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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

ATENE 11 FEBBRAIO IL PRIMO INCONTRO ROTTURA CON BERLINO

«Angela Merkel? La più intelligente. Il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble? Uomo di sostanza». Le cortesie a mezzo stampa non gli bastano e Yanis Varoufakis va allo scontro frontale proprio con l’uomo di Berlino (foto) . In trincea c’è l’Europa che vuole difendere l’ordine costituito, raccolta intorno ai Popolari della Merkel ma anche del premier spagnolo Mariano Rajoy inquieto per l’avanzata della sinistra di Podemos. Il ministro greco propone a Bruxelles un compromesso semantico per far scomparire parole come troika, memorandum, austerità. Dal tavolo dell’Eurogruppo sparisce a sorpresa la dichiarazione finale: i greci non vogliono «estendere» il piano di riforme, i tedeschi non vogliono «emendarlo» né sentir parlare di «prestiti-ponte». Varoufakis chiama Tsipras che ha promesso al Parlamento: «Non ci sottometteremo». Il comando di Atene: resistere.

16 FEBBRAIO «IL TRADIMENTO» DI DIJSSELBLOEM –
In Grecia è conto alla rovescia, le manifestazioni di solidarietà al nuovo esecutivo portano in piazza migliaia di persone. A Bruxelles il secondo Eurogruppo si apre in clima di congiura. Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis accusa il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem (foto) , esponente di quella sinistra olandese a proprio agio anche in clima d’austerity, di aver sostituito all’ultimo la «bozza Moscovici» con un testo in linea con le direttive tedesche. Quello del commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici — francese socialista e solidale con la battaglia dei compagni greci del Mediterraneo orientale — sarebbe stato un testo più morbido, contenente tra l’altro una «clausola anti recessiva» che avrebbe autorizzato il governo Tsipras a non ridurre le pensioni più basse e a non aumentare l’Iva. «Soli contro tutti». Da anni i greci non si sentivano così uniti e combattivi.

20 FEBBRAIO VAROUFAKIS A TEATRO LA NOTTE DEL GUERRIERO –
L’Eurogruppo straordinario di venerdì 20 febbraio comincia con un ritardo di tre ore e ne dura sette. Si saprà poi che il presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha passato la notte di mercoledì e la mattina di giovedì al telefono con l’inflessibile Dijsselbloem e il premier greco Alexis Tsipras, che a sua volta ha parlato cinquanta minuti con la cancelliera Angela Merkel. Giri di valzer tra cancellerie, sul tavolo restano la proposta greca e le perplessità della Germania che con Schäuble ribadisce:
i patti non si cambiano in corsa. Varoufakis (foto) suda tutte le sue camicie e la sera prima dell’incontro va a teatro con la moglie artista Danae a vedere «Giorni felici» di Samuel Beckett, capolavoro dell’assurdo con protagonisti immobili e beati. Messaggi trasversali?
A Bruxelles la ruota gira. Arriva il compromesso con 4 mesi di ossigeno. Berlino canta vittoria, Atene pure.

23 FEBBRAIO PAROLA ALLA POLITICA LA STORIA CONTINUA –
«Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra» esulta Tsipras, che ha ottenuto il prolungamento dei prestiti per quattro mesi e la cancellazione dei termini proibiti ma ora deve lavorare sul tempo. Vanno presentate entro domani le riforme che Atene si è impegnata ad adottare con il compromesso di Bruxelles. In primo piano lotta agli sprechi, all’evasione fiscale e alla corruzione. Le misure saranno sottoposte all’esame delle «istituzioni»: Commissione Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale che smettono di chiamarsi «troika». La parola torna alla politica e ai grandi mediatori come Jean-Claude Juncker (foto) . Il fronte si sposta. Ad Atene malumori tra gli oltranzisti della sinistra radicale e le file dell’opposizione. Varoufakis è sicuro che «l’Europa non dirà no». Sollievo e una certezza: il difficile viene ora. Aspettando giorni felici.