Andrea Luchetta, La Gazzetta dello Sport 21/2/2015, 21 febbraio 2015
LA RINASCITA DEL BARCA SEPARA LEO E LUIS
Més que un club , ma pure al Barça il fuoco cova sotto la cenere. Non bastano 11 vittorie consecutive — eguagliato il primo Guardiola — per sanare le fratture di una società in trincea: Messi contro Luis Enrique, elezioni sociali dietro l’angolo, Bartomeu convocato dai magistrati per il caso Neymar, lo stesso brasiliano — scriveva ieri Marca — atteso dai giudici in patria come persona informata dei fatti. Ciliegina sulla torta, la storiaccia in arrivo dall’Argentina che riguarda la famiglia Messi: sette uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella villetta di Rosario dei suoceri di Leo, tenendoli legati per un’ora mentre svaligiavano la casa.
L’impegno di oggi col Malaga settimo in classifica non dovrebbe presentare grandi ostacoli, a meno che i blaugrana non si complichino la vita. I tre punti permetterebbero di scavalcare il Real Madrid, in campo domenica. Per rendere il momento paradossale del Barça — forma straordinaria a dispetto di musi e sospetti — , perfino la striscia record è diventata pretesto per nuove polemiche. Tutto nasce dalla diversa interpretazione della «rinascita» di Messi e Luis Enrique. Secondo la Pulce,la svolta risale alla trasferta di Anoeta, punto più basso della stagione: sconfitta contro la Real Sociedad (1-0), con Messi e Neymar in panchina. Da allora — spiega l’argentino — «è cambiato l’atteggiamento della squadra, la voglia di andare in campo, il modo di pressare e far possesso». Una rivoluzione copernicana che Luis Enrique nega a modo suo: «Il responsabile della squadra — che sono io — vi dice che è stato un processo di crescita graduale, e non vedo perché dovrei cambiare idea. Se Messi la pensa diversamente è magnifico». Non diventerà un ambasciatore, il tecnico blaugrana, che alla quarta domanda sull’argentino ha opposto un silenzio esasperato. Lo spartiacque della stagione promette di essere il Clásico , il 22 marzo: una sconfitta potrebbe minare l’equilibrio faticosamente ricostruito. Ieri raro momento di unità, con dirigenza e prima squadra allineate per l’intitolazione di un campo d’allenamento a Tito Vilanova, scomparso lo scorso 25 aprile.