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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

USA, LA POLIZIA UCCIDE UN ISPANICO TORNA L’INCUBO DI FERGUSON

La chiamano già la nuova Ferguson. Le proteste, in realtà, non sono state così violente, ma il rischio è che la sparatoria di Pasco diventi il punto svolta per la rabbia degli ispanici negli Stati Uniti. Ancora di più adesso, che un giudice del Texas ha bloccato la riforma dell’immigrazione varata dal presidente Obama con i decreti esecutivi del novembre scorso.
Immigrati stagionali
Pasco è un piccolo paese agricolo nel sud dello Stato di Washington, dove da decenni gli immigrati stagionali ispanici vengono a raccogliere asparagi, patate, cipolle, mele, uva e ciliege. Molti hanno portato le famiglie, stabilendosi in maniera definitiva, con i documenti o senza. Il 10 febbraio scorso uno di loro, il trentacinquenne Antonio Zambrano Montes, si è messo a tirare pietre all’incrocio fra due strade. I motivi del suo gesto sono ancora incerti, ma di recente aveva divorziato, e la moglie si era trasferita in California con le figlie. Lui era finito nell’ostello degli homeless perché la sua casa aveva preso fuoco, e secondo chi lo conosce era diventato mentalmente instabile. Fatto sta che i poliziotti lo avevano affrontato e ucciso.
A differenza di Ferguson, dove la dinamica dell’uccisione del diciottenne nero Mike Brown è stata ricostruita solo attraverso testimonianze, a Pasco c’è un video che mostra la sequenza con chiarezza. Antonio lancia le pietre, ma quando vede i poliziotti scappa. Gli agenti lo inseguono, e lui corre via con le mani alzate. Poi si ferma, si gira, e i poliziotti lo abbattono con una decina di proiettili: addosso non aveva armi.
Proteste continue
Da allora in poi, Pasco è diventato il teatro di proteste quasi quotidiane contro la brutalità delle forze dell’ordine. Il 55% degli abitanti sono ispanici, ma solo 15 dei 71 agenti locali sono latini, e nessuno di quelli coinvolti nella sparatoria parlava spagnolo. La famiglia di Antonio ha avviato una causa da 25 milioni di dollari, ma la comunità chiede che l’Fbi indaghi, perché il dipartimento di Polizia non è affidabile. Come nel caso di Ferguson, gli ispanici si sentono vittime del pregiudizio, e anche il presidente del Messico ha condannato la sparatoria.
Forse le proteste di Pasco non diventeranno mai violente come quelle del Missouri, anche perché la comunità latina ha una storia diversa da quella afro-americana. Le tensioni però stanno salendo, e si saldano a quello che sta avvenendo sul piano politico. A novembre, dopo le elezioni midterm che hanno dato la maggioranza del Congresso ai repubblicani, Obama ha rinunciato a fare la riforma dell’immigrazione in Parlamento e ha varato una serie di decreti. Fra le altre cose, ha allargato i casi in cui è possibile usare il Daca, ossia il provvedimento che consente agli illegali venuti negli Usa da bambini con i genitori di regolarizzare la posizione. Il nuovo provvedimento offre l’amnistia a chi si denuncia e paga le tasse, e centinaia di ispanici si stavano facendo avanti. Un giudice federale del Texas però ha bloccato tutto, dopo che 26 Stati avevano fatto causa contro il presidente. L’amministrazione ha annunciato il ricorso, ma intanto lo stop del tribunale ha risprofondato nell’incertezza i circa 12 milioni di illegali che speravano di essere arrivati alla svolta. E sopra tutto questo, sono scoppiati gli spari di Pasco.
Paolo Mastrolilli, La Stampa 22/2/2015