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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

OPERAZIONE DEMETRIUS: LA GUANTANAMO D’IRLANDA

Londra
Potrebbe essere la svolta di un caso che aspetta giustizia da mezzo secolo, quello di un gruppo di ex prigionieri irlandesi, arrestati, torturati, poi rilasciati senza che il governo britannico abbia mai formalizzato alcuna accusa contro di loro. Una specie di Guantanamo in terra d’Irlanda, dove i protagonisti sono conosciuti come The Hooded Men (“Gli incappucciati”), perché la maggior parte delle sevizie avveniva con un cappuccio in testa, che gli impediva quasi di respirare.
Amal Alamuddin, ora signora Clooney, avvocato per i diritti civili di uno degli studi più agguerriti di Londra, già nel collegio di difesa di Julian Assange, è salita su un aereo per Belfast e ha incontrato un gruppo di superstiti degli Hooded Men. La discesa in campo della star dei diritti civili, potrebbe mettere la parola fine a una vicenda scandalosa che crea imbarazzo al governo britannico (e anche a quello americano) per alcuni fatti avvenuti nel 1971, in quella che è conosciuta come la Operazione Demetrius: tra il 9 e il 10 agosto, vennero arrestate 340 persone in una retata antiterrorismo. La maggioranza fu rilasciata quasi subito, solo un gruppo di 12 uomini, tra i 19 e 42 anni, furono incappucciati, denudati, marchiati con i numeri da 1 a 12 sulle mani e sulle piante dei piedi, portati nella base Raf di Ballykelly e sottoposti a cosiddetti “interrogatori approfonditi”. I militari inglesi sono accusati di aver messo a punto in Irlanda in quell’occasione un metodo di tortura definito delle “Cinque Tecniche” per estorcere confessioni ai 12 Hooded Men, presunti terroristi e fiancheggiatori dell’Ira: incappucciamento, rumore bianco (musica al alto volume, ininterrotta per ore), punizioni corporali, privazione del sonno e del cibo. Le testimonianze di quanto avvenuto durante l’Operazione Demetrius sono sconvolgenti, come tutte quelle dei sopravvissuti ai campi di tortura: uno aveva provato a suicidarsi mettendo le testa nella tazza del water, un altro ricorda che sperava solo di morire per metter fine alle sofferenze. Si autodefinivano “I porcellini d’India” perché si sentivano usati dagli inglesi come cavie per testare le tecniche di tortura (uno di loro, John McGuffin, ha scritto un libro intitolato proprio “I porcellini d’India”).
Gli incappucciati nel 1976 avevano vinto una causa contro il governo inglese per maltrattamenti e violazione dei diritti umani. Ma due anni dopo l’Alta Corte Europea per i Diritti Umani aveva annullato la sentenza, dicendo che non c’erano abbastanza prove per definire le cinque tecniche come “tortura”, ma solo “trattamento inumano e degradante”. La sentenza è stata poi usata anche dall’amministrazione di George W. Bush, per definire quali erano le tecniche permesse e quali no: quindi le Cinque Tecniche britanniche sono state usate dalla Cia in Afghanistan, Iraq e poi in altri campi nel mondo. Ora il gruppo degli Incappucciati ha chiesto di riaprire il caso e, con l’appoggio del governo irlandese, vuole provare che a ordinare le torture fu proprio il governo britannico, in particolare l’allora ministro delle Difesa Peter Carrington, ora nominato Lord. Il quale però ha 95 anni e ha rifiutato ogni commento.
L’intervento della signora Clooney, potrebbe essere decisivo. E almeno dal punto di vista mediatico ha già avuto il suo effetto, perché il caso è stato rilanciato dalla stampo britannica, tornata a parlare di una vicenda che vorrebbe dimenticare.
Caterina Soffici, il Fatto Quotidiano 22/2/2015