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 2015  febbraio 22 Domenica calendario

SE IL WSJ DEMOLISCE I MAGNATI DEL DIGITALE

Aridatece Schumpeter. Sì, ci voleva davvero l’autorità un po’ snob del Wall Street Journal per fare giustizia degli ultimi profeti del nostro sviluppo. Per carità, proprio il Journal è cassa di risonanza di quella letteratura d’impresa che è l’equivalente, per le companies, della pubblicistica di self improvement che tanto successo ha nelle calvinistiche società anglosassoni: come migliorare il rapporto con gli altri, il QI, il sesso etc. Però c’è un limite al meglio: o quantomeno al come. Peter H. Diamandis e Steven Kotler battezzano nel loro “Bold”, “Audace”, la categoria degli “imprenditori esponenziali”, contrapponendola a quella dei “manager dal pensiero lineare”. Saranno i primi a surclassare gli ultimi. Come? Con due paroline ormai magiche, “crowdsourcing” e “crowdfounding”. Ovvero «sollecitando idee e servizi (sourcing) oltreché finanziamenti (founding) da grandi gruppi di persone (crowd) grazie a Internet». E chi sarebbero gli esempi di questo trend? Elon Musk della Tesla, Larry Page di Google, Jeff Bezos di Amazon, Richard Branson di Virgin… Ma non sono, questi, i Soliti Noti della Silicon Valley? E poi, si chiede il Wsj, chi di loro è mai davvero ricorso «all’uno o all’altro modello tanto decantato»? Apriamo gli occhi: di fronte a questi giganti, «quando parliamo di crowd, di massa, è anche per riferirci allo spennamento: di massa”. Ma sì, ci voleva davvero l’autorità un po’ snob del Journal per fare giustizia degli ultimi profeti del nostro sviluppo. E aridatece Schumpeter.
Angelo Aquaro, la Repubblica 22/2/2015