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 2015  febbraio 20 Venerdì calendario

LA SOAP RADIOFONICA CON LE STORIE DEI PROFUGHI SIRIANI


Alla giovanissima Reem serve uno sposo giordano che la porti via dalla dura vita del campo: è il destino scelto per lei da suo fratello Fadi, uno dei personaggi della soap opera radiofonica We are all refugees che dalle frequenze di Radio SouriaLi racconta gli affanni quotidiani dei rifugiati siriani in Giordania. Nozze precoci, violenze domestiche, disoccupazione, la sceneggiatura è un amaro campionario di storie vere, quelle dei 640mila profughi siriani presenti nel Paese.
A ispirare l’episodio della sposa bambina è stata una ragazzina in carne ed ossa, di 15 anni, destinata a un marito giordano come molte sue coetanee: l’ha incontrata nel campo di Za’atari Charlotte Eagar, regista, giornalista, oggi co-produttrice della serie. Quell’incontro le ha dato l’idea per i sei episodi pilota, in parte finanziati anche dall’Unhcr e andati in onda fra dicembre e gennaio in lingua araba. Saranno ritrasmessi on line sul sito dell’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e con ogni probabilità dall’edizione araba della Bbc. «La speranza» ci racconta la produttrice al telefono «è che qualcuno decida di farne una soap opera di lunga durata». In radio sono giunte email di apprezzamento e appelli per ascoltare nuovi episodi. «Vorremmo davvero continuare a produrli, ma servono fondi. Li stiamo raccogliendo anche per registrare la serie in inglese e trasmetterla nel Regno Unito e negli Usa» (per sostenere il progetto: syriatrojanwomen.org).
L’obiettivo dei produttori è evitare che la tragedia siriana venga dimenticata, appannata dall’assuefazione generale alle cattive notizie. «Umanizzare le difficoltà attraverso i personaggi della serie», come dice Charlotte Eagar, serve a rendere più vivido il quadro generale e a mostrare l’enorme costo umano di questo conflitto.
Nel progetto sono coinvolti gli stessi profughi: tra gli autori, oltre ai due giordani Majd Hijjawi e Ahmad Ameen, c’è Wael Qadour, giovane drammaturgo rifugiato. Non è il solo: proviene dalla Siria anche la ragazza che interpreta Reem. È fuggita col marito e i figli di tre e cinque anni mentre dal cielo di Damasco cadevano le bombe.