www.cinquantamila.it/fiordafiore 20/2/2015, 20 febbraio 2015
Gli hooligans del Feyenoord distruggono piazza di Spagna • La Germania dice no alle proposte greche • Gino Paoli indagato per evasione fiscale • Una cuoca nella lista di Falciani • Il neurologo Oliver Sacks annuncia di avere un cancro in fase terminale Feyenoord/1 Per due giorni la città di Roma è stata in balìa degli hooligans della squadra olandese del Feyenoord
Gli hooligans del Feyenoord distruggono piazza di Spagna • La Germania dice no alle proposte greche • Gino Paoli indagato per evasione fiscale • Una cuoca nella lista di Falciani • Il neurologo Oliver Sacks annuncia di avere un cancro in fase terminale Feyenoord/1 Per due giorni la città di Roma è stata in balìa degli hooligans della squadra olandese del Feyenoord. I tifosi erano in Italia per la partita di ieri contro la Roma, allo stadio Olimpico. Hanno cominciato mercoledì nottte, con risse, lanci di fumogeni e vandalismi a Campo de’ Fiori. Hanno continuato ieri a piazza di Spagna: negozi e locali sprangati, i turisti fuggiti, vicoli deserti e ridotti a toilette all’aria aperta, la scalinata di Trinità dei Monti oltraggiata in più punti, bombe carta contro i monumenti, la Barcaccia, riaperta a settembre dopo un lungo restauro costato due milioni di euro, deturpata. Il bilancio, al momento, è questo: 28 olandesi arrestati (23 per gli scontri della sera prima a Campo de’ Fiori, 19 condannati per direttissima), 5 tifosi e 13 agenti contusi. Furente il sindaco Ignazio Marino che se la prende con il prefetto Giuseppe Pecoraro e il questore Nicolò D’Angelo: «La gestione della sicurezza ha avuto falle intollerabili, ci avevano assicurato che era tutto sotto controllo. Ho chiesto spiegazioni a chi ha la responsabilità dell’ordine pubblico. Perché la fontana non era protetta?». Il sindaco è incontenibile: «Ho detto all’ambasciata olandese “chi rompe paga”. Ho chiesto di strappare i passaporti a questi vandali e lasciarli a casa: a Roma non sono graditi». Feyenoord/2 Quelli in azione a Roma sono considerati gli ultimi hooligans d’Europa. Alcuni gruppi si dicono nazisti. Il gruppo di riferimento è l’Scf (Sport Club Feyenoord), riconoscibili per un tatuaggio sull’avambraccio destro (la «F» della squadra), dai bomber, da magliette e polo griffate e dai berretti a coprire le teste rasate. Sono anche ultrà di estrazione sociale medio alta, studenti, imprenditori. Ieri sono stati condannati 19 teppisti per gli scontri di mercoledì a Campo de’ Fiori con pene dai sei ai sedici mesi di reclusione: una mezza dozzina ha accettato di convertire la pena in una multa da 45mila euro a testa da pagare entro 15 giorni. Feyenoord/3 L’ultima segnalazione è stata trasmessa dalla polizia olandese una settimana fa e confermata a 48 ore dalla partita: a Roma arriveranno circa 5.000 tifosi organizzati, ma anche 500 sostenitori del Feyenoord senza biglietto. «Sono i più violenti», avevano avvisato le autorità de L’Aia decidendo di inviare una decina di funzionari al seguito. Il piano predisposto dalla questura prevedeva presidi negli aeroporti, nelle stazioni e ai caselli autostradali per scortarli fino al centro di raccolta che è a piazzale delle Canestre, all’interno di Villa Borghese. Ma almeno 300 sono riusciti a sfuggire ai controlli: mercoledì sera hanno preso d’assalto Campo de’ Fiori, ieri hanno replicato in piazza di Spagna. Spiegano i responsabili della sicurezza: «Per fermarli avremmo dovuto ordinare “cariche” in mezzo alla gente in pieno giorno e questo rischiava di provocare conseguenze ben più gravi». Grecia Ieri il governo greco ha inviato all’Eurogruppo la richiesta di estensione del programma di salvataggio, sollecitata al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker l’ha considerata adatta ad «aprire la strada» per un compromesso. Ma Berlino ha detto no: il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha fatto sapere che non è «una proposta sostanziale per una soluzione» e che punta a ottenere un «prestito ponte» per sei mesi senza «accettare gli obblighi». La proposta greca accoglie l’ultimatum dell’Eurogruppo chiedendo l’estensione di sei mesi del programma in scadenza il 28 febbraio. Garantisce di onorare tutti i debiti. Esclude azioni unilaterali che potrebbero «mettere a rischio gli obiettivi di bilancio, la ripresa economica e la stabilità finanziaria». Promette di rilanciare la crescita senza chiedere fondi aggiuntivi. Tsipras si accontenta della cancellazione della parola «troika» e accetta la supervisione individuale di Ue, Bce e Fmi. Sostanzialmente si riserva di non applicare tagli di spesa e riforme che potrebbero aggravare disoccupazione e povertà. Un Eurogruppo straordinario dei 19 ministri finanziari è stato convocato d’urgenza oggi a Bruxelles per superare la rigidità di Berlino, che è stata considerata eccessiva perfino all’interno del governo tedesco. Ieri in serata c’è stat una telefonata «costruttiva» tra Tsipras e la cancelliera tedesca Angela Merkel per tentare un chiarimento. Paoli Ieri è stata perquisita l’abitazione di Gino Paoli, a Genova. Il cantautore e presidente della Siae è indagato per infedele dichiarazione dei redditi e esportazione di valuta insieme con la moglie Paola Penzo e con il commercialista Alfredo Averna; non sarebbe invece indagato un altro commercialista, Andrea Vallebuona, personaggio chiave della vicenda. Proprio da una conversazione telefonica di Paoli con Vallebuona, intercettata dalla Finanza, è nata l’inchiesta della Procura: l’artista gli chiedeva di occuparsi del rientro di capitali dall’estero. Il problema per Paoli sarebbe stato far rientrare in Italia 2 milioni di euro depositati nel 2008 su un conto in una banca svizzera, denaro non scudato e che non risulta nella dichiarazione dei redditi. Sul conto svizzero sarebbero confluiti anche pagamenti, a quanto si capisce in nero, per la partecipazione a una o più Feste dell’Unità. L’evasione contestata a Gino Paoli, calcolata sui 2 milioni di euro, sarebbe di 800mila euro. Cuoca Tra i 7.500 italiani della lista Falciani c’è anche una cuoca di Brescia con un conto da 39 milioni di dollari. La donna ha 36 anni, è al momento disoccupata e vive in un quartiere di periferia della città lombarda. Tra il 2005 e il 2006 ha lavorato per il team Renault di F1, all’epoca diretto da Flavio Briatore. Ha detto: «Hanno usato il mio nome per intestarmi un conto svizzero senza dirmelo». Sacks Il neurologo e scrittore Oliver Sacks ha annunciato di avere un tumore in fase terminale: «Un mese fa mi sentivo in forma. A 81 anni nuoto ancora un miglio al giorno, ma la fortuna è finita: ho scoperto di avere metastasi multiple al fegato». Tutto cominciò nove anni fa, quando gli fu diagnosticato un melanoma oculare, un raro tumore rimosso con il laser e con la radioterapia, che lo lasciò cieco da un occhio. «Solo in casi molto rari questo tumore provoca metastasi. Io sono tra lo sfortunato 2 per cento. Sono grato per aver avuto altri nove anni, dalla prima diagnosi, ma ora sono faccia a faccia con l’idea di morire. Il tumore occupa un terzo del mio fegato e anche se il progredire della malattia può essere rallentato, non può essere fermato. Tocca a me decidere come vivere il tempo che mi resta. Devo farlo nel modo più ricco, profondo, produttivo possibile». Non c’è più tempo per l’inessenziale, spiega: «Presto potrei non essere più in grado di guardare il telegiornale, seguire la politica o le discussioni sul riscaldamento globale». In primavera uscirà la sua autobiografia, mentre diversi altri titoli sono già quasi completati.