U.BER., Libero 22/2/2015, 22 febbraio 2015
E IL FINANZIERE ARMENO SPECULA SUI TITOLI ELLENICI
Il debito greco è l’affare del secolo. La pensa così Paul B. Kazarian, finanziere americano che nel 1990 ha fatto fortuna acquistando a prezzi stracciati la Allegheny International, una società in pessime acque che sotto la sua guida si è trasformata in una corporation di successo, la Sunbeam. Un’operazione da manuale che ha permesso a Kazarian, oggi sessantenne, di entrare nel club dei miliardari grazie ad un ragguardevole profitto (1,7 miliardi di dollari). Perché non applicare alla Grecia la stessa formula, si è chiesto il finanziere? Quando un’azienda in crisi ristruttura il suo debito, gli standard contabili si riferiscono ai «nuovi» valori, non al debito storico. Lo stesso vale per gli Stati: la Grecia, dopo il default dei creditori privati, gli sconti sugli interessi e i nuovi termini per la restituzione dei capitali verso i Paesi creditori, non ha più, come si pensa, un debito di 318 miliardi. La sua esposizione debitoria nei fatti, è pari ad un decimo. Silla base di questo ragionamento Kazarian nel 2012, ha fatto incetta di titoli di Atene (quanti non si sa, ma lui lascia intendere di essere nella top ten dei creditori privati) ed ha avviato una campagna su vasta scala per convincere le banche d’affari e le banche a trattare Atene con la stessa logica di un’azienda decotta. Kazarian ha investito finora più di due milioni di dollari. Chi non gli ha dato retta è stato il governo Samaras: il ministro delle Finanze greco aveva dato ordine di non ricevere più quel «rompiballe di un armeno». Oggi, chissà. Alexis Tsipras e Yanis Varoufakis potrebbero dar retta a questo infaticabile mago della finanza che, secondo le cronache, dorme solo due ore, dedicando il resto del tempo al lavoro più un’ora di cyclette.