Marcello Bussi, MilanoFinanza 19/2/2015, 19 febbraio 2015
TRUPPE UCRAINE IN RITIRATA, BRUXELLES CONTRO GAZPROM
Alla faccia del cessate-il-fuoco. Ieri le truppe ucraine si sono ritirate dall’importante snodo ferroviario di Debaltsevo dopo che i ribelli filo-russi hanno occupato gran parte della città. Tornato a Debaltsevo dopo essere stato ferito lievemente alla caviglia due giorni fa in battaglia, il capo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, Oleksandr Zakharcenko, ha nominato il nuovo sindaco della città, Aleksandr Afendikov.
Una vera e propria disfatta per il governo ucraino, che deve confrontarsi anche con un’economia disastrata (nel quarto trimestre 2014 il pil è crollato del 15,2% su base annua). Le proteste dei governi occidentali per la violazione del cessate-il-fuoco non sembrano turbare il presidente russo Vladimir Putin, che ha anzi incassato un punto a suo favore in Ungheria, dove ha incontrato il premier magiaro Victor Orban. Quest’ultimo ha infatti ribadito la posizione morbida rispetto al ruolo russo nella crisi ucraina e ha firmato una serie di accordi sul gas che sanciscono la posizione privilegiata dell’Ungheria nei rapporti con Mosca. Gli accordi gasieri sono tre. Il primo prevede che la Russia metta a disposizione le quantità di gas non utilizzate dall’Ungheria in base al contratto firmato nel 1996. Il secondo che l’Ungheria pagherà non le quantità di gas pattuito, ma quelle effettivamente utilizzate. Il terzo stabilisce che, dopo lo stop russo alla costruzione del gasdotto South Stream, Mosca e Budapest collaborino per un’altra soluzione. Mosca ha già prospettato che i 63 miliardi di metri cubi annui di gas che avrebbero dovuto a regime passare per quel tracciato, andranno a rifornire un hub da costruire in Turchia. Toccherà poi ai compratori andarselo a prendere. Un quarto accordo energetico, infine, riguarda la centrale nucleare di Paks. Si tratta di un impianto vecchio, la cui vita è stata già prolungata dal governo, che fornisce circa il 30% dell’energia elettrica del Paese. Putin ha dato il suo sostegno a un’espansione della centrale. Intanto il premier greco, Alexis Tsipras ha ribadito in un’intervista alla rivista tedesca Stern, che una guerra economica alla Russia «non ha senso», oltre al fatto che «le sanzioni contro la Russia sono ipocrite», perché «se si vuole punire la Russia, allora bisogna punire anche tutti quei Paesi in cui hanno investito i miliardari russi». Tsipras ha inoltre respinto l’accusa di essere stato l’unico capo di governo europeo a criticare le misure europee imposte a Mosca. «Non sono l’unico», ha ribattuto, «anche il cancelliere austriaco Werner Faymann e il governo finlandese sono scettici. Io voglio che l’Unione europea arrivi a un accordo con il dialogo e che parli con una sola voce», ha aggiunto. «Dopotutto anche la Grecia sta soffrendo per le sanzioni. I turisti russi non vengono più ed è danneggiata la nostra industria agroalimentare». Bruxelles però non demorde. E in un’intervista al Wall Street Journal il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha dichiarato che le autorità antitrust europee porteranno avanti l’indagine di lunga data sul presunto abuso di posizione di monopolio da parte di Gazprom. Il colosso russo dell’energia è sotto inchiesta a Bruxelles da due anni e mezzo per presunto abuso di posizione dominante in Europa orientale rispetto ai concorrenti, ma il caso è stato congelato da quando sono divampate le violenze in Ucraina un anno fa. «Credo che possiamo procedere con il caso in un lasso di tempo si spera relativamente breve», ha precisato Vestager. «Per me è molto importante assicurare che qualunque compagnia nel mercato europeo si trovi di fronte alle stesse regole e alla stessa applicazione». Ieri il titolo Gazprom ha chiuso in rialzo del 2,4% alla borsa di Mosca, dove l’indice Micex, denominato in rubli, è salito dello 0,9% e l’indice Rts, denominato in dollari, del 3,9%.
Marcello Bussi, MilanoFinanza 19/2/2015