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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

UN FURTO OGNI DUE MINUTI: PIÙ 126% IN 10

ANNI –
«C’è un solo modo per non farsi rubare i soldi dai ladri — confessò un giorno “Er Secco”, autentica autorità a Roma in materia di furti in abitazione, ai carabinieri che l’avevano appena colto in flagrante —. Qual è il modo? Mangiarseli, i soldi. Rinunciando a cucirli dentro il materasso o a nasconderli nel cestello della lavatrice. Perché tanto noi ladri ci arriviamo...».
In effetti, l’ultimo rapporto del Censis è impressionante: 689 furti in appartamento ogni giorno in Italia, 29 ogni ora, uno ogni due minuti. L’istituto di ricerca ha calcolato che negli ultimi dieci anni il reato è più che raddoppiato, passando dai 110.887 furti denunciati nel 2004 ai 251.422 del 2013, con una crescita del 126,7 per cento. Solo nell’ultimo anno l’incremento è stato del 5,9 per cento.
Considerando il numero dei reati rispetto alla popolazione residente, le province più bersagliate sono risultate: Asti (9,2 furti ogni mille abitanti), Pavia (7,1), Torino (7,1) e Ravenna (7,0). Quelle in cui i furti in casa sono aumentati di più in assoluto: Forlì-Cesena (al primo posto con una crescita del 312,9 per cento in dieci anni), Mantova (+251,3), Udine (+250), Terni (+243,7) e Bergamo (+234,3). La zona in generale più flagellata? Sicuramente il Nord-Ovest, dove nell’ultimo anno i furti sono stati 92.100, aumentati del 151 per cento rispetto al 2004. Oltre il 20 per cento dei «colpi» denunciati in tutta Italia avviene comunque in sole tre province: Milano (19.214 reati), Torino (16.207) e Roma (15.779).
Maria José Falcicchia è la dirigente dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano racconta: «Solo a Milano calcoliamo 1-2 arresti al giorno di persone colte in flagranza. Ad agire sono per lo più singoli e gruppi strutturati. Quanto alle nazionalità, si tratta in prevalenza di georgiani e di cittadini provenienti dall’ex Jugoslavia (serbi, montenegrini, ecc) e cileni». I georgiani sono i più organizzati e mettono a segno colpi importanti. I cileni sono i cosiddetti «acrobati»: scavalcano muri e salgono su ponteggi. «È più raro, invece, cogliere in flagranza gli italiani».
«Er Secco», per esempio, a Roma fu (perché ormai pare si sia ritirato) uno specialista dei furti «da scavalco». Il topo d’appartamento — così funziona di solito — si fa il giro dei palazzi la mattina, infila le «biffe», che sono sottili linguette di carta, nelle fessure delle porte e poi passa la sera a vedere come stanno. Se le «biffe» sono cadute, vuol dire che qualcuno è rientrato in casa. Se invece stanno ancora là, allora via libera. «I ladri scelgono sempre di più le abitazioni private — sostiene il Censis — perché oggi in negozi, banche, uffici postali e strade commerciali ci sono sistemi di sicurezza, come le telecamere. Ma anche perché si è certi di trovare nelle case un bottino da portar via, soprattutto in questa stagione di crisi in cui gli italiani hanno ridotto i consumi e hanno preferito tenere i risparmi sotto il materasso». Il problema — sottolinea lFalcicchia — è che gli arrestati vengono processati per direttissima però le pene non sono pesanti. E molti sono anche recidivi. «Con il ministro Orlando abbiamo allo studio adeguamenti — promette il viceministro della Giustizia, Enrico Costa —. Occorrerà introdurre delle norme che garantiscano una pena effettiva». Marco Dugato, ricercatore di «Transcrime», il centro di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano e di quella di Trento, rivela che si sta lavorando, d’intesa con il ministero dell’Interno, anche allo sviluppo di un «modello predittivo» dei furti in casa, in modo da arrivare a prevenirli. Vedrà la luce nei prossimi mesi e si basa sulle «regolarità» (orari, indirizzi) osservate.
Un esempio? «Dal lunedì al giovedì a Milano il numero dei furti è uguale, con due picchi tra le 8 e le 10 e tra le 17 e le 20 — dice Dugato —. Il giorno con il più alto numero di colpi è il venerdì, quando la gente esce a divertirsi. Sabato è un altro giorno complicato. La domenica, invece, è più tranquilla. Parlando di zone, l’area che va da piazzale Loreto a Porta Romana è quella più interessata. Ma in tutta la città ci sono degli “hot spot”, dei punti caldi. E addirittura degli “street segment”, porzioni di vie lunghe tra i 250 e i 500 metri che registrano più furti nello stesso numero civico nel giro di uno o due anni. A opera della stessa banda o di bande diverse». L’assedio è continuo.