AME.LAM., La Stampa 22/2/2015, 22 febbraio 2015
FITTO LANCIA I “RICOSTRUTTORI” AL VIA L’OPA ANTI-SALVINI
Giacca blu e camicia bianca senza cravatta, microfonino attaccato alla bocca, Raffaele Fitto si è presentato ai suoi «ricostruttori» sulle note dell’inno di Forza Italia «Azzurri libertà» e quello di Mameli per rendere omaggio ai due Marò. Sullo schermo dell’Auditorium Massimo le immagini di un’intervista a Oriana Fallaci contro il terrorismo islamico e la prima scena di American Sniper, il film di Clint Eastwood. Poi De Gasperi, Mennea, Thatcher e Reagan. Fitto da solo sul palco di fronte a 1500 persone (c’era anche Storace). Sembrava la nascita di un nuovo partito, il primo passo di una scissione che l’ex governatore pugliese ha però negato. «Noi stavano, stiamo e staremo in Fi. Noi oggi non rompiamo, ma andremo avanti con le nostre idee».
Ricostruire il centrodestra
Tutto l’intervento di Fitto è girato attorno agli errori che avrebbe commesso Berlusconi. Fidarsi di Renzi, avere annullato Fi nel Patto del Nazareno, tranne poi essere stati scaricati. «Noi lo dicevamo da mesi. Solo che, quando Renzi ci ha lasciato, è accaduto che se la sono presi con noi. Noi abbiamo avuto un grande torto, quello di avere ragione», ha spiegato Fitto. Ora si continua a sbagliare, rincorrendo Salvini o commissariando la Puglia. «Non sono qui per lanciare invettive contro Berlusconi al quale voglio dire che le vittorie di questi vent’anni sono fondamentali per noi, non vogliamo distruggere ma essere d’aiuto. Ma c’è una differenza tra fedeltà e lealtà». Per Fitto una riflessione critica del passato recente è ineludibile. «Ora siamo di fronte a un bivio: distruggere il partito o seguire l’evoluzione e il percorso in atto nel nostro Paese, senza lasciare questo lavoro a Salvini», ha precisato Fitto.
«Nessun licenziamento»
Brucia il commissariamento della Puglia e l’indiscrezione che nessun fittiano verrà messo nelle liste per le regionali. Fitto considera questa mossa «un autogol clamoroso». In ogni caso, non è arrivata la lettera di licenziamento da Berlusconi. Non si ripeterà il «che fai mi cacci?» di Fini. Secondo Fitto il paragone non regge, nemmeno con la scissione di Alfano il quale governa con Renzi e «insegue poltrone». «Noi siamo ricostruttori non rottamatori».
«Raffaele Gattopardo»
I berlusconiani attaccano a testa bassa. Toti ricorda a Raffaele che non è la persona adatta a dare lezioni su come vincere («in questi anni ha perso tutto») e rinnovare la politica: «Occupando poltrone da decenni, ha fatto della politica un mestiere. Chi oggi proclama di voler cambiare tutto, magari lo fa per non cambiare nulla e salvare se stesso e qualche amico». Conclusione acida: «Non vorrei che dopo un anno di gufi, tanto cari a Renzi, si aprisse un anno all’insegna di una nuova bestiola: Il Gattopardo».
AME.LAM., La Stampa 22/2/2015