Fabio Cavalera, Corriere della Sera 22/2/2015, 22 febbraio 2015
GIORNALI, BANCHIERI E SUICIDI LOTTA CON ACCUSE FEROCI TRA I GRANDI DELLA STAMPA INGLESE
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA Nella inusuale baruffa che impegna le artiglierie di tre fra i migliori quality paper , i quotidiani di qualità britannici, la manina o la manona di Murdoch MacLennan, brusco scozzese, è andata giù pesante.
Il suddetto, classificato fra gli uomini più influenti nel Regno Unito, ricopre da anni un ruolo ambiguo al Daily Telegraph , ossia l’autorevole foglio di riferimento dell’area conservatrice: è responsabile dei contenuti su carta e su web, è responsabile delle strategie editoriali, è responsabile dei bilanci. Un po’ direttore. Un po’ manager, in nome e per conto dei gemelli Barclay, i proprietari della testata e anche del Ritz e del Claridge, storici hotel londinesi.
Ebbene, venerdì nel pomeriggio, nella redazione del Telegraph è arrivato «dalle alte sfere» un articolo anonimo, da pubblicare subito sull’edizione online e sabato in prima pagina, con la brutta storia accaduta in casa del concorrente The Times (della scuderia di Rupert Murdoch). In breve: due dirigenti del dipartimento commerciale proprio del Times si sono tolti la vita perché stressati dalle logiche commerciali e di vendita del prodotto, erano «sotto irragionevole pressione per raggiungere gli obiettivi», scrive l’estensore che poi getta barili di benzina sul fuoco (la manina o la manona di Murdoch MacLennan?). Al Times , racconta, sono saltate le barriere e i capi della pubblicità partecipano alle riunioni di redazione, suggeriscono e ordinano affinché i giornalisti scrivano per compiacere gli inserzionisti.
Una bomba di dubbio gusto e stile visto che si parte speculando sulla morte di due lavoratori. Capitolo imprevisto della «guerra dei Roses» che covava sottotraccia fra i seri giornali londinesi. I panni sporchi si lavano in casa propria: regola dei mass media in ogni parte del mondo. Bon ton o ipocrisia che sia, adesso pare che si cambi registro.
Nei giorni addietro il Times e il Guardian avevano puntato l’indice contro il Daily Telegraph e il suo padre-padrone per avere minimizzato la vicenda degli evasori con i capitali in Svizzera, «consigliati» dal colosso bancario Hsbc (accusa respinta al mittente). Per forza, Hsbc è uno degli inserzionisti di riferimento del Daily Telegraph nonché creditore dello stesso quotidiano. Insomma, la pubblicità detta la linea editoriale.
Occhio per occhio e dente per dente. Così, il Telegraph ha deciso di sparare le sue cartucce: contro il Times e contro il Guardian il cui direttore, Alan Rusbridger, si era permesso di chiedere venerdì pomeriggio il ritiro di quell’articolo senza firma con la notizia dei due suicidi. Il Daily Telegraph , in un altro pezzo anonimo, ha accusato il Guardia n di avere manipolato un titolo e successivamente tolto un reportage dall’edizione online per non «offendere» la Apple.
Vero o non vero che sia l’ultimo affondo, è pur sempre un quadretto triste. Questa è la stampa. Nel Regno Unito e ovunque. Con i suoi scheletri negli armadi.