Francesco Ninfole, MilanoFinanza 20/2/2015, 20 febbraio 2015
LA BCE HA 76 MLD DI BOND ITALIANI
La Bce ha in bilancio 76 miliardi di titoli di Stato italiani, circa la metà del totale di 149 miliardi acquistati nell’ambito del programma Smp (Securities Market Programme). È quanto emerge dal bilancio 2014 dell’istituto di Francoforte pubblicato ieri. La cifra relativa a Bot e Btp era pari l’anno precedente a 90 miliardi e due anni prima a 103 miliardi.
Il valore è sceso per via della scadenza di una parte dei titoli. Quelli ancora nel bilancio della Bce hanno una durata residua di 3,8 anni. I titoli italiani sono in valore assoluto i più acquistati dall’Eurotower, seguiti da quelli spagnoli (29 miliardi), greci (19,8 miliardi), portoghesi (15 miliardi) e irlandesi (9,7 miliardi). Le operazioni sui bond italiani sono iniziate nell’agosto del 2011, subito dopo la lettera firmata dall’ex presidente Jean-Claude Trichet e da Mario Draghi, e sono andate avanti fino al gennaio 2012. Gli acquisti del Smp, sebbene ingenti in valore assoluto, hanno avuto effetti soltanto temporanei sugli spread dei Paesi. La soluzione al timore dei mercati di una spaccatura della zona euro è stata trovata nel settembre 2012 con un altro piano varato dalla Bce (a costo zero), l’Omt. Nel 2015 però le cifre sui bond sovrani sono destinate a cambiare molto. Il prossimo mese partiranno gli acquisti di titoli di Stato del Quantitative easing lanciato nell’ultima riunione del Consiglio direttivo (le cui minute sono state diffuse per la prima volta ieri, si veda articolo in basso). Nell’intero programma di acquisti, che andrà avanti almeno fino a settembre 2016, la Bce comprerà 130 miliardi di titoli italiani, secondo quanto fatto sapere dal governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco al Forex.
Anche grazie ai proventi dei bond comprati nel Smp (che hanno generato complessivamente interessi per 728 milioni, di cui 298 dai titoli greci), l’utile della Bce è arrivato nel 2014 a 989 milioni di euro, un valore in calo rispetto agli 1,44 miliardi dell’anno prima. La flessione è legata a tre fattori: la riduzione degli interessi dal Smp, i minori proventi per i tassi più bassi sui rifinanziamenti principali delle banche e l’incremento delle spese operative legate all’istituzione del Meccanismo di Vigilanza Unico (30 milioni per l’anno 2014, che saranno comunque ripagati dalle banche nel 2015). Gli utili sono stati attribuiti come dividendo alle banche centrali nazionali in misura proporzionale alle quote sottoscritte nel capitale Bce: quindi la Bundesbank riceverà il 26%, la Banca d’Italia il 18%. Gli Stati si sono impegnati nel 2012 a restituire alla Grecia i proventi della Bce sui bond ellenici, ma l’ultimo versamento è bloccato in attesa di un’intesa con Atene (la Bce non può versare direttamente i profitti dei bond alla Grecia perché sarebbe una forma di finanziamento monetario, vietato dai trattati). Dal bilancio è emerso anche che il presidente Mario Draghi ha ricevuto uno stipendio di 380 mila euro, in linea con l’anno precedente.
Francesco Ninfole, MilanoFinanza 20/2/2015