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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

CI CHIAMEREMO FRANCESCO E SOFIA

Annibale, tra i più grandi condottieri dell’antichità, “dimenticato” dai posteri. Fausta, cancellata da più semplici Gaia e Gioia. Ma anche Pina, ormai legata e relegata alla nonna di una canzone per bambini, ed Esterina, viva solo nelle note di Antonello Venditti. Spariti Giusto e Pio, forse per cinismo, Sisto, e gli “antichi” Romana e Quirino. Via Damiana, Vilma e perfino Gigliola, che oltre a “non avere l’età”, ora non ha più neanche il nome. Passano le mode e passano le tradizioni, così l’Italia dimentica i suoi nomi e all’anagrafe inventa nuove generazioni di classici, raccontando le storie delle sue famiglie e del suo costume.
Sono i molti i nomi “tipici” che, non usati da anni, si possono ormai considerare, a pieno titolo, estinti. O in estinzione. Basta usare l’apposito calcolatore Istat per vedersi scorrere davanti anni di fiocchi rosa e azzurri. Se Manfredo e Nerina, Adelmo e Cristoforo sono pezzi da museo, prossime a subire la medesima sorte sono anche proposte più comuni, come Tiziana, con 26 iscrizioni all’anagrafe nel 2013, Cinzia, 25, Dino, 18, Monia, appena 11, Addolorata e Gustavo 6. E se i numeri contano, di più raccontano i trend.
LA PRIMA DONNA
Il diffusissimo Luca in quindici anni è calato di oltre il 50%, Roberta quasi del 70%, Federica dell’80% circa. Il “borsino” dei nomi saluta Giuseppe e Maria, sovrastati dalla nuova coppia d’oro, Francesco e Sofia. Seguono, sul podio, Alessandro e Giulia, Andrea e Aurora. Promossa la prima donna Eva, in un crescendo che porta a 714 registrazioni nell’ultimo anno, bocciato Adamo, con uno scarso 6, quasi a fare metafora della difficoltà di incontrare l’anima gemella. Non sarebbe più l’amore però l’augurio per i nuovi nati, meglio puntare su ricchezza, successo e fama. Si moltiplicano le Adele: il boom risale al 2012, dopo il successo internazionale dell’omonima cantante. Il nome Ilary aumenta le quotazioni dopo il matrimonio tra la Blasi e Francesco Totti, che fanno tendenza anche con i figli. L’originale Chanel dato alla bambina si fa quasi consuetudine con 197 omonime nel 2013. Sale pure Cristian, nella doppia versione, con e senza “h”. La Rodriguez conquista le sue baby-Belen nel 2009, un anno dopo il debutto sul piccolo schermo. Il matrimonio le fa perdere punti – un intero anno di “fermo” – per poi riprendere la corsa da posizioni più basse. È un vero trionfo quello di Emma, ex-rivale dell’argentina, che la schiaccia nelle preferenze di mamma e papà.
La musica porta all’anagrafe anche Arisa, Shakira, Rihanna e Miley. Dalle note alla storia. Risalgono “gloriosi” Cesare, Achille, Ettore e, aiutato dal film “300”, Leonida. Il trend epico non trascura Ulisse e Ascanio. Sale Penelope, ma a giudicare dall’andamento, più per la nascita della figlia di Gianna Nannini che per il monumento omerico alla fedeltà. Nessuna epica, ma ancora questioni di figli per i Nathan, sollecitati dal piccolo Briatore. Per le bimbe, si punta sulla bellezza, da Marilyn, come la Monroe, ad Angelina, come la Jolie, fino ad Elsa, principessa dell’ultimo film animato Disney. Neppure i pontefici sembrano sfuggire al toto-fan anagrafico. Se Francesco è al primo posto nelle preferenze dei nomi maschili per gli italiani, Benedetto ha subito un sensibile calo dopo la rinuncia di Ratzinger, mentre Giovanni Paolo ha giovato delle cerimonie di beatificazione e santificazione.
LA CLASSIFICA
Santo patrono d’Italia, ora Papa e, secondo alcuni, “capitano”, è Francesco il nome più amato e utilizzato dagli Italiani, con oltre 10mila nati nel 2013, e un dato in aumento costante. Seguono Alessandro, Andrea, Lorenzo. Conquista posizioni Mattia. Benissimo Matteo Gabriele, Leonardo, Riccardo. Ultimo tra i primi, Tommaso. A dettare la scelta per le bambine sembra, invece, essere la musica, in una top ten tutta giocata tra canzoni e cantanti. Sofia, canterina principessa disneyana, diventa il primo nome delle italiane, con quasi 8000 bimbe. Giulia è il secondo. Terzo posto per Aurora. Cresce Emma. Piacciono Giorgia, Martina – la famosa “Violetta” -, Chiara, Sara, Alice. A chiudere è Gaia. Nomi da palco.
LA CULTURA
Ma il gioco può continuare pressoché all’infinito. Bianca sale nelle simpatie, crolla Brunella. Renzo si “spegne” con appena dieci bambini, Lucia scende ma rimane in primo piano, con quasi mille. Giacomo cresce e “rimembra” poco la sua Silvia, in sensibile calo. Foscolo, con solo 19 Ugo, viene battuto da Carducci, con ben 261 Giosuè. Leonardo supera sia Michelangelo che Raffaello. E, prossimi alla fine anche Romolo e Remo, l’anagrafe ne ribalta le sorti – e i favori – rispettivamente con 6 e 10 bambini, quasi a ricordare il volo degli uccelli che decise le sorti di Roma. Dalla politica antica a quella moderna. In caduta libera Silvio, quasi dimezzato, è invece nella top ten dei più diffusi Matteo. E se la legge pone il paletto del “ridicolo”, vietato a tutela del bambino, la fantasia allarga i margini di tolleranza, consegnandoci Oceano, Falco, India, Thiago. A ognuno la sua fantasia. E i suoi confini. In Francia, l’anagrafe ha appena dovuto rifiutare il nome “Nutella” destinato a una dolcissima bambina.

QUELLA SCELTA DIFFICILE CHE FA LITIGARE LE COPPIE –
“In nome del figlio” è il nuovo film di Francesca Archibugi che rispolvera il meglio della commedia all’italiana. Una commedia capace di raccontare l’oggi. Paolo (Alessandro Gassman) è un agente immobiliare rampante e burlone che sta per diventare padre per la prima volta. Una sera viene invitato a cena a casa della sorella Betta (Valeria Golino), sposata con Sandro, professore universitario precario frustrato eTtwitter-dipendente (Luigi Lo Cascio). Una coppia di intellettuali radical chic in piena crisi coniugale. Con loro c’è Claudio (Rocco Papaleo) un amico d’infanzia di Betta ed eccentrico musicista. La moglie di Paolo, Simona (Micaela Ramazzotti), bellissima di periferia con ambizioni letterarie dopo aver pubblicato un romanzo erotico best seller, è in ritardo. In attesa dell’arrivo della moglie, Paolo decide di animare la serata rivelando il nome che intende dare a suo figlio: Benito. Una scelta talmente controversa che diventa la scintilla che scatena un falò comico e trasforma la cena in un disastro.
Così, tra le accoglienti mura di un appartamento che trasuda cultura con i suoi 5.000 libri, Paolo difende la sua scelta sollevando pungenti domande su pregiudizi e atteggiamenti culturali di un Paese dove le ibridazioni tra destra e sinistra continuano a dominare la scena politica italiana. Il film è un remake del grande successo francese, teatrale e cinematografico, Cena tra amici (Le Prénom) di Alexandre de la Patellière.