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 2015  febbraio 21 Sabato calendario

LIBERALIZZAZIONI A METÀ PIÙ MERCATO SU NOTAI E POLIZZE ASSICURATIVE “SALVATI” TAXI E FARMACIE

ROMA.
Un lenzuolino più che una lenzuolata. Le liberalizzazioni del governo Renzi incontrano gli stessi muri che fermarono Prodi-Bersani, Monti-Passera e ancora Letta-Passera. Dal testo finale del disegno di legge sulla concorrenza, licenziato ieri dal Consiglio dei ministri, entrano ma non escono gli interventi su taxi-Ncc, porti, farmaci di fascia C anche nelle parafarmacie, libri scontati sopra il 15%. E rispetto alle più coraggiose bozze dei giorni scorsi, preparate dallo staff del ministro dello Sviluppo economico Guidi, scompaiono agenda digitale, banda larga, giornali venduti al di fuori delle edicole, trasporto pubblico locale, società pubbliche, rifiuti, aeroporti, fondazioni bancarie, norma anti-Google e tutto il pacchetto sanitario, compresi i brevetti. Una «sforbiciata», l’ha definita il premier Renzi. Mai definizione più azzeccata.
Le lobby questa volta hanno scommesso sui ministri giusti. Specie quelli di area Ncd. Esulta il ministro Lorenzin per le farmacie («Vittoria dei cittadini», ma in un curioso comunicato si rallegra anche per le norme su Rc auto ed energia). Il ministro Lupi per i porti. L’ex presidente del Senato Schifani per tutti questi pacchetti sostenuti dai suoi al governo. Assai scontenti notai e avvocati, nonostante i legali si siano molto spesi alla vigilia presso il ministro della Giustizia Orlando. Ma c’è tempo in Parlamento. Lo sa anche Renzi, «sfideremo le lobby», dice forse già rassegnato in conferenza stampa. «Stavo per dire che sfideremo le montagne russe, ma non lo dirò mai».
E i cittadini saranno favoriti dalle nuove norme? Difficile dirlo, la formulazione è in molti casi ambigua. Anche il capitolo sulla comunicazione esce ammorbidito (accolte le proteste degli operatori di tlc). Doveva favorire il recesso dai contratti di telefonia, pay tv, Internet - durata massima 12 mesi e penale non superiore a due mensilità di canone per le uscite anticipate - ma la durata è passata a 24 mesi e penale “proporzionale al valore del contratto e alla durata residua della promozione”. Rilevante l’articolo 29 che consente la compravendita di immobili adibiti ad uso non abitativo dal valore catastale fino a 100 mila euro senza bisogno di rogito notarile, avvalendosi di un avvocato che però deve dotarsi di assicurazione pari al valore dell’immobile. Con buona probabilità il cittadino potrà risparmiare il costo del notaio, ma dovrà pagare le spese (come le visure) e pure la polizza del legale. Nel testo sul sito del governo, ieri notte, appariva l’aggettivo «gratuitamente». Palazzo Chigi è stato costretto a smentirlo, non poteva che essere così. E poi, come dice la relazione tecnica al ddl, qui si parla di «una fetta consistente del mercato immobiliare». Non solo garage e cantine, ma anche negozi, capannoni, uffici, alberghi, centri commerciali, magazzini, laboratori con valore catastale fino a 100 mila euro e dunque valore di mercato fino a 300 mila euro e forse oltre. Non proprio poco. «Le fasce più deboli dei cittadini saranno esposte a forti rischi di criminalità, abusi e frodi» con la rimozione dell’atto pubblico e dunque del controllo di legalità effettuato dal notaio, avverte il Consiglio nazionale del notariato.
Confartigianato tuona contro il pacchetto sull’Rc auto (così pure gli avvocati dell’Oua), già stralciato dal Destinazione Italia di Letta, «si consegna il mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni». «Non c’è alcun cenno alla riforma sui taxi e sul noleggio con conducente, anche Renzi ha ceduto alla lobby dei tassisti», rumoreggia l’Unione dei consumatori, contrariata anche per l’eliminazione a partire dal 2018 del mercato di maggior tutela per elettricità e gas («Un regalo alle compagnie, non certo ai consumatori»). Anche Aduc, altra associazione dei consumatori, critica la ritirata del governo dalla liberalizzazione dei farmaci di fascia C (con ricetta, ma a carico totale del paziente) anche nelle parafarmacie e nei corner dei supermercati: «Non si capisce perché le prescrizioni fatte da un medico vanno bene per comprare in farmacia, ma non in parafarmacia». Soddisfatta invece Confesercenti, «per l’esclusione degli interventi su libri, quotidiani e periodici», e cioè lo sconto libero sui testi (anche sopra il 15%, tetto attuale) e la vendita dei giornali fuori dalle edicole. Esulta pure Federfarma che ringrazia la Lorenzin. Soddisfatto il presidente Antitrust, Pitruzzella: «Importante passo in avanti».
Valentina Conte, la Repubblica 21/2/2015