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 2015  febbraio 21 Sabato calendario

COP: «BROZOVIC L’AMICO, CAGLIARI L’AMORE»

«Brozovic e Kovacic? Siamo molto amici, nel 2012 nel derby tra Dinamo e Hajduk siamo stati i migliori in campo. Nei giorni scorsi a Milano abbiamo festeggiato a pranzo la firma di Brozo con l’Inter. Ma sia chiaro: lunedì non li conosco. E godrei da matti a batterli». Cerotto sul naso per uno scontro con Pisano («ma per l’Inter le gambe sono a posto») aria da dj: Duje Cop, 25 anni di spavalderia conquistata a suon di gol. Sessanta nelle ultime due stagioni alla Dinamo, capocannoniere con 22 l’anno scorso. Al Cagliari, guizzo del patron Giulini e del d.s. Marroccu su big italiane ed estere, in prestito biennale con opzione per il riscatto. Forte in acrobazia, a buon punto anche nella fase difensiva: «Lavorare con Zola fa la differenza. Avevo proposte in Premier ma mi ha convinto il progetto del presidente Giulini e il fatto che al Cagliari ci fosse lui in panca. La classifica? I tifosi stiano tranquilli: ci salveremo. Sapevo che avrei giocato in uno dei tornei più complicati. Ma non mi spaventa, ci tireremo fuori dai guai».
FIGLIO D’ARTE Cop arriva con i consigli di papà Davor, nel 1987-88 punta dell’Empoli con Mazzarri e Di Francesco. «Mi ha detto vai in Italia e impara, troverai difese dure. Avevo deciso: il Cagliari è il mio futuro». L’attaccante racconta dell’intesa con il gruppo: «Da Conti e Cossu agli altri sono stato messo a mio agio. Per la lingua, esco con Ekdal e Brkic. Lui il mio autista? No, sono io che lo porto in giro».
COME A CASA Su Cagliari, il croato non cerca scorciatoie: «Mi trovo bene, con la mia fidanzata Ana giriamo i quartieri storici. E mangiamo nelle trattorie del centro. Città tranquilla, senza pressioni, tifosi affezionati: condizioni ideali per fare il calciatore». Numero 90 («è il più vicino al 9»), con il gol partita al Sassuolo ha stregato la tifoseria, pronta nel ribattezzarlo Robo-Cop. «Un momento meraviglioso. La palla di Dessena, il colpo al volo. Ma è solo l’inizio. Sento fiducia dallo staff e dal club. Ne arriveranno altri». Dal 2-1 agli emiliani al tu per tu con De Sanctis: fuori: «Ha poco senso ripensarci, ma quella palla con la Roma valeva tanto. Il calcio è anche questo, fai e sbagli». Si torna al posticipo con i nerazzurri. «Non credo l’Inter sia stanca per il Celtic. A noi servono punti, con Inter o Cesena l’approccio è lo stesso. Il più forte è Vidic: lo ammiro fin dal Manchester, sarebbe formidabile fargli gol».