Giuseppe Antonelli, Corriere della Sera 22/2/2015, 22 febbraio 2015
RICOSTRUTTORI
Dopo i rottamatori, i ricostruttori. In retorica, in effetti, la pars construens viene dopo quella destruens. Ma qui il caso è diverso. Non pensate al rottamatore. Perché quella fu una definizione assegnata e non scelta: Renzi aveva parlato di rottamazione, ma l’epiteto lo coniarono i giornalisti. E poi rottamatore era una parola nuova, che nei dizionari non c’era. Mentre ricostruttore è usata fin dall’Ottocento, sia come nome sia come aggettivo. E associata — in politica — all’idea di restaurazione. «L’assolutismo, a cui falliva il genio costruttore originale, non possedeva nemmeno tale forza reazionaria ricostruttrice da sopraffare gli ordini liberali» scriveva Benedetto Croce. Non pensate al rottamatore, perché ricostruire non è il contrario di rottamare, verbo che implica un cambio positivo: ti do indietro una cosa vecchia e tu me ne dai una nuova, migliore. Non pensate al rottamatore, si saranno detti, perché noi vogliamo fare come lui, ma al tempo stesso essere gli anti-Pd (siamo uguali, ma siamo diversi). Rifondazione non si poteva usare: roba da comunisti; ma parlare di ricostruzione fa passare comunque l’idea di un partito ridotto in macerie. E allora: ricostruttori sia, ma non pensate al rottamatore. (Chiudete un attimo gli occhi: a chi state pensando?).