per 10 anni, per dimostrare che un’agricoltura che mette d’accordo l’uomo con la natura e che vivifica la terra morta non può che essere ben vista dall’Islam», continua Abuleish. «Abbiamo parlato a lungo, li ho visto commuoversi pensando alla rinascita dei campi riguadagnati alla sabbia senza violenza, senza chimica, cercando l’armonia con il cielo. Da allora i rapporti con gli abitanti della zona sono diventati splendidi». Boccaccio Il 26 febbraio ucirà nei cinema Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani, film tratto da Decamerone. Tra gli attori Kim Rossi Stuart, che ha voluto essere a tutti costi il tonto e violento Calandrino (Vittorio Taviani gli ha detto: «Il fatto è che tu provi un piacere sensuale nel farti brutto»); Paola Cortellesi è la badessa Usimbalda: «Sulle prime ero lusingata, poi mi hanno spiegato che avrei dovuto recitare nel ruolo di una monaca che pronuncia un discorso con un paio di mutande in testa»; Jasmine Trinca fa la vedova fiorentina Giovanna; Michele Riondino il cesellatore Guiscardo; Kasia Smutniak è Ghismunda con il falcone (ha seguito corsi per imparare a interagire con il volatile: «Prima ci ho litigato, poi abbiamo fatto pace, non mi era mai capitato di rapportarmi con un rapace») (Caprara, Sta).