Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  febbraio 20 Venerdì calendario

RCS CONVOCA IL CDA PER LA LIBRI

La cessione del business della Libri alla Mondadori da parte di Rcs Mediagroup è un’operazione win-win. Questo è stato il primo responso della borsa, almeno fino a metà pomeriggio di ieri, così come il parere pressoché unanime degli analisti. La casa editrice di Segrate, nel caso in cui l’offerta da 120-150 milioni venisse accettata dal cda del gruppo di via Rizzoli, arriverebbe infatti a detenere il 40% del segmento trade e il 16% del mercato totale dell’editoria libraria, che nel 2014 ha registrato un giro d’affari complessivo di 3,2 miliardi.
Inoltre, la società presieduta da Marina Berlusconi (numero uno anche della holding controllante Fininvest) e guidata dall’amministratore delegato Ernesto Mauri porrebbe un serio sbarramento alle prospettive di sviluppo, soprattutto nel settore della scolastica (di cui il nuovo polo Mondadori-Rcs Libri avrebbe il 25%), dei colossi stranieri Pearson, Bertelsmann e Amazon. Sarebbe proprio la primogenita dell’ex Cavaliere a essere la forte sostenitrice del deal, che la società di Segrate potrebbe finanziare senza far ricorso ad aumenti di capitale (Equita lo stima in 50-70 milioni) ma attingendo alle linee di credito disponibili (260 milioni). Anche perché la holding di via Paleocapa, che ha recentemente incassato 377 milioni dal collocamento del 7,79% di Mediaset, non vedrebbe di buon occhio la ricapitalizzazione della Mondadori. Quest’ultima, mentre lavora alla definizione dell’offerta binding - quella ufficializzata mercoledì è non vincolante - non teme inoltre l’eventuale intervento dell’Antitrust, già ventilato da più parti.
Se l’acquisizione dovesse completarsi, la quota detenuta complessivamente sarebbe infatti inferiore al 20% del mercato totale dei libri. L’Autorità potrebbe in ogni caso avviare una ricognizione sul deal anche perché la partita è diventata soprattutto politica, specie dopo l’intervento di alcuni degli scrittori pubblicati da Rcs e del ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Sono molto preoccupato delle notizie che anticipano un possibile acquisto di Rcs Libri da parte di Mondadori», ha detto Franceschini, «ci sono organi e autorità che valuteranno in base alle norme». Mondadori con questa mossa arriverebbe, secondo gli analisti di Kepler Chevreux, a un fatturato di 540 milioni con un ebitda di 62 milioni.
La palla ora è nelle mani del gruppo di via Rizzoli. È plausibile che l’azienda guidata dall’ad Pietro Scott Jovane convochi un cda ad hoc entro la prima settimana di marzo, si dice tra i 2 e il 5, prima del board dell’11 marzo sui conti 2014. In Rcs però si attendono un’offerta vincolante già per quella data per avviare la due diligence. Non è detto che l’operazione venga approvata dall’attuale cda, che scade con l’assemblea del 23 aprile. Per la società, la cessione della Libri è comunque la cura più indolore alla necessità di abbattere il debito (scenderebbe da 500 a poco più di 300 milioni) invece di chiedere l’intervento dei soci. E in borsa c’è chi attende con impazienza le mosse di Jovane: ieri è stato scambiato il 2,5% del capitale di Rcs, percentuale che sale al 25,5% da inizio anno.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 20/2/2015