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 2015  febbraio 20 Venerdì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 21

(Isis. Lo Stato del terrore)

Vedi Biblioteca in scheda: 2304062
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LA VOLONTÀ DI DIO FRA AL BAGHDADI E AL ZAWAHIRI –
Tweet. L’Isis riceve 72 retweet per ogni tweet inviato.
Califfo. Al Baghdadi è il primo leader islamico, dopo Abdülmecid (1823-1861), ad assumere il titolo di Califfo.
Cuori e menti. Per costruire il consenso, altro elemento necessario alla realizzazione del Califfato, a differenza del regime talebano che, considerandosi una casta superiore, razziava la popolazione, al Baghdadi dà vita a una serie di programmi sociali di aiuto. Questi prevedono, per esempio, campagne di vaccinazione antipolio o donazioni. Secondo il sito The Atlantic, quando l’Isis ha rubato 425 milioni di dollari alla banca centrale di Mossul, il denaro è stato destinato non solo a finanziare gli aiuti militari, ma anche «la campagna del gruppo per conquistare cuori e menti».
Militari. Nel governatorato di Raqqa, in Siria, dove ha sede il quartier generale del califfato, i militari sistemano le strade e riparano gli autobus, gestiscono gli uffici postali e le infrastrutture fondamentali.
Feste. A Raqqa, nelle sere estive, si svolgono le feste dell’estate islamica, a base di musica, esibizioni di combattenti e acclamazioni popolari per il califfo. Qui i giovani sono sollecitati ad arruolarsi in difesa del nuovo Stato.
Soldati. I soldati arruolati dall’Isis ricevono una paga molto inferiore a quella di un comune operaio locale (circa 40 dollari mensili contro 150) perché siano motivati non dal denaro, ma da uno scopo ideologicamente superiore: la costituzione del Califfato. Sono sì, come i jihadisti di al Qaeda, pronti a morire per la causa, ma non aspirano tanto al martirio quanto alla realizzazione, su questa terra e in questa vita, del progetto di creazione dello Stato.
Regole. Regole da rispettare: divieto di fumare e usare la macchina fotografica, obbligo per le donne di andare in giro completamente coperte e sempre accompagnate dal coniuge o da un parente maschio.
Ragazze. L’Isis, nei territori conquistati, va in cerca, porta a porta, di ragazze nubili delle tribù sunnite locali per combinare matrimoni con i miliziani e accrescere il consenso tra la popolazione.
Teste. Alla vigilia dei mondiali di calcio del 2014 l’Isis ha postato su Twitter un video in cui alcuni suoi membri giocavano a pallone con le teste mozzate di soldati e poliziotti iracheni sciiti.
Procura. La guerra per procura favorisce la totale assenza di chiarezza nelle alleanze e negli obiettivi, mette in campo soggetti mossi da interessi che possono mutare in corso d’opera, creando di fatto una situazione fluida e pressoché anarchica. All’interno del conflitto siriano, per esempio, in un contesto in cui tutti combattono tutti per interessi particolari, l’Isis si è inserito per un proprio obiettivo di conquista. In un paio d’anni sono riusciti a occupare regioni strategiche ricche di risorse, cooptando i leader delle tribù sunnite locali per poter sfruttare i giacimenti petroliferi presenti sul territorio. Lo stesso hanno fatto in Iraq: nell’estate 2014, mentre avanzava su Baghdad, l’Isis ha lanciato un attacco alla raffineria di Baiji, fissando come obiettivi una diga e un oleodotto. La gestione delle risorse è stata condivisa con le tribù locali sunnite, discriminate dal governo precedente, per guadagnare consenso tra la popolazione, grazie a strategie diplomatiche ben più raffinate dell’imposizione violenta adottata in passato da al Qaeda.
Dio. «Se devo scegliere tra la volontà di Dio e quella di al Zawahiri, scelgo Dio». (risposta di al Baghdadi al capo di al Qaeda, al Zawahiri, furioso per la fusione tra Stato islamico dell’Iraq e della Siria)
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 20/2/2015