VARIE 19/2/2015, 19 febbraio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - LA GRECIA CHIEDE LA PROROGA
(Reuters) - La Grecia ha chiesto formalmente un’estensione di sei mesi dell’accordo sul prestito con la zona euro, facendo importanti concessioni nel tentativo di evitare di esaurire la liquidità nelle prossime settimane e di superare le resistenze di partner scettici come la Germania.Con il programma di bailout in scadenza fra poco più di una settimana, il governo di Alexis Tsipras ha urgentemente bisogno di assicurarsi una linea finanziaria che consenta al paese di sopravvivere oltre la fine di marzo.
La Commissione europea ritiene che la richiesta sia "un segnale positivo", secondo quanto riferito da un portavoce, mentre per la Germania la nuova proposta greca non è sufficiente. "La lettera di Atene non è una proposta che porta ad una soluzione significativa", spiega in una nota il portavoce del ministero dell’Economia tedesco. "In verità va verso la direzione di un prestito ponte, senza soddisfare le richieste del programma. La lettera non soddisfa i criteri definiti dall’Eurogruppo lunedì".
I ministri delle Finanze della zona euro si incontreranno domani pomeriggio a Bruxelles per esaminare la richiesta, secondo quanto riferito in un tweet dal presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ravvivando le speranze di un accordo, che possa evitare una possibile bancarotta e un’uscita della Grecia dall’euro. Un funzionario del governo ha detto a Reuters che Atene ha chiesto un’estensione del suo "Master Financial Assistance Facility Agreement" con la zona euro, insistendo però che il governo ha proposto termini diversi rispetto agli obblighi dell’attuale bailout.
La Grecia si è impegnata a mantenere l’equilibrio fiscale durante il periodo di interim, di fare riforme immediate per combattere l’evasione fiscale e la corruzione e misure per gestire quella che Atene definisce la sua "crisi umanitaria" e avviare la crescita economica, ha aggiunto il funzionario. Nel documento visto da Reuters, la Grecia assicura di onorare tutti i debiti, di riconoscere l’esistente programma Ue/Fmi come legalmente vincolante e di astenersi da azioni unilaterali che potrebbero minare gli obiettivi fiscali concordati.
Atene accetta inoltre che l’estensione venga monitorata dalla Commissione europea, la Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale, una rinuncia per Tsipras, che aveva promesso di mettere fine alla collaborazione con gli ispettori della troika, accusata di infliggere profondi danni economici e sociali alla Grecia. Il periodo di sei mesi di interim sarà usato per negoziare un accordo a lungo termine per la ripresa e la crescita, incorporando ulteriori misure di sostegno promesse dall’Eurogruppo nel 2012.
I partner della zona euro hanno detto finora che Atene deve rispettare i termini dell’attuale bailout, che chiede un 3% di surplus del budget primario quest’anno. La richiesta di Atene sarà inizialmente discussa nelle prossime ore da alti funzionari della zona euro.
PEZZO DI TONIA MASTROBUONI DALLA STAMPA DI STAMATTINA
Ancora una volta è toccato alla Bce mantenere il punto. Secondo fonti autorevoli, al termine di una riunione non facile, i venticinque banchieri centrali hanno deciso un aumento minimo dei fondi di emergenza Ela di appena 3,3 miliardi: le banche greche avranno a disposizione, dunque 68,3 miliardi. Saranno appena sufficienti, dopo l’emorragia di fondi delle settimane scorse, a non farle collassare, mentre Atene tenta di concludere il negoziato con i partner europei ed internazionali.
Ma non è certo la boccata d’ossigeno che si aspettava il governo Tsipras, che sta spingendo anche su uno sblocco dei rifinanziamenti con bond governativi, congelati dall’ultima riunione dei direttorio. Ad Atene restano pochi giorni per concludere un accordo con i partner internazionali.
Oltretutto, secondo quanto riportato dal quotidiano conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung, qualche banchiere centrale starebbe cominciando a parlare apertamente di Grexit, di uno scenario di uscita dall’euro, per Atene. «Abbiamo l’impressione che la Grecia stia cercando l’incidente per uscire ma usando un capro espiatorio» ha detto al quotidiano un governatore, a microfoni spenti.
Ma mentre si avvicina la data dell’Eurogruppo che dovrebbe trovare la quadra sulla partita più sofferta, arrivano alcuni segnali importanti della volontà dei tedeschi di chiudere la vicenda greca in maniera non traumatica. Ieri il quotidiano più letto, Bild - al quale Angela Merkel presta un’enorme attenzione - ha dedicato un insolito, appassionato editoriale alla Grecia. «Se perdiamo te, non se ne vanno in fumo solo i nostri miliardi di euro, anche il nostro cuore se ne va in fumo», ha scritto una firma illustre, Franz Josef Wagner.
VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL VIGNETTA BENNY DA LIBERO DRAGHI BAZOOKATE CONTRO LA MERKEL
Ricordando quattro millenni di cultura greca, e cioè che c’erano «Omero, Ippocrate quando il resto dell’Europa girava con le pelli addosso», il tabloid conclude che «dobbiamo salvare la Grecia, se salviamo la Grecia salviamo noi stessi». Un cambiamento d’umore notevole, rispetto agli anni scorsi, quando sulle stesse colonne apparivano spesso articoli al fulmicotone contro Atene. Per Wagner, insomma, «il denaro è niente, conta il pensiero: la Grecia vale più di tutti i miliardi».
Ieri anche Angela Merkel è intervenuta in un convegno a porte chiuse sulla Grecia: «Se alcuni Paesi sono in difficoltà, allora daremo loro la nostra solidarietà. Ma la solidarietà non è una strada a senso unico, piuttosto, con gli sforzi dei Paesi, è una faccia della stessa medaglia e sarà sempre così».
La cancelliera, riportano fonti autorevoli, ha una posizione meno dura del suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, sulla Grecia. Il problema, per lei, è tenere a bada una fetta del suo partito, ormai insofferente verso Atene. E alcuni «big» della Cdu non hanno nascosto in questi giorni la loro irritazione per un atteggiamento che definiscono «arrogante», da parte del governo Tsipras.
Merkel dovrà fare approvare l’eventuale nuovo pacchetto di aiuti e di riforme concordate con la Grecia dal Bundestag. Nelle scorse ore il vicecancelliere Gabriel ha mostrato segni di apertura verso la Grecia, parlando a nome dei socialdemocratici. Ma per la cancelliera è importante mantenere insieme, intanto, i cristianodemocratici. In ogni caso, schierando già nei mesi scorsi alcuni mediatori come Joerg Asmussen, il governo tedesco ha dimostrato la volontà di voler chiudere la partita positivamente.
PEZZO DI ZATTERIN DI STAMATTINA
È attesa oggi, con un giorno di ritardo, la proposta di Alex Tsipras per disinnescare il rischio bancarotta e svincolarsi da quello che ritiene essere il «giogo dell’austerità europea». Il premier greco pensa a «un’estensione delle linee di credito» negoziate con Ue e Fmi, ma invoca pure l’archiviazione del programma di aiuti e delle condizionalità per risanamento e riforme.
La risposta, della Commissione come della cancelliera Merkel, è che «gli obblighi finanziari vanno rispettati». A ogni effetto pare un «no». Però i negoziati sono in corso, si cerca (e si vuole) una mediazione che, nonostante i toni, si considera non impossibile. A patto di trovare le parole giuste.
La mossa degli Usa
Il pressing è globale. Si sono mossi anche gli americani, interessanti al destino dei soldi prestati dal Fmi di cui sono i primi azionisti, come dalla stabilità generale dei mercati e dei partner europei con cui vogliono continuare a fare buoni affari. Il segretario di stato al Tesoro, Jack Lew, ha telefonato all’omologo Yanis Varoufakis per avvertirlo delle «immediate difficoltà» che la Grecia potrebbe trovarsi ad affrontare qualora «non ci fosse un accordo e non chiedesse la collaborazione di Ue e Fmi». Messaggio chiaro: «E’ il tempo dei fatti, l’incertezza non fa bene all’Europa». Vero, ha twittato il greco: «Un avvertimento a entrambe le parti».
Come ci si arriva? Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha ribadito che non possono esserci prestiti senza il rispetto delle condizioni contenute nel programma di salvataggio, quello che ha fatto complessivamente confluire 240 miliardi nei forzieri di Atene che, sennò, sarebbe fallita. L’Eurogruppo, ha ricordato, «ha comunicato alla Grecia che si deve estendere il programma con le sue condizionalità». Solo dopo, ha precisato, «ci potrà essere la flessibilità per discuterle».
I paletti di Bruxelles
Il primo paletto dell’Europa è dunque che il senso del programma esistente non va tradito. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha lavorato con quello dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, su una soluzione «ponte» sino all’estate, nel rispetto della cornice. In questi mesi si potrebbe negoziare un nuovo patto, il «contratto a lungo termine» auspicato dal ribelle Varoufakis. Servirebbe una chiave semantica che ammorbidisse i proclami di Atene, dove si che «l’attuale programma non può in alcun modo continuare» e domani sono attese misure che rivedono l’impegni presi per avere i soldi del salvataggio.
Vallo a dire a Wolfgang Schaeuble, per il quale «non sarà accettata un’estensione senza l’attuazione delle riforme decise». Analogamente, la cancelliera Merkel invita a perseverare sulla strada degli interventi strutturali, perché chi è in difficoltà può contare su una «solidarietà» che «non è una strada a senso unico».
È il senso dell’avvicinamento possibile. «Non badate alle definizioni quanto al loro significato», avverte una fonte Ue. Tsipras non vuole parole come «memorandum» e «programma», tuttavia potrebbe accettare la medesima pietanza in un altro piatto. I tecnici dicono che, senza intesa, Atene dovrà intaccare le riserve già in febbraio in vista delle scadenze sovrane di marzo. Un motivo per andare avanti. Come? Se il testo arriva oggi ed è buono potrebbe esserci un Eurogruppo domani. «Magari in teleconferenza», dice una fonte. Sarebbe un buon segno
...Un altro dossier su cui Renzi non tocca palla è quello del debito greco. Anche qui i giochi li fa la Merkel, visto che pure l’ex ministro francese Moscovici, ora commissario agli affari economici dell’Unione , è stato trasformato in un cagnaccio pro-Troika. Secondo gli addetti ai livori di Bruxelles, però, stiamo assistendo solo a un teatrino. La cancelliera ha schierato Schaeuble a far la voce grossa, mentre un accordo con la Grecia è già pronto e vede il riscadenziamento del suo debito, da spalmare su un periodo più lungo.
Angela farà felice Tsipras e Varoufakis non perché tema gli effetti del crac di Atene - la cui economia è ormai piuttosto isolata da quelle del resto del Continente - ma perché non può permettersi di far passare il messaggio che l’euro è una giostra su cui si sale e si scende. L’uscita di uno Stato membro sarebbe una vera calamità politica, più che economica: aprirebbe la strada a movimenti simili in Italia, Spagna e Portogallo, e ci vorrebbe ben più dei mille miliardi di Draghi per dare fiducia in un’Eurozona dove ognuno fa come gli pare…
REPUBBLICA.IT
MILANO - Il governo greco ha inviato all’Eurogruppo la richiesta di proroga del programma di supporto internazionale, che scade il 28 febbraio. Lo stesso presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha confermato la ricezione via Twitter e si dedica alla valutazione con lo staff tecnico. Mentre fervono i contatti internazionali (Merkel e Tsipras si sono sentiti al telefono, il premier Renzi ha a sua volta avuto un giro di contatti con il leader greco e Juncker), i ministri delle Finanze si preparano a un vertice straordinario indetto alle 15:00 di venerdì, cui parteciperà Padoan che quindi diserterà il Cdm.
Dopo la lettera greca, il portavoce del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, parla apertamente di "un segno positivo che spiana la strada ad un compromesso ragionevole nell’interesse di tutta l’Eurozona", precisando che il presidente, Dijsselbloem e Tsipras hanno avuto discussioni fino a questa mattina. Diverso il discorso per Berlino, con il portavoce di Schaeuble, Martin Jaeger, che fredda ogni entusiasmo: "La lettera di Atene non presenta alcuna proposta di soluzione sostanziale", la richiesta è respinta dal governo tedesco. Una reazione secca che crea un terremoto nella stessa Germania: il vicecancelliere Sigmar Gabriel replica alla netta chiusura di Schaeuble. Stando al suo ministero, "la proposta scritta del governo greco per le trattative sul prosieguo del programma di riforme è un primo passo nella direzione giusta". Il politico dell’Spd, che è anche ministro dell’Economia, spiega: "Il mio suggerimento sarebbe quello di metterci a discutere prima di affrettarci a dire di sì o di no. Basta con i diktat". Anche il presidente del Parlamento Ue, il tedesco dell’Spd Martin Schulz, è rimasto "sorpreso dalla velocità della reazione del ministro delle Finanze tedesco Schaeuble", perché invece Atene "si è mossa" verso l’accordo.
Il Fondo monetario, invece, gioca un ruolo più defilato: "Le attuali discussioni sulla Grecia riguardano l’eventuale estensione del programma europeo. Il programma del Fondo monetario scade nel marzo del 2016 e va avanti fino al 2016. In questa fase non c’è bisogno di prorogarlo": lo ha detto il portavoce del Fmi, Gerry Rice, sottolineando come il piano del Fondo sia già "flessibile".
Una indicazione positiva della Ue sui contenuti della lettera era arrivata dal fatto che sia già stato convocato per domani l’Eurogruppo straordinario, nel quale si discuterà della richiesta di Atene. L’Afp, citando fonti governative, spiegava infatti che sarebbe stata necessaria una rapida ricognizione per un’approvazione di massima da parte delle strutture comunitarie. Qualora questo passo fosse stato superato, sarebbe stato subito convocato un nuovo summit dell’Eurogruppo, anche in teleconferenza, in modo che il documento possa ricevere lo stampo di approvazione definitivo. Cosa che è effettivamente accaduta.
Il documento propone di "procedere congiuntamente a una conclusione positiva degli accordi attuali". Atene si impegna a mantenere "l’equilibrio di bilancio" nei sei mesi di estensione del programma di assistenza finanziaria. Nel frattempo partirà un negoziato per ridurre il debito e per avviare un programma a lungo termine di crescita economica. "Il governo - spiegano fonti ufficiali - non ha chiesto un’estensione del piano di salvataggio. Abbiamo inviato una proposta - aggiungono - nel rispetto del mandato popolare, che difende la nostra dignità sociale e che, nello stesso tempo, sia accettabile dai nostri partner". Però nel testo di cui ha dato notizia Reuters, si fa espressamente riferimento all’accordo con la Troika, il "Master Financial Assistance Facility Agreement". Un riferimento confermato dal portavoce della Commissione Ue, secondo cui quello è proprio "il termine legale per descrivere l’attuale programma di aiuti", che quindi comprende anche il Memorandum.
Le versioni accreditate da Atene precisano che "il governo fedele ai suoi impegni, non ha richiesto un’estensione del Memorandum" ma solo dei prestiti, con l’obiettivo di "fornire un ’ombrello’ protettivo al sistema finanziario". Con un eventuale allungamento del prestito il Governo greco si "impegna all’equilibrio dei conti e, contemporaneamente, ad affrontare le riforme contro l’evasione fiscale e la corruzione".
La lettera di Varoufakis
L’obiettivo indicato è arrivare a stabilizzare la situazione finanziaria della Grecia, con un surplus primario idoneo, di assicurare che non ci siano scelte unilaterali che minino la stabilità, di estendere i finanziamenti Bce, di cominciare a tracciare un "Contratto per la crescita" per il Paese ellenico. La Grecia chiede una riduzione del debito, nell’ambito dell’impegno del 2012 dei ministri delle Finanze europei a ridurre ulteriormente il debito greco.
Il passo ufficiale arriva all’indomani di una serie di pressioni per rompere il ghiaccio che si era formato negli ultimi giorni, incluso un messaggio secco dagli Usa. Al di là dei tecnicismi dell’accordo, un ruolo centrale nella vicenda è giocato dalla forma: Tsipras non può sfigurare di fronte al popolo che l’ha acclamato come elemento di rottura verso la Troika, ma la Ue non può accettare che si faccia carta straccia di un accordo al quale erano stati vincolati i finanziamenti. Sempre ieri, la Bce ha accordato un po’ di liquidità d’emergenza in più alle banche elleniche, alzando il tetto da 65 a 68,3 miliardi. L’Eurotower ha oggi smentito di aver chiesto agli istituti ellenici di introdurre dei controlli sui capitali, per evitare la corsa ai bancomato, come ha invece scritto la tedesca Faz.
LA LETTERA DI VAROUFAKIS
Athens, February 18, 2015
Dear President of the Eurogroup,
Over the last five years, the people of Greece have exerted remarkable efforts in economic adjustment. The new government is committed to a broader and deeper reform process aimed at durably improving growth and employment prospects, achieving debt sustainability and financial stability, enhancing social fairness and mitigating the significant social cost of the ongoing crisis.
The Greek authorities recognise that the procedures agreed by the previous governments were interrupted by the recent presidential and general elections and that, as a result, several of the technical arrangements have been invalidated. The Greek authorities honour Greecès financial obligations to all its creditors as well as state our intention to cooperate with our partners in order to avert technical impediments in the context of the Master Facility Agreement which we recognise as binding vis-a-vis its financial and procedural content.
In this context, the Greek authorities are now applying for the extension of the Master Financial Assistance Facility Agreement for a period of six months from its termination during which period we shall proceed jointly, and making best use of given flexibility in the current arrangement, toward its successful conclusion and review on the basis of the proposals of, on the one hand, the Greek government and, on the other, the institutions.
The purpose of the requested six-month extension of the Agreement’s duration is:
(a) To agree the mutually acceptable financial and administrative terms the implementation of which, in collaboration with the institutions, will stabilise Greecès fiscal position, attain appropriate primary fiscal surpluses, guarantee debt stability and assist in the attainment of fiscal targets for 2015 that take into account the present economic situation.
(b) To ensure, working closely with our European and international partners, that any new measures be fully funded while refraining from unilateral action that would undermine the fiscal targets, economic recovery and financial stability.
(c) To allow the European Central Bank to re-introduce the waiver in accordance with its procedures and regulations.
(d) To extend the availability of the EFSF bonds held by the HFSF for the duration of the Agreement.
(e) To commence work between the technical teams on a possible new Contract for Recovery and Growth that the Greek authorities envisage between Greece, Europe and the International Monetary Fund which could follow the current Agreement.
(f) To agree on supervision under the EU and ECB framework and, in the same spirit, with the International Monetary Fund for the duration of the extended Agreement.
(G) To discuss means of enacting the November 2012 Eurogroup decision regarding possible further debt measures and assistance for implementation after the completion of the extended Agreement and as part of the follow-up Contract.
With the above in mind, the Greek government expresses its determination to cooperate closely with the European Union’s institutions and with the International Monetary Fund in order: (a) to attain fiscal and financial stability and (b) to enable the Greek government to introduce the substantive, far-reaching reforms that are needed to restore the living standards of millions of Greek citizens through sustainable economic growth, gainful employment and social cohesion.
Sincerely,
Yanis Varoufakis
Minister of Finance
Hellenic Republic
TRADUZIONE DELL’ANSA
«Caro presidente dell’Eurogruppo, durante gli ultimi 5 anni il popolo greco ha fatto sforzi straordinari di aggiustamento economico. Il nuovo governo è impegnato in un più ampio e approfondito processo di riforme con l’obiettivo di migliorare in modo duraturo le prospettive di crescita e occupazione, conseguendo un debito sostenibile e stabilità finanziaria, aumentando l’equità sociale e mitigando i significativi costi
sociali della crisi. Le autorità greche riconoscono che le procedure concordate con il governo precedente sono state interrotte dalle recenti elezioni presidenziali e politiche e che, di conseguenza, numerosi accordi tecnici sono stati invalidati. Le autorità greche rispettano gli obblighi finanziari contratti dai precedenti governi nei confronti di tutti i creditori, così come affermano la loro intenzione di collaborare con i partner per evitare impedimenti tecnici nel contesto del MFA (Master Facility Agreement) che riconosciamo come vincolante riguardo al suo contenuto finanziario e procedurale. In questo contesto, le autorità greche ora chiedono l’estensione del Master Financial Assistance Facility Agreement per un periodo di sei mesi dal suo termine, periodo nel quale procederemo insieme, facendo il migliore uso della flessibilità data dal presente accordo, verso una conclusione favorevole e
verso un monitoraggio sulla base delle proposte sia del governo greco sia delle istituzioni. Lo scopo della richiesta di estensione di sei mesi del
periodo dell’accordo è:
a) Concordare i termini finanziari e amministrativi mutualmente accettabili, l’attuazione dei quali, in collaborazione con le istituzioni, stabilizzerà la posizione finanziaria della Grecia, conseguira’ adeguati avanzi primari di budget, garantirà stabilità del debito ed assisterà nell’ottenere gli obiettivi di bilancio per il 2015 tenendo conto dell’attuale situazione economica.
b) Assicurare, lavorando in stretto contatto con i nostri
partner europei ed internazionali, che qualsiasi nuova misura abbia copertura finanziaria, evitando ogni iniziativa unilaterale che possa mettere a rischi gli obiettivi di bilancio, la ripresa economica, la stabilità finanziaria.
C) Permettere alla Bce di reintrodurre la deroga secondo le sue regole e procedure;
D) Estendere la disponibilità di obbligazioni EFSF detenute dalla HFSF (Fondo di stabilità finanziario greco, ndr) per la durata dell’accordo;
E) Avviare il lavoro tra i gruppi tecnici per un possibile nuovo Contratto per la Ripresa e la Crescita che le autorità greche prevedono tra Grecia, Europa ed Fmi che potrebbe seguire l’attuale accordo;
F) Concordare il monitoraggio nel quadro dell’Ue e della Bce e, nello stesso spirito, con il Fondo monetario internazionale per la durata dell’Accordo
G) Discutere i modi per applicare la decisione dell’Eurogruppo del novembre 2012 su possibili ulteriori misure sul debito e l’assistenza per l’applicazione dopo il completamento dell’Accordo esteso e come parte del successivo Contratto Tenendo presente quanto sopra detto, il governo greco esprime la sua determinazione a collaborare fianco a fianco con le istituzioni dell’Unione europea e con il Fmi per:
a) ottenere stabilità di bilancio e finanziaria e (b) permettere al governo greco di avviare le sostanziali, profonde riforme necessarie per ripristinare gli standard di vita di milioni di cittadini greci attraverso una crescita economica sostenibile, un livello di occupazione dignitoso e coesione sociale.
Sinceramente
Yanis Vaorufakis, ministro delle Finanze della Repubblica
Ellenica».(ANSA)
ANDREA BONANNI SUI MERCATI
MILANO - La Grecia muove il passo ufficiale e, scrivendo all’Eurogruppo, chiede sei mesi di proroga dei finanziamenti internazionali, in scadenza a fine mese, per trovare nel mentre un nuovo accordo complessivo su supporto e riforme. La missiva, attesa, arriva dopo che la pressione sulla per giungere a un accordo con l’Unione europea era montata da più parti. Anche gli Usa - finora molto concilianti con le posizioni di Alexis Tsipras - hanno mostrato insofferenza chiedendo ad Atene di sbloccare la situazione. Il nodo della trattativa, al di là dei tecnicismi, è trovare una formula per salvare la faccia sia a Tsipras - che ha il mandato del popolo greco di rompere l’accordo lacrime e sangue sottoscritto con la Troika - che all’Eurogruppo, secondo il quale non ci possono essere nuovi prestiti fuori dai binari di quel memorandum. Stando alle prime indicazioni, da Berlino arriva intanto una bocciatura alla richiesta.
Sugli spiragli di una intesa, le Borse chiudono positive. A sostenere gli scambi è stata anche la Fed, che si è mostrata cauta nell’intenzione di alzare i tassi d’interesse. Dopo il "no" da Berlino, i listini hanno avuto un tentennamento, per poi chiudere positivi: Milano è salita dello 0,6%, Parigi dello 0,7%, Francoforte dello 0,3%, mentre Londra è rimasta stabile. Atene ha guadagnato l’1%.
Dal fronte macroeconomico si registra il dato sull’inflazione in Francia, in calo dell’1% mensile a gennaio per un arretramento dello 0,4% su anno. Si conferma dunque la deflazione in una delle principali economie europee, mentre migliora la fiducia dei consumatori europei, attestatasi a febbraio a -6,7 punti da -8,5 punti della precedente rilevazione. Le attese erano per una dato a -7,5 punti. La Bce, invece, ha pubblicato le attese sintesi dell’ultima riunione del board, quello che ha lanciato il Quantitative easing. Per la trascrizione completa, comunque, bisognerà aspettare ancora 30 anni: tanto durerà il segreto sui documenti integrali.
Dall’agenda Usa, i sussidi settimanali di disoccupazione calano oltre le attese e scendono di 20 mila unità a 283 mila unità. Gli analisti si aspettavano una riduzione di 9 mila unità. La Banca centrale americana si è mostrata ’colomba’ e non sembra avere fretta di alzare i tassi di interesse: alcuni membri del board della Fed hanno espresso preoccupazione sul fatto che aumentare il costo del denaro troppo presto potrebbe rallentare la ripresa economica negli Stati Uniti. La decisione su quando aumentare i tassi, si legge nei verbali della riunione di fine gennaio, dipenderà dai dati economici.
L’euro, inizialmente in rialzo sopra 1,14 verso il dollaro, torna a scendere in area 1,138. Lo spread tra Btp e Bund si stabilizza in area 120 punti base, con un rendimento del decennale poco sotto l’1,6%.
Alla chiusura dell’Europa, il Dow Jones e lo S&P500 sono piatti, mentre il Nasdaq sale dello 0,4%. Sul fronte delle materie prime, l’oro è in rialzo dello 0,4% a 1.217,78 dollari. Netto calo per il prezzo del petrolio, con il Brent che cede l’1,72% a 59,49 dollari/barile, e il Wti a -2,95% a 51,26 dollari/barile.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha terminato gli scambi ai massimi da maggio 2000 grazie alla chiusura a +0,36%, in scia all’ottimismo sull’economia giapponese e alla fiducia su una soluzione positiva della crisi in Grecia: l’indice Nikkei è salito di 65,62 punti, attestandosi a quota 18.264,79. Il deficit commerciale del Giappone è risultato in calo del 57,9% a gennaio: la bilancia commerciale ha registrato un saldo negativo, il trentunesimo consecutivo, di 1.177 miliardi di yen (8,7 miliardi di euro) contro il record senza precedenti di 2.790 miliardi di yen di gennaio 2014.
FUBINI SU REP TV
RepTv News, Fubini: "Atene chiede la proroga. Berlino alzerà il prezzo"
Il governo Tsipras chiede all’Europa di spostare in avanti di sei mesi i tempi per la restituzione. I greci non vogliono uscire dall’Euro. Ma se si arriverà a un accordo, Bruxelles chiederà il conto e Berlino sarà la prima a guadagnarci
RepTv News, Fubini: "Atene chiede la proroga. Berlino alzerà il prezzo"
Berlino, Schaeuble: ’’Senza fiducia reciproca non può funzionare’’
Grecia, il mistero dell’icona. ’’Piange dal giorno della vittoria di Tsipras’’
BONANNI PER RADIO
Bonanni: ’’Compromesso Juncker possibile, ma Germania sta coi falchi del Memorandum’’
’’La situazione di stallo potrebbe trovare una soluzione di compromesso nella riunione dell’Eurogruppo del 20 febbraio. La lettera del governo greco, a cui ha lavorato anche Juncker, contiene infatti concessioni importanti. La questione Memorandum resta uno scoglio grave per i falchi e la Germania che li sostiene. Come va a finire? Un fatto è certo: non si convoca l’Eurogruppo solo per dire un no. Padoan dice che le esigenze greche sono da prendere sul serio e bisogna anche dire che l’Italia è molto interessata a una soluzione, perché sarebbe la prima ad essere colpita se la Grecia fosse costretta a uscire’’.
di Andrea Bonanni
(a cura di Silvia Garroni)
BONANNI
SI CHIEDE LA CONFERMA DEL PROGRAMMA ANCHE SE I GRECI DICONO NO E CI SI IMPEGNA DA UNA PARTE A MENTENERE L’EQUILIBRIO DI BILANCIO A NON PRENDERE INIZIATIVE UNILATERALI A ONORARE I DEBITI E GLI IMPEGNI PRESI E SI RICONOSCE IL PROGRAMMA E IL FATTYO CHE GLI INTERLOCUTORI SONO LE TRE IOSTITUZIONI DELLA TROIKA ANCHE SE NON SI USA IL TERMINE TROIKA.
COMMISSIONE: SI APRE LA POSSIBILITA DI UN ACCORDO. NATURALMENTE LA GERMANIA CONTINUA A RESISTERE PERCHE LUNEDì L’EUROGRUPPO AVEV A DECISO CHE L’UNICO MODO PER RIAPRIRE IL CANALE DEI FINANZIAMENTI ERA CHE LA GRECIA CHIEDESSE SENZA ALCUN TIPO DI ECCEZIONE IL RINNOVO DEL PRESTITO E DEL MEMORANDUM COSA CHE LA GRECIA NON HA FATTO 2 PERCVHE QUALSIASI ACCORDO SE VERRA RAGGIUNTO DOVRA ESSERE RATIFICATO DA PARL TEDESCO OLANDESE FINLANDESE GOVERNO TEDESCO DEVE POTER PORTARE ACCORDO CHE SODDISFA I RIGORISTI.
UNO DEI PUNTI CHIAVE NON TORNARE INDIETRO SU MISURE GIA ADOTTATE
JUNCKER: POTETE TORNARE INDIETRIO SU ALCUNE MISURE SE ALTRE MISURE CON IMPATTO POSITIVO SU BILANCIO. AUMENTATE PENSIONI ALLORA TASSE
LETTERA FORMULATA SU INDICAZIONI DI JUNCKER. SE L’EUROGRUPPO È STATO CONVOCATO, VUOL DIRE CHE NON DIRA NO. C’È MARGINE ACCORDO. FALCHI RINNOVO DEL MEMORANDUM, POSSIBILE BOCCIATURA IN UNO DEI QUATTRO PARLAMENTI